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Milik, il secondo violino di Lewandowski che ha segnato tanti gol con l’Ajax

Milik, il secondo violino di Lewandowski che ha segnato tanti gol con l’Ajax

Arkadiusz Milik è l’hombre de dia, l’uomo del giorno. Improvvisamente, è (letteralmente) sbarcato a Napoli, anzi a Capodichino, per «visitare la città e parlare del futuro e dei margini di trattativa» (fonte Sky) con i dirigenti del Napoli. L’abbiamo visto agli Europei francesi, in coppia con Lewandowski. Secondo violino del centravanti del Bayern, ha giocato una buona serie di partite con la maglia della Polonia. Ma, in realtà, non è che si sappia tantissimo di lui. Non l’aiuta certo il fatto di essere il centravanti dell’Ajax, una squadra ormai (sic!) di seconda se non terza fascia nell’aristocrazia europea. Nato in Slesia, dove fabbricano le Panda, ha perso il papà a soli sei anni.  

Che giocatore è Arkadiusz Milik? È un centravanti giovane ma già affermato, un classe 1994 con 61 gol segnati in squadre di club, altri 11 con la maglia della Nazionale maggiore polacca e ulteriori 16 con le rappresentative giovanili. Formazione in Polonia, nel Rozwój Katowice e nel Górnik Zabrze, un passaggio senza grossa fortuna in Germania (6 presenze al Bayer e un prestito negativo all’Augsburg, stagione 2013/2014) e poi l’esplosione all’Ajax nelle ultime due annate, con 32 reti in 52 presenze.

Un uomo-gol, dunque. Ma anche un attaccante bravo a interpretare il ruolo di secondo violino (accanto a Lewandowski è andato benissimo, andrebbe discretamente anche accanto a Higuain), anche a causa del “piede opposto”: Milik è infatti un mancino puro, da 13 gol (su 21 stagionali) segnati con il sinistro. Gli altri 8: 6 di testa e appena 2 col destro, anche se i video su Youtube dimostrano che il ragazzo sa usare anche il piede debole. Il resto racconta di un calciatore dagli ottimi tempi di inserimento offensivi, dal buon rapporto tra tiri tentati e tiri effettivamente nello specchio (38% agli Europei e addirittura il 49% con la maglia dell’Ajax) e pure dal buon contributo in fase di suggerimento (11 occasioni, tra assist e key passas, create nelle cinque partite giocate all’Europeo; 32 in 31 apparizioni con la squadra olandese).

La perplessità più elevata riguarda sicuramente la verifica in un contesto superiore all’Eredivisie, l’unico luogo calcistico in cui Milik è stato realmente determinante: un solo gol all’Europeo in cinque partite dice tanto, ma va comunque rapportato a una squadra che ha come punto di riferimento in attacco Lewandowski (noblesse oblige) e che ha realizzato appena quattro gol. Non pochissimi, ma nemmeno troppi. Milik è entrato in punta di piedi nel calcio che conta, è ancora giovane e può essere un investimento futuribile. Non come sostituto di Higuain, ma come alter ego di Gabbiadini, più “centravanti” e meno tecnico rispetto all’ex Sampdoria. Che, a questo punto, al di là delle trattative in essere (?) per il Pipita, diventa il primo indiziato ad andare via, a salutare. Anche per sovvenzionare l’acquisto dello stesso Milik, che secondo radiomercato arriverebbe per una cifra intorno ai 20 milioni di euro e con un ingaggio non troppo pesante per le casse del Napoli.

Milik potrebbe essere un buon acquisto, soprattutto in prospettiva. Pensare di “usarlo” per sostituire Higuain fin da subito è un’esagerazione, ma sarebbe un ottimo numero due. Per ora, siamo al consueto giro in città. 

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