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Dimaro, l’ultimo giorno: il menu classico sul campo, applausi e amore alla fine

Il report dell’ultima seduta di allenamento sul campo comunale di Carciato. Lavoro difensivo, schemi d’attacco e partitella. Mertens e Gabbiadini in gol.

Dimaro, l’ultimo giorno: il menu classico sul campo, applausi e amore alla fine

Aria di ultimo giorno di scuola a Dimaro, nonostante la presenza sugli spalti sia in qualche modo superiore a quella di altre volte. È una bella giornata di sole, come alla fine dell’anno sui linri. Solo che qui non si festeggia prendendo la Cirucm per Meta di Sorrento o la Cumana per Torregaveta. Qui si viaggia verso una nuova stagione calcistica dopo 21 giorni di allenamenti, di un Napoli nuovo che al momento ha ancora una faccia non proprio felice. Ma che, nel frattempo, si è preparato sul campo e ha (ri)scoperto sé stesso.

L’ultima seduta è stata il riassunto delle puntate precedenti: poco lavoro fisico, tanto pallone. Linea difensiva, ripartenza da pressing e partitella finale a campo stretto. Menu classico, insomma. Menu turistico a buon mercato per la gente di Dimaro. Che alla fine ha applaudito i calciatori venuti fin sotto la curva per ringraziarli appena dopo aver mostrato ancora, grazie e attraverso le istruzioni di Sarri, un’anteprima di quello che sarà. Lo vedi negli esercizi difensivi, quelli che abbiamo visto praticamente tutti i giorni qui in Trentino. Un lavoro certosino, puntuale, approfondito sulla copertura delle varie versioni della linea a quattro: il lancio lungo a scavalcare, la situazione di palla scoperta. Ogni situazione, l’abbiamo scritto mille volte in questi  giorni, viene provata e riprovata. Sviscerata, per utilizzare un termine splatter.

Dopo, il Napoli attacca. Al solito modo, quello che nei primi giorni pensavamo come alternativo a un Napoli con Higuain e invece si è rivelato essere per un Napoli senza Higuain. Che poi è diventato il Napoli della realtà. Recupero in pressing alto, il centravanti fa da sponda e i compagni si inseriscono intorno a lui. Immaginare queste situazioni con Milik è il prossimo step mentale: viene bene, anche perché l’attaccante polacco è alto e forte. Grazie all’educazione del suo sinistro, anche l’idea di smistare con precisione la palla di prima non è un’eventualità lontanissima. Potenzialmente, il polacco è un buon rinforzo per questo tipo di gioco. Potenzialmente.

Dopo, la partitella. La chiusura di questi giorni di allenamenti, con l’esercizio più facile da capire e bello da vedere pure per i tifosi. Non ci sono obblighi di giocare di prima, stavolta, anche se l’orientamento tattico è quello di giocare la palla con il minor numero di tocchi. I 21 giorni di Dimaro saranno pure serviti a qualcosa. Succede che quindi si gioca, il pubblico apprezza e si diverte insieme ai calciatori. Segnano Mertens e Gabbiadini, e forse vuol dire qualcosa: il belga è parso tra i più in forma, tra i più vivi. Anche se è stato tra gli ultimi ad arrivare. Gabbiadini, invece, è l’uomo più atteso e porta addosso l’etichetta di erede di Gabbiadini. Un diagonale, come quello con cui Callejon segnò il primo gol lo scorso 9 luglio. Il passato e il futuro, se ci vogliamo leggere qualcosa di lirico.

Il ritiro finisce con la squadra sotto la tribunetta, ad applaudire mentre viene applaudita. Pochi secondi di unione vera, di calcio in senso stretto: senza la lunghissima desinenza -mercato davanti, non è ancora cosa. Tifosi e calciatori, che si rinnovano amore. È un buon viatico, tra 22 giorni c’è Pescara-Napoli. Si ricomincerà da lì, dopo che si è ricominciato da qui. L’auspicio è che il finale resti lo stesso, applausi e amore. Se lo meritano, ce lo meritiamo.

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