ilNapolista

Così scoprii il Napoli, avevo undici anni, allenava Monzeglio

Il ricordo di una prima volta, da Sant’Eframo Vecchio al Vomero per il Napoli che vinse 1-0 contro la Spal di Bugatti.

Così scoprii il Napoli, avevo undici anni, allenava Monzeglio
Jeppson, Amadei e Pesaola

Ero  nu ‘guagliunciello di  poco più di undici anni e da Sant’Eframo Vecchio, verso le nove, mi incamminai per la Veterinaria dove mi aspettava mio cugino Gaetano. Qui breve sosta, un saluto alle vecchie zie, e dopo aver visionato ed ascoltato con la cuffia la radio a galena costruita da Gaetano (piccolo genio, sarà ospite negli anni novanta di una puntata del Costanzo Show sugli inventori) ci dirigemmo a piedi verso la Stazione Centrale e più esattamente alle spalle del Terminus.

Ad attenderci c’era Girolamo, cieco, fresco laureato in storia e filosofia, futuro centralinista all’Atan, il quale riceveva dall’Unione Italiana ciechi dei biglietti omaggio per gli incontri casalinghi del Napoli. Data l’ora mattutina Girolamo ci invitò a tirare due calci  a una palla di pezza sul solaio, come facesse non so spiegarmelo, tirava sassate. Pranzammo un fumante ragù e subito dopo scendemmo; giù al portone ci aspettava il quarto componente, un amico di studio di Girolamo.

Scegliemmo di prendere il tram allo stazionamento in piazza Guglielmo Pepe per sederci. Giunti allo stadio Vomero (che allora si chiamava della Liberazione) ci dirigemmo verso la curva B (ampia gradinata su struttura metallica). Il match del giorno era contro la Spal di Mazza che allineava in porta il grande Ottavio Bugatti che l’anno dopo venne a Napoli per sostituire l’anziano Casari.

Il Napoli all’ordine di Eraldo Monzeglio schierò la seguente formazione:

Casari, Del Frati, Viney, Castelli, Gramaglia, Granata, Vitali, Formentin, Jeppson, Amadei, Pesaola.

Un somarello bardato a festa, botti e tricchitracche salutarono la discesa delle squadre in campo. Durante l’incontro Girolamo partecipava al tifo ascoltando i cori ed il calore del pubblico nell’incitare i propri beniamini.

Vincemmo 1 – 0. Risultato striminzito solo per le paratone di Bugatti. Al termine del match squilli di tromba del bersagliere (nota figura del colorito tifo azzurro) e “PANOLADA”  del COMANDANTE.

Corsa per il rientro verso la Funicolare di via Cimarosa con commenti soddisfatti della vittoria azzurra; cambio con metropolitana in piazza Amedeo, congedo e saluti a tutti; discesa in piazza Cavour ed attraversando la Sanità ci dirigemmo verso i Miracoli e da qui  raggiungemmo la Veterinaria.

Salutai mio cugino, dandoci l’appuntamento per la prossima partita. Il calendario prevedeva  la Juventus. Sarà quello un incontro memorabile con vittoria  del Napoli al 90esimo con gol di Amadei; rimonta sul doppio vantaggio bianconero. Grande euforia degli azzurri e pianto di Cavalli e Parola tra gli juventini. Era quella, a detta dell’avvocato Agnelli, la più forte Juve di tutti i tempi.

Proseguii ed arrivai a casa poco prima delle venti. Fu così che iniziò la mia storia d’amore, di sportivo a supporto del Napoli.

ilnapolista © riproduzione riservata