ilNapolista

Il Complottista ci guida tra i guardalinee della Juventus

Il Complottista ci guida tra i guardalinee della Juventus

L’altro giorno il Complottista ha incrociato per strada il direttore del Napolista e gli si è rivolto così: «Ti leggo, ti leggo. Sei ampiamente fuori strada col tuo pensiero scandinavo e quelle menate sulla mentalità vincente. Ti dirò di più: poiché hai scelto Internet come piattaforma per il tuo lavoro, saprai che nulla di quel che scrivi andrà perduto, e quando scoppierà la nuova Calciopoli i tuoi bei pistolotti faranno il giro della rete. Ti tendo una mano: ospita una mia rubrica, un giorno ti sarà utile». La rubrica del Complottista nasce così.

La Juventus in questi cinque anni ha dimostrato di essere una squadra, forte, molto forte, fortissima.

Nei primi tre scudetti grande merito era stato dato a Conte, i suoi occhi da tigre, la sua tenacia, la sua cattiveria. Ma Allegri in soli due anni ha praticamente cancellato i record e le imprese dell’attuale Ct della Nazionale, futuro coach del Chelsea e  “futuro prossimo” allenatore a San Vittore.

L’incredibile numero di vittorie ottenute, i punti realizzati, farebbero dei bianconeri la squadra migliore d’Europa o almeno alla stregua di Barcellona, Real Madrid e Bayern. Eppure, stranamente, come è accaduto in tutta la sua storia, fuori dai confini nazionali la sua forza dirompente non “dirompe” più. Anche se negli ultimi cinque anni non hanno sfigurato in Europa, però nessuna vittoria. Una finale Champions (persa), una sconfitta ai quarti, una agli ottavi e persino un’eliminazione ai gironi, oltre a una semifinale in Europa League.

Come mai?

I bianconeri in Italia sono i più forti, o meglio il “Sistema Juve” è il più forte. Il “Sistema Juve” è una macchina infallibile, incastro puro di perfetti ingranaggi. Il “Sistema Juve” è imbattibile, invincibile ed inattaccabile perché caratterizzato da due elementi fondamentali.

1) Classe Arbitrale – 2) Organi di Informazione compiacenti. C’è anche un terzo elemento: i quasi 50 infortuni muscolari potrebbe far “malpensare” ad un ritorno ai metodi del Dott. Agricola. Ma non essendoci, al momento, né prove, né tantomeno indizi, ci limiteremo ad analizzare il tema più scottante: La Classe Arbitrale.

Lo facciamo oggi partendo dagli assistenti di linea. E lo facciamo entrando subito nella realtà. Parliamo infatti dell’eroe della recente giornata di campionato: Di Liberatore, l’assistente di linea più bravo al mondo. Lo ha dimostrato lunedì riuscendo a vedere mezzo piede di Callejon in fuorigioco. Un vero genio, occhio di lince. Un mostro di bravura, come lo ha definito Spalletti. Peccato però che questo genio in Napoli – Juve dell’ 11/01/2015 non segnalò Caceres in off-side, in quella che divenne la partita del «Ci può stare» di Benitez. Peccato che occhio di lince non notò Destro partire in fuorigioco nell’1 a 0 di Bologna – Napoli del 6/12/2015.

E ancora, nella clamorosa rimonta in Coppa Italia (Fiorentina – Juve del 07/04/2015) è lui che annulla il gol dei viola di Gonzalo Rodriguez in linea con un difensore bianconero. In Juventus – Napoli del 10/11/2013, Llorente segna in chiara posizione di fuorigioco, ma per il nostro infallibile robot, è tutto valido.

Juve – Napoli del 1/04/2012: Bonucci che partecipa all’azione ha un piede in fuorigioco ma il gol di Vucinic viene convalidato.

E’ curioso notare come Di Liberatore, anche quando non sbaglia, sia sempre presente nelle partite dei bianconeri di cui si discute ancora oggi. Quasi come se fosse la garanzia per la buona riuscita del progetto vittoria. Quasi eh, mi ha detto il direttore che dobbiamo stare attenti alle querele. Di Liberatore era assistente quando il suo collega Romagnoli non vedeva il clamoroso gol di Muntari (Milan – Juventus 25/02/2012) e tornando ai nostri giorni lo è anche quando il suo dirimpettaio Tonolini annulla il gol regolare di Maxi Lopez del derby della mole (21/03/2016).

Romagnoli è un protagonista del campionato 2011/2012. E’ lui che invalida un gol regolarissimo a Seedorf (Fiorentina – Milan del 9/11/2011).

La coppia Faverani-Stefani è invece tristemente famosa per l’arbitraggio scandaloso di Mazzoleni & Co, nella finale di Supercoppa di Pechino (Napoli – Juventus 11/08/2012), uno dei due segnala all’arbitro le parole di Pandev per le quali il macedone verrà espulso. Ma i due assistenti sono anche i protagonisti di un Juventus – Roma del 6/10/2014 rimasto agli annali per le numerose sviste di Rocchi e la rete finale di Bonucci, con Tevez in fuorigioco.

Altro pezzo da novanta è Cariolato, spesso presente nelle vittorie bianconere. Colui, per intenderci, che segnalò a Rizzoli (che non aspettava altro) il buffetto di Ibrahimovic ad Aronica (Milan – Napoli 5/02/2012) che costò 3 giornate di squalifica allo svedese e lo mise fuori gioco nella rincorsa scudetto del Milan nel 2012.

Questi sono gli assistenti più importanti, quelli che grazie a questo modus operandi sono diventati “internazionali”. Ma ce ne sono anche altri meno famosi pronti ad avere una chance, a ritagliarsi il loro momento di visibilità agli occhi degli Agnelli. Preti che annulla il gol regolare di Paloschi (Chievo – Juventus 25/09/2013), ma che un anno prima non alza la bandierina per un incredibile fuorigioco di Asamoah in Juventus – Inter del 03/11/2012. Oppure, per tornare al campionato in corso, Schenone che in Empoli – Juventus (8/11/2015) in occasione del terzo gol juventino non sanziona la clamorosa posizione di fuorigioco di Lichtsteiner.

Ed infine Giallatini che alza la bandierina annullando di fatto la rete regolare di Bernardeschi nell’ultimo Fiorentina – Juventus del 24/04/2016.

Ce ne sarebbero tanti altri, a volte neppure venuti agli onori delle cronache, perché cancellati dalla vittoria schiacciante della squadra bianconera.

Il Direttore di questa testata, durante una puntata di Radio Napolista, trasmissione che ascolto sempre con grande interesse, commentava: “Una cosa però è certa: l’unico anno in cui si effettuò il sorteggio arbitrale era il campionato 1984/85. Lo scudetto lo vinse il Verona di Osvaldo Bagnoli”

Lo ha detto Max Gallo che non crede a complotti e dietrologie.

Ma ciò dimostra che qualcosa di oscuro nel calcio c’è stato e c’è. Perché è chiaro che per vincere bisogna essere forti, molto forti, fortissimi; avere una buona dose di fortuna e, last but not least, poter contare sugli aiuti del “palazzo”. La nostra analisi su questi episodi lascia poco spazio a dubbi.

E abbiamo parlato solo degli assistenti arbitrali…

ilnapolista © riproduzione riservata