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Icardi, il centravanti antico e diverso che nessuno ha considerato al posto di Higuain

Icardi, il centravanti antico e diverso che nessuno ha considerato al posto di Higuain

Già si parla di mercato, a Napoli, e quindi già si parla dell’addio di Gonzalo Higuain. Per esperti e addetti ai lavori, è una virtuale certezza, nonostante il presidente De Laurentiis stia provando in tutti i modi a convincere il Pipita a restare sotto il Vesuvio. Vogliamo far finta che esperti e addetti ai lavori abbiano ragione, e vogliamo aprire il grande libro del fantamercato e delle voci incontrollate di fine marzo. Cosa troviamo: intanto, la suggesione-Ibrahimovic. Che è, per l’appunto, una suggestione. E basta. Lo svedese rappresenterebbe un sostituto solo in termini di immagine dell’attaccante argentino, date età (35 anni da compiere a ottobre) e soprattutto costi di ingaggio (15 milioni di euro lordi al Psg). Gli altri nomi venuti fuori: Aubameyang, Immobile, Lapadula. In ordine decrescente, ovviamente, di appael e importanza. L’ultimo, prospetto neanche più tanto giovane (26 anni compiuti) del Pescara sarebbe ricercato dal Napoli a prescindere dal destino di Higuain.

Nessuno, però, fa il nome di un calciatore che, secondo noi, sarebbe perfetto per ereditare la maglia di Higuain: Mauro Icardi. Abbiamo usato il verbo “ereditare” per tracciare in qualche modo i contorni di questa operazione: il Napoli non acquisterebbe un sostituto di Higuain, ma metterebbe Icardi al suo posto. Caratteristiche, formazioni e idee di calcio completamente diverse tra i due sudamericani: se Higuain, lo conosciamo, è l’accentratore moderno della manovra offensiva del Napoli, l’attaccante nerazzurro è un centravanti puro. Un numero nove nel senso antico del termine. Dove antico e moderno, però, sono aggettivi che non hanno accezione negativa (il primo) e positiva (il secondo). Descrivono semplicemente un’adattabilità diversa a diversi modi di giocare.

Icardi, riflettiamoci insieme, è un’opportunità di mercato. Intanto l’età, 23 anni appena compiuti. E poi il curriculum, già bello farcito di roba buona: la cantera del Barcellona, che già di per sé a volte basta a identificare il campione. Ma poi, ecco le referenze in Italia: 33 presenze (a singhiozzo) e 11 gol con la Sampdoria, poi 48 gol in 98 match con l’Inter. Di queste, le 22 (in 36 partite) che nella Serie A 2014/2015 sono valse il titolo di capocannoniere in coabitazione con Toni. Più che questi numeri, fanno però impressione quelli della stagione in corso, che per Icardi è inequivocabilmente negativa: 26 presenze, 12 gol. Quindi, come dire: nella sua peggior stagione italiana, Icardi mette dentro solo due gol in meno rispetto al fenomeno Dybala e al dirimpettaio milanista Carlos Bacca.

Se questo non bastasse a capire quando Icardi sia davvero un signor attaccante, basta confrontare i dati della conversion accuracy sua e del capocannoniere del campionato: se Higuain riesce a trasformare in gol il 22% delle sue conclusioni verso la porta (29 su 128), la percentuale di Icardi arriva fino al 31% (12 gol su 39 tiri). Questi dati ci suggeriscono due cose: innanzitutto, che anche solo pensare a un confronto tra il gioco dell’Inter e quello del Napoli è come bestemmiare, per dirla à la Sarri; e poi, che Maurito Icardi è un centravanti coi fiocchi. Uno che, anche nel contesto di una squadra che se gira non riesce comunque a girare per lui, riesce a venir fuori “pulito”, con il 30% dei gol realizzati dalla sua squadra in campionato. Tra l’altro, nota a margine, con 25 partite da titolare e una da subentrato, per un totale di 2019 minuti in campionato: un gol ogni 168 minuti di gioco.

Con questo non vogliamo e non possiamo assolutamente dire che un eventuale cambio Higuain-Icardi gioverebbe al Napoli. Ovviamente, parliamo di un livello e di calciatori diversi. Però, andiamo oltre e fingiamo che la cessione del Pipita sia una cosa da pistola alla tempia, o la fai o la fai: ebbene, Icardi sarebbe la soluzione migliore. Abbiamo già detto dell’età, ma anche il costo farebbe la sua parte: il valore secondo Transfermarkt è di 32 milioni, ma l’argentino non è considerato proprio un intoccabile da Mancini, che più volte in questa stagione ha avuto per lui parole non proprio edificanti. Quindi, come dire: cifra trattabile al ribasso. Anche alla luce di quelle che sono le difficili condizioni economiche dell’Inter, una squadra costretta ad andare in Champions per non dover (s)vendere i suoi migliori calciatori, soprattutto quelli acquistati la scorsa estate con la (discutibile) pratica dei “pagherò”, dei diritti o degli obblighi di riscatto. L’Inter farebbe un sacrificio su un suo calciatore, acquistato ormai tre stagioni fa per 12 milioni di euro (un’intuizione felice di Mazzarri, forse l’unica eredità positiva del suo passaggio in nerazzurro) e quindi utilizzabile per una grossa plusvalenza.

Venderlo al Napoli a prezzo di costo darebbe agli azzurri un attaccante giovanissimo, di valore internazionale verificato, e ancora tutto da scoprire e sgrezzare in un sistema che funziona. Certo, è vero pure che Sarri si trova lì al secondo posto anche e soprattutto grazie a Higuain, che rispetto a Icardi è completamente diverso. Il tecnico azzurro, però, ha dimostrato di essere tanto duttile da riuscire a cambiare e cambiarsi in corsa. Farlo per e con Icardi non sembra proprio un’impresa. E poi, la sfida del calciatore da recuperare, del talento da riportare in auge o addirittura da lanciare finalmente in Europa per verificarne reali abilità e consistenza. Una sfida affascinante, il miglior modo per superare l’eventuale shock dell’addio del Pipita.

L’ultimo scenario che va verificato è quello fuori dal campo. A primo acchitto, verrebbe da pensare a un destabilizzatore maniaco dei social: Wanda Nara, Instagram, feste e follie. Eppure, basta essere meno superficiali: ricordate mai un gesto sballato, una parola fuori posto o un qualsiasi altro caso eclatante legato a Icardi? Qualche selfie su internet o una storia (solo) extracalcistica di amori un po’ particolari sono solo la riedizione anni Duemiladieci delle avventure singolari vissute da sempre nell’ambito dello sport ad alti livelli. Robe che non hanno mai fatto male a nessuno, c’è da aggiungere, se non per episodi estremi o spiacevoli. Robe che, intanto, non hanno ancora influenzato la carriera di Mauro Icardi, centravanti per vocazione che sarebbe perfetto per sostituire Higuain. Per cambiare, riscrivere completamente lo scenario in caso di addio del Pipita. Una soluzione drastica per una decisione dolorosa e forse irrinunciabile, che però deve ancora trovare riscontro nella realtà. Per fortuna.

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