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Terra dei fuochi, la sentenza della magistratura contro la comunità scientifica

Sentenza Resit, condannati l’avvocato Chianese a vent’anni e Giulio Facchi a cinque anni e mezzo.

Terra dei fuochi, la sentenza della magistratura contro la comunità scientifica

Dunque l’accusa ha vinto il primo round. Per i due principali imputati, l’avvocato Chianese e Giulio Facchi, vi è stata la condanna, rispettivamente a venti e 5 anni e mezzo. La corte d’Assise ha ritenuto valida la tesi del “disastro ambientale” sostenuta dal pm Alessandro Milita supportata dalle perizie del suo consulente tecnico di parte, il geologo Balestri.

Questo il punto focale del procedimento intorno a cui ruotano tutti gli altri reati collaterali e, soprattutto, l’argomento più importante e sentito per i suoi risvolti sulla salute dei cittadini come testimoniato dalla presenza in aula di comitati di ambientalisti, mamme coraggio, padre Patriciello e legambiente.

La giuria ha ritenuto più convincenti le tesi dell’accusa rispetto a quelle della difesa e dei suoi consulenti e, fin qui, nulla di strano. Ma l’averle ritenute più convincenti persino delle tesi di altri organi dello Stato preposti alla tutela della salute e dell’ambiente apre una questione di non poco conto.

Ricordiamo che chi viene a testimoniare lo fa sotto giuramento, non hanno fatto eccezione la dottoressa Loredana Musmeci direttrice dell’Istituto Superiore di Sanità, la dottoressa Rania della Sogesid e lo stesso Commissario di governo alle bonifiche, Mario De Biase.

Sull’appartenenza ad organi dello Stato della Musmeci e del Commissario di Governo non è necessario argomentare, la Sogesid, invece, è una società in house del ministero dell’Ambiente incaricata della caratterizzazione del sito Resit.

Bene, questi “testimoni terzi” hanno confutato con argomentazioni scientifiche basate sull’interpretazione di migliaia di dati analitici, l’ipotesi del “disastro ambientale”, vale a dire di una alterazione “irreversibile o particolarmente onerosa” dell’ecosistema (dunque nemmeno di una sola delle matrici che lo compongono singolarmente intese e su porzioni rilevanti di territorio), che produca un pericolo grave e concreto per la salute collettiva.

Io mi sono fidato di loro, come me tanti, altri, tra cui l’accusa, no.

Anzi, quest’ultima ha avanzato il sospetto che questi organi dello Stato abbiano tentato di nascondere il “disastro ambientale” per coprire la mancanza di fondi sufficienti per le necessarie bonifiche.

Io, come cittadino e la difesa, tra cui cito gli avvocati Ciero, Martino e Monaco, riteniamo che questa debba essere ritenuta una notizia di reato e che vadano presi i conseguenti provvedimenti giudiziari.

Sarebbe l’ennesima guerra tra organi dello Stato, tra magistratura e mondo scientifico (ricordo solo gli ultimi casi: stamina, xylella, Ilaria Capua) ma necessaria per dare certezze a noi cittadini e perché ognuno si assuma la responsabilità delle proprie affermazioni.

Nel contempo, una volta acquisite le motivazioni della sentenza (la Corte ha preso 180 giorni di tempo per depositarle), la difesa farà ricorso al secondo grado di giudizio. È solo il primo round….

 

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