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Terra dei fuochi, i dubbi di Cantone che attacca la società civile

Terra dei fuochi, i dubbi di Cantone che attacca la società civile

Il dibattimento “Terra dei fuochi” prosegue, con l’avvocato Chianese impegnato a difendersi in un processo che ha aspetti paradossali. Con un geologo, Giovanni Balestri, che si sostituisce all’Organizzazione Mondiale della Sanità nel definire i limiti normativi per l’acqua potabile, lo stesso geologo che ritiene di essere più competente – lui da solo – di un pool di esperti (una biologa, un idrogeologo, un ingegnere ambientale, un chimico e due esperti dell’Istituto superiore di sanità) nel valutare il rischio ambientale, lui da solo, novello Leonardo da Vinci, racchiude in sé molteplici qualifiche. La più fantasiosa? esperto in “geoscienza aerospaziale”. Se questo è l’uomo che ha dato il la alla suggestione dell’inquinamento globale da interramento di “rifiuti tossici”, possiamo stare tranquilli: supereremo il 2064 e molti secoli a venire…, mentre del “pentito” (per salvarsi la pelle) Gaetano Vassallo si continua a parlare. È il protagonista del libro della giornalista Daniela De Crescenzo “Così vi ho avvelenato”.

L’ultima presentazione è avvenuta a Roma, alla libreria Feltrinelli, martedì 19 aprile. Nel corso della serata è intervenuto Raffaele Cantone (presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione) le cui parole sono state molto interessanti. Il suo intervento, insieme agli altri della serata, lo trovate su Radio Radicale.

L’intervento di Cantone, sia in quanto “persona informata dei fatti”, sia in quanto persona caratterizzata da prudenza “gesuitica” nelle dichiarazioni, non possono non essere prese in considerazione.

Cantone esordisce con una dichiarazione sibillina: “forse, la storia (del traffico di rifiuti nella terra dei fuochi ndr) non l’abbiamo ancora scritta”, successivamente, afferma: “le indagini giudiziarie (“indagini”, si badi bene ndr) hanno individuato il “mostro” dei rifiuti, l’avvocato Chianese che, fra l’altro, NON È STATO ANCORA CONDANNATO, uno dei misteri italiani”; prosegue, poi, parlando di “scenari inquietanti”, di discesa in campo dei “servizi”, di un subcommissario all’emergenza rifiuti che ha raccontato ai giornali e alla magistratura di un incontro con un “superlatitante” per “discutere di rifiuti”, “tutte vicende su cui, credo, bisognerà aspettare tanto tempo per discuterne”.

Segue un duro attacco contro la “devastazione” della politica e soprattutto della società civile, quest’ultima raffigurata dall’immagine del latifondista «che, ad un certo punto, capisce che è molto meglio raccogliere rifiuti piuttosto che raccogliere le pesche o le famose mele annurca», la stessa società civile – denuncia Cantone – «pronta manifestare contro l’apertura di discariche lecite ma che non ha avuto nulla da dire quando sul territorio si sono posizionate milioni di ecoballe, monumento al disonore del Paese, non della Campania».

Quindi, una dichiarazione “impegnativa”: «io sono di quelli che non crede affatto a questa, diciamo, epopea, che ora viene raccontata da qualcuno di un’esplosione di malattie. Tra l’altro io sono uno di quei napoletani che non è andato via, io vivo a Giugliano».

Di Carmine Schiavone, testimonial di eccezione di tutte le trasmissioni televisive allarmistiche più seguite (“Le Iene” e “Servizio Pubblico” in primis): «Schiavone è un mentitore abituale, mi dispiace che sia morto, non si parla male dei morti, ma lui non sapeva nulla: lo inventava; se gli chiedevano se sulla luna hanno messo rifiuti, lui diceva di sì».

E ancora: “La magistratura esce a pezzi da questa vicenda, almeno una parte della magistratura”; “oggi si capisce perché tutte le grandi inchieste sulla gestione casertana del sistema dei rifiuti non giungono mai alla fine”; “c’è stato un pezzo della magistratura molto vezzeggiato da parte della politica, molto vezzeggiato da parte dagli ambienti radical-chic o più o meno radical-chic del mondo delle associazioni più o meno antimafia, che ha fatto il bello ed il cattivo tempo” e continua a farlo, direi….

Di Vassallo: “quest’uomo, per quanto mi riguarda, è uno scarto della società”.

La conclusione, vale la pena di meditarla, soprattutto perché, per andare dietro le suggestioni dei pm e dei loro consulenti tecnici di parte, si è gettato via il bambino con l’acqua sporca distruggendo imprese campane sane del settore del trattamento recupero e smaltimento rifiuti: «il paradosso di questa vicenda è il paradosso di una regione che, dopo aver preso rifiuti di tutta Italia oggi esporta rifiuti. Questa è una vicenda tutta “napoletana”, tutta “italiana”: noi che abbiamo raccolto rifiuti che venivano dalla Toscana, dalla Lombardia, che eravamo pronti a risolvere i problemi altrui, adesso siamo i maggiori esportatori di rifiuti d’Italia ed anche questo avviene, più o meno, nel disinteresse generale».

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