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L’agronomo della Lega: «San Paolo, rovinato un terreno meraviglioso: chi rompe deve pagare»

L’agronomo della Lega: «San Paolo, rovinato un terreno meraviglioso: chi rompe deve pagare»

Circolano da giorni, in rete, le foto dello stadio San Paolo nel post-concerto di Gigi D’Alessio. Le immagini immortalano un prato letteralmente rovinato, che fa sorgere più di un dubbio in vista della prossima stagione.

A spiegare quanto la situazione sia critica ci ha pensato Giovanni Castelli, agronomo della Lega Serie A, intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli: «Il terreno è stato rovinato, in questo modo abbiamo buttato anni di lavoro per mettere su un manto da gioco a cinque stelle. Immagini raccapriccianti, domani sarò in volo verso Napoli per un sopralluogo. Dalle foto si vedono danni non solo all’erba, ma anche al terreno di gioco: ci sono delle buche che compromettono la buona riuscita di un lavoro straordinario per recuperare quanto perso. Chi ha fatto questo danno, deve ripagare dei danni importanti».

Castelli continua poi nella sua disamina tecnica e spiega per quale motivo il San Paolo si trovi ora in queste pessime condizioni: «Se fosse un problema esclusivamente riferito all’erba, si potrebbe risolvere in tempi brevi con un po’ di soldi. Ma anche su questo bisogna essere chiari. Con una rizollatura il prato può sembrare lo stesso a un esame puramente estetico, ma poi occorre tempo per ottenere nuovamente il rendimento di un tempo. Il prato del San Paolo alla prima stagione era buono, alla seconda ottimo, alla terza eccellente. Se le condizioni sono queste dobbiamo ricominciare da zero con il nostro lavoro. Si possono fare i concerti, ma è necessario fare le cose con senso. In questo caso non ci sono stati buoni comportamenti, perché il prato è stato lasciato coperto per dieci giorni ed è successo un disastro. Se fosse stato coperto solo due giorni, come avviene in altri impianti che ospitano eventi di questo tipo, non ci troveremmo in questa situazione».

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