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Bisogna uccidere Maradona

Bisogna uccidere Maradona

Bisogna uccidere Maradona

“I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce”

San Gregorio di Lissa

 

–       Sai quando ho capito che avremmo perso con la Juve?

–       Quando ha segnato Zaza?

–       No.

–       Quando nessuno ha chiamato l’uomo a Jorginho?

–       Nemmeno.

–       E allora?

–       Quando ho visto il suo video

–       Di chi?

–       Di Maradona.

–       Ma sei scemo?

–       No, pensaci: riappare e perdiamo.

–       Ma se non è mai andato via.

–       È proprio questo il punto.

–       Il punto di cosa?

–       Di tutto. Fin quando ci sarà lui noi non vinceremo niente.

–       Ma che dici? A parte che abbiam vinto diversi trofei.

–       Dico la verità che i napoletani come te non vogliono vedere né capire. E se la Coppa Italia o la Supercoppa contano qualcosa allora io sono Valdano.

–       Alto sei alto, vi pettinate allo stesso modo, un po’ l’accento vi divide.

–       Il problema non è il mio accento, ma Diego e la sua ombra.

–       Io pensavo fosse Albiol.

–       Sì, continua a scherzare. Prendi il murales.

–       Bello.

–       Bello il cazzo.

–       Ma se ha i pantaloncini.

–       Uhhh, dico bello per niente.

–       Opinioni.

–       No, un dato di fatto, è lì da venti e fischia anni, hanno aperto anche una finestra al posto della faccia di Maradona e quando lo riprendono? Ora. Capisci?

–       Che devo capire, magari non c’era nessuno che sapeva farlo, oppure nessuno disposto a farlo gratis e perdendoci tempo e lavoro, le cose son semplici, oppure non c’era entusiasmo e ora c’è.

–       È questo il punto.

–       E quindi sono due.

–       Anche di più. Lui ruba il nostro entusiasmo.

–       Maradona ladro, quindi una nuova versione da aggiungere a Maradona cocainomane.

–       Continua, continua a non prendermi sul serio.

–       Ammetterai che è difficile crederti.

–       Partiamo da un dato: come andava il Napoli prima che lui intervenisse?

–       Ma che c’entra?

–       No, rispondi.

–       Andava bene.

–       Ohhh. E Reina?

–       Reina, cosa?

–       Reina come parava prima che lui scrivesse la ricetta a sua moglie?

–       In effetti.

–       Ecco.

–       Ma è solo un caso.

–       E Higuain?

–       Ha ripreso a segnare.

–       Lui sì, ma Mertens no.

–       È un caso.

–       E sono tre.

–       No, erano due.

–       Devi aggiungere Insigne.

–       Ok. E quindi?

–       E me lo chiedi?

–       Bisogna uccidere Maradona.

–       Ma che dici?

–       Quello che bisogna fare, si va a Dubai, si capisce dove esce che fa e poi cantando Diego Diego lo uccidiamo.

–       Lo uccidi tu, io sono contrario.

–       Va bene, ma tu lo mantieni.

–       Io non riuscivo a mantenere le galline a mia nonna per il brodo di natale, figuriamoci se posso mantenerti Maradona.

–       Ma poi come lo uccidi?

–       Con una scimitarra, in fondo è un infedele.

–       Infedele?

–       Certo, di Napoli.

–       No, scusa, aspè che non ci sto capendo più niente. Ammettiamo che lui ci rubi l’energia per vincere lo scudetto e tutte ste strunzate qua, mò è pure infedele perché se ne è andato?

–       È la centrale elettrica della nostra sfiga.

–       Mettiamo che sia così, ma se si stava di casa a Posillipo cambiava qualcosa?

–       No.

–       E allora che ci azzecca l’infedeltà.

–       Hai ragione. Mi sono fatto trasportare dalla foga.

–       Ma qua foga questa è scemità.

–       Perché voi siete così, dimenticate.

–       Ma voi chi? Stiamo di casa nello stesso quartiere da 40 anni.

–       Sì, ma io sto più a nord.

–       Può essere, ma che cambia.

–       Cambia, cambia, io mi sono emancipato dal passato, da questo vostro vivere eternamente nel ricordo.

–       Ma vostro di chi?

–       Di voi napoletani senza presente.

–       Azz, siamo passati alle cose difficili.

–       No, è facile. Voi non avete presente, un presente calcistico perché vivete in quello passato, dove c’era LUI.

–       Perché abbiam fatto di meglio?

–       Sì.

–       E che abbiam vinto?

–       Niente, e questo è il punto.

–       Azz. Perché c’è ancora lui.

–       Vedi che te ne vieni.

–       Ma non si può uccidere un mito.

–       Scusa ma a Martin Luther King non gli hanno sparato?

–       Sì, ma era uno tifoso di un’altra squadra. E poi in America che ne capiscono di pallone.

–       Ma che significa. Dai. Maradona adda murì.

–       Ma non possiamo aspettare che si uccida con l’acqua minerale?

–       Che significa?

–       Non lo vedi che è ingrassato di nuovo, non può bere alcol, non potrebbe fumare, non si droga più, sarà capace di uccidersi bevendo Perrier e collassando, abboffandosi di merendine arabe, una cosa così.

–       E io mica posso aspettare tutto sto tempo. L’occasione è adesso.

–       Per me è come un padre, non ci riesco.

–       A parte che Youtube è piena di cose sue e quindi te lo puoi sempre rivedere, ma non devi fare nulla, devi solo venire con me, poi gli sparo io.

–       Ma non avevi detto scimitarra?

–       Scimitarra, pistola, quello che troviamo a Dubai, se serve lo strozzo.

–       Ma sei scemo e io che faccio mentre lo strozzi?

–       Mi aiuti.

–       Ma chi? Anzi può darsi che vedendolo spantecare, abbuschi tu.

–       Ah vedi come siete voi napoletani, se si tratta di difendere il piccolo padre emerge subito la vostra violenza. E perché riusciresti a picchiare me e non lui?

–       Tu mica ci hai fatto vincere due scudetti e una coppa Uefa.

–       Non se ne esce.

–       Ma infatti sei solo tu in mezzo a una città intera che se ne vuole uscire, noi ci stiamo bene.

(1 – continua)

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