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Il Financial Times promuove la Napoli di Dolce&Gabbana

Il Financial Times promuove la Napoli di Dolce&Gabbana

Napoli finisce sul Financial Times grazie all’evento di Dolce&Gabbana. E ci fa pure una bella figura, alla fine. Un po’ come a dire: la città è riuscita, in alcune sue voci, a criticare la manifestazione. Il FT, invece, ci ricama sopra un bel pezzo. Pensiamoci.

Pensiamo anche all’apertura scritta dalla giornalista del quotidiano britannico, Jo Ellison. In cui non sono mancati i riferimenti al Dark Side della città, e alla sua trasposizione filmica. Gomorra, of course: «Pur essendo la terza più grande area metropolitana in Italia, con circa tre milioni di abitanti e uno dei porti più trafficati del mondo, Napoli manca forse della narrazione di moda delle altre grandi città italiane. Anche perché è offuscata dalla sua reputazione, dalla sua violenza sociale e politica. Ancora oggi, la città del sud deve lottare con la cultura popolare che la racconta male. I fan della serie televisiva Gomorra riconosceranno la città come uno dei luoghi con maggiore corruzione e criminalità».

Eppure, qualcosa cambia proprio grazie a questo evento che Dolce&Gabbana hanno voluto fortemente in città. E che ha saputo raccontarla in maniera diversa, isolandone il meglio.

Leggiamo ancora: «Nonostante questa sua aura, Napoli irradia ancora un fascino unico, seducente, e attira produzioni cinematografiche, registi, artisti e scrittori. Questo fine settimana, la città messo a segno un altro “atto d’amore”, voluto dal duo di Stefano Gabbana e Domenico Dolce, che ha visto in scena il loro 99-look Alta Moda mostra sulle piccole strade acciottolate del quartiere più antico della città e prima di un pubblico di clienti ed editori che erano lì come ospiti».

Il giudizio è positivo, nonostante la concomitanza con la consegna dell’onorificenza di cittadina onoraria e morfologia e architettura della città vengano definite «un incubo di sicurezza». Le sfilate a San Gregorio Armeno e gli abiti vengono raccontati attraverso le dichiarazioni dei due stilist, che spiegano a loro modo il perché di una scelta tanto rischiosa: «Napoli è una delle città più creative del mondo, qui la gente vive in maniera molto diversa e si gode il proprio modo di essere. È stato uno dei nostri spettacoli più difficili».

Poi ci sono le descrizioni di quanto si è visto nelle passerelle offerte dal Centro Storico, ma a noi interessa poco. Ci interessa più la digressione sulla maglia azzurro Napoli con il numero dieci, ispirata a Maradona e con la scritta “Sophia” in petto. E ci interessa e ci piace molto di più il finale del pezzo, che in qualche modo spiega e ci dice come una delle più grandi testate del mondo sia riuscita ad apprezzare un evento non proprio ben visto dalla stessa Napoli: «Alla chiusura della mostra, gli ospiti sono saliti verso le loro automobili per la cena. Hanno camminato sopra la pavimentazione irregolare nel loro abito scintillante, sotto una pioggia di coriandoli d’oro piovuto giù. L’oro di Napoli, stile Dolce & Gabbana. Era impossibile non rimanere colpiti». Appunto.

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