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La finale di Gonzalo Higuain: il gol mancato, ma anche tanto lavoro per la squadra

La finale di Gonzalo Higuain: il gol mancato, ma anche tanto lavoro per la squadra

Higuain ha sbagliato un gol, dagli a Higuain. Fosse così semplice, avrebbero ragione i critici (suoi e di Leo Messi) a individuare in loro due, e magari pure in Aguero che nella ripresa si divora un’altra occasione, i grandi colpevoli della sconfitta dell’Argentina. Certo, per Messi “parla” anche il rigore sbagliato, che appesantisce ulteriormente una prestazione abbastanza priva di acuti. Però c’è tanto altro, soprattutto nella prestazione di Higuain, che va considerato.

Premessa: Higuain non ha giocato una buona partita. Per il gol non segnato, per la mancanza di spunti. Ma c’è una chiave tattica importante: nell’Argentina, l’Higuain del Napoli è Leo Messi. E lo vediamo al primissimo minuto di gioco, subito dopo che Banega ha già sfiorato il gol con un tiro da fuori area.

Rimessa dal fondo, Bravo gioca la palla a terra (come farà per tutta la partita, del resto) e pressing immediato di Higuain sul primo portatore di palla. Nel Napoli, questo non avviene. Perchè questo lavoro è di Callejon, mentre il Pipita rimane al centro a guardia dei due centrali difensivi. O almeno non avviene sempre, come a New York ieri: nel 4-3-3 di Tata Martino la posizione di Callejon è di Leo Messi. Che nel suo concetto di fase difensiva ci fa rientrare soprattutto i rientri, molto raramente il pressing. Che tocca agli altri, primo tra tutti Higuain. Una situazione che ricorrerà spesso durante la partita, e che sommata al “solito” lavoro di cucitura offensiva che il Pipita offre e svolge anche in Nazionale, tende(rà) a prosciugare le sue energie.

In questa azione, Higuain viene dietro a giocare il pallone come spesso succede anche nel Napoli. Del resto, la posizione di centravanti e le caratteristiche tecniche del calciatore si sposano perfettamente per creare una dinamica di questo tipo. Eppure, ci sono delle differenze rispetto al Napoli. In questo caso, Higuain non resta l’unico terminale offensivo, in quando nella sua zona è momentaneamente sostituito dall’interno (Banega, nell’occasione). Una soluzione che non si verifica con Allan e Hamsik, che potrebbe essere un’idea anche per il Napoli. Ma che però toglie a Gonzalo la possibilità di proporsi di nuovo per ricevere la rifinitura. La tendenza di Messi a tenere palla fa il resto: la sfera arriverà alla Pulga, che si incaponirà in dribbling riuscito e quindi positivo, ma che fa perdere un tempo di gioco.

Chariamo prima di continuare: non è un articolo-attacco a Messi, ma soltanto una presa d’atto di quelle che sono le differenze tra il gioco dell’Argentina e quello del Napoli, soprattutto in relazione al ruolo e ai movimenti del Pipita e alle caratteristiche della Pulga, star riconosciuta della Seleccion. Una star che però costringe i suoi compagni a un lavoro supplementare.

Poco dopo, la grande occasione fallita. Che nasce proprio da uno dei movimenti che abbiamo descritto sopra (il pressing sulla primissima impostazione), e che Higuain cestina per troppa compiacenza dei propri mezzi tecnici. Gonzalo sbaglia, stavola. Semplicemente sbaglia. Non c’entra niente la grande fatica che sta facendo per aiutare la squadra, anche al 209esimo di gioco un attaccante deve segnare questo gol. Questo pezzo, infatti, non vuole difendere Higuain dalle critiche per questa occasione, ma vuole sottolineare quanto di buono, ma non solo, il Pipita ha messo insieme in questa finale. Compreso questo errore, che ricorda i fantasmi di un anno fa.

Il resto del primo tempo, dopo l’espulsione del cileno Diaz, vive sulle dinamiche delle “brutte partite” di Higuain. Lo slow play della Roja, che scambia il pallone a terra tra difensori e centrocampisti, lo spreme nel pressing, gran parte dei palloni verticali che gli arrivano vengono scambiati velocemente con Messi e sono troppo distanti dalla porta per poter pensare a una conclusione. Il baricentro bassissimo della squadra di Pizzi fa il resto, costringendo Gonzalo (e l’Argentina) ad attaccare solo attraverso azioni avvolgenti e sovrapposizioni sugli esterni.

Nella ripresa, ristabilitasi la parità numerica dopo l’espulsione di Rojo, la situazione non è granché diversa. Higuain continua il suo lavoro di pressing (qui lo vediamo attaccare in maniera blanda il portiere Bravo) ma non riesce a offrire spunti alle spalle della linea a tre del Cile, tenuta al centro da Medel. In fase di non possesso, il calciatore dell’Inter tende a seguire a tutto campo Higuain. Lo vediamo in un altro frame che sottolinea la diversità dei movimenti e dei posizionamenti tra il Gonzalo in maglia azzurra e quello in maglia albiceleste:

Su una rimessa laterale nella metà campo argentina, è addirittura Higuain a venire a giocare il pallone dietro la linea mediana. Una situazione che nel Napoli non si verifica, e che qui vede invece il Pipita costretto non solo a questo sacrificio, ma anche a “sopportare” la contingente marcatura ravvicinata di Medel. Che ribatterà il pallone e lo consegnerà a un compagno, rendendo quindi inutile la discesa fino a centrocampo dell’uomo che sarebbe deputato a fare gol.

Poco dopo questo frame, Higuain tenterà la sua seconda conclusione verso la porta, un sinistro sbilenco in situazione di coordinazione difficile da dentro l’area di rigore. Sarà l’ultimo momento di una partita nata male, per il Pipita, che forse paga ancora lo scotto psicologico delle due finali negli ultimi due anni. Di certo, come detto, il gioco (giustamente) Messicentrico della Seleccion non aiuta un attaccante associativo ma al tempo stesso primadonnna come il centravanti del Napoli, così come non aiuta Aguero: entrato nei supplementari, il Kun ha avuto una buona occasione (non sfruttata anche quella) e ha poi deviato di testa, verso la porta, una punizione di Messi. Eccezionale Bravo nella respinta. 

Un peccato, per il Pipita, che continua a mancare un grande successo con la sua Nazionale. I rimpianti sono meno cocenti, almeno dal punto di vista personale, rispetto a un anno fa (il rigore sbagliato), ma fanno il paio con la grande occasione fallita a Rio (azione praticamente identica). Sulla prestazione, poco da dire. Non si poteva fare di più, in queste condizioni. E per Higuain, forse, il vero peccato è proprio questo qui. 

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