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La fuga per la vittoria di Gonzalo Higuain, ma il Napoli risponde

La fuga per la vittoria di Gonzalo Higuain, ma il Napoli risponde

Oggi è da momento-cinema. Sì, perché Repubblica detta la linea della situazione Higuain con un pezzo che in qualche modo ci dà un titolo facile facile, con una scelta anche fotografica pure facile facile. Gonzalo avrebbe deciso di andare via per poter vincere, perché a Napoli non sarebbe possibile. Noi non siamo proprio d’accordo su questa cosa (Alfonso Fasano ha descritto qui quali potrebbero essere i motivi dell’addio di Higuain), ma come dire: ci adeguiamo. E vi raccontiamo la “Fuga per la Vittoria di Higuain”.

Repubblica, si diceva. Ebbene. leggiamo: «Il Gonzalo furioso vuotò il sacco negli spogliatoi della Dacia Arena. “Basta, in Italia non è possibile vincere, sono stufo”. Poi volò per due giorni in vacanza a Madrid (dove il campione ha tre appartamenti): per disintossicarsi e iniziare a progettare la fuga, incentivata dagli 8 milioni (più lo sfruttamento dei diritti d’immagine) con cui lo tenta l’Atletico». Quindi, come dire: storia vecchia, legata a un campionato italiano in cui non ci sarebbe possibilità di superare la Juventus. Un po’ quello che dicono e pensano (e vogliono leggere) i tifosi. 

Altre istantenee sull’affaire Higuain. La Gazzetta, ad esempio. Che racconta di come la colpa di tutta la situazione sia solo del Napoli: «De Laurentiis non può non tener conto del malumore della famiglia Higuain. Fin qui non ha voluto rispondere, non è detto che resti in silenzio a lungo. Intanto, ha una strategia precisa: gli acquirenti si facciano avanti al più presto perché eventuali offerte verrebbero valutate solo entro i primi venti giorni di luglio, poi sarebbe impossibile o quasi trovare un sostituto ed allora il Pipita verrebbe automaticamente ritirato dal mercato. A quel punto si potrebbe riaprire un dialogo per rinnovare abbassando in maniera esponenziale la clausola così da avere un Higuain soddisfatto in maglia azzurra per almeno altri dodici mesi, un discorso che però andava affrontato prima (magari a febbraio, quando a Napoli c’era anche il papà di Higuain) senza arrivare a tirarsi gli stracci». Quindi, il problema è stato non aver rinnovato a febbraio del 2016 un accordo in scadenza due anni e mezzo dopo, con un campionato che era ancora possibile vincere (per tutti, tranne che per Repubblica) e un trono di capocannoniere e un record personale da conquistare per Higuain. Certo, tutto giusto. Chiudiamo con il Corriere dello Sport, che parla di «muro», di «gelo tra le parti non nella sostanza, ma nell’atteggiamento di chi si comporta senza far prevalere la ragione» e di alternative in caso di addio del Pipita: Aubameyang, Lukaku e Benteke. 

Chiariti concetti e motivazioni della “Fuga”, ecco la risposta del Napoli. Zielinski (Gazzetta dello Sport): «Il centrocampista dell’Udinese è più accessibile di Witsel per ragioni di stipendio. Con i friulani stretta di mano a quota 14 milioni, senza Zuniga. Bisogna garantire al polacco un ingaggio sopra il milione per riuscire a convincerlo». Il mitico Herrera (sempre Gazzetta, addirittura in prima pagina): «Il Napoli è salito a 23 milioni bonus compresi (18-20 la base fissa), i lusitani vacillano. Stavolta dovremmo esserci. L’accordo con il giocatore c’è da tempo, restano da sistemare i dettagli relativi ai diritti di immagine (Herrera ha un contratto con l’Adidas) mentre la percentuale che andrà al Pachuca, precedente club del messicano, dovrà ovviamente versarla il Porto». E pure Tuttosport, per cui si parla addirittura di «probabile annuncio nelle prossime ore». Ok l’ottimismo e la voglia di rispondere a Higuain, ma qui si esagera.

E poi Candreva, per cui il Napoli (secondo il Corriere della Sera) sarebbe ancora vivo e in competizione con l’Inter, grazie a un’offerta di 22 milioni più tre di bonus. E infine Pjaca, baby-fenomeno croato visto agli Europei di cui si è parlato in chiave-Napoli a Sportitalia. Non si sa ancora nulla di Micheal Caine e Sylvester Stallone, però. Un’altra pecca di De Laurentiis, che di mestiere fa proprio il cinema e quindi non gliela perdoniamo: una “Fuga per la vittoria” senza di loro è come un cielo senza stelle. Capito, Gonzalo? 

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