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La vera forza del Napoli è nelle parole di Buffon

La vera forza del Napoli è nelle parole di Buffon

Ad un certo punto del dopopartita di Mediaset Premium, è arrivato Gigi Buffon. Uno che ha vinto tanto, sempre, ovunque. Ma che ha anche perso, forse anche più di quello che ha vinto. Manchester e Berlino, due finali Champions di cui una ai rigori. Io lo so che Gigi Buffon la Champions ce l’ha in testa: più di Nedved e Ibrahimovic, è un’ossessione. Non credo potrà mai avere altre occasioni per vincerla. Ha compiuto da poco 38 anni, e la Juventus è una grande squadra che, guardando al tabellone degli ottavi che cominciano dopodomani, è dietro ad almeno quattro-cinque squadre. Rispetto a due o tre, è indietro parecchio. Una di questa la incontrerà il 23, il Bayern Monaco di Guardiola.

Volevo presentare il personaggio e il contesto in cui ha parlato. Io, da tifoso del Napoli un po’ (eufemismo) addolorato per la sconfitta dello Stadium, aspettavo la solita dichiarazione di un portiere della Juventus, un ruolo che vive sui generis, come dire. Anche quando parla. Abbiamo meritato la vittoria, siamo forti perché siamo la Juventus, la storia e cose così. Invece ho visto la faccia e gli occhi di un calciatore della Juventus veramente ammirato degli avversari di una serata di febbraio. Forse impaurito è dir troppo, ma non sarebbe esagerato. Il Napolista ne ha scritto qui, potete leggere in questo pezzettino le sue parole più o meno esatte. Il riassunto è questo, comunque: «Siamo stati fortunati a tirare fuori il coniglio dal cilindro, le grandi squadre vincono anche così. Mi sarei accontentato di un pareggio». Bum.

Il tifoso del Napoli un po’ addolorato ha sentito bene? Ho sentito bene? Il portiere della Juventus, un ruolo che vive sui generis, ha detto che in una partita giocata in casa, contro il Napoli, si sarebbe accontentato di un pareggio. Uno che ha la Champions in testa, che ha vinto un Mondiale e appena quattro scudetti consecutivi. Che stasera è tornato in testa alla classifica per l’ennesima volta dopo quindici vittorie di fila in campionato. Che l’ha fatto senza rubare nulla (in senso lato, non arbitrale), solo una deviazione balorda su un tiro all’88esimo minuto. Questo portiere ha ammesso proprio questo: che la sua squadra, la Juventus, ha vinto grazie a un episodio. E che, contro questo Napoli, sarebbe bastato anche un pareggio.

Non è un attestato di stima, tantomeno una certificazione ISO novemilaqualcosa o CE, quella dei giocattoli. È la certezza che può andare come è andata, che andrà come andrà, ma che il Napoli esiste, a questo livello. Che questo Napoli non solo gioca bene e vince otto partite consecutive e va in testa alla classifica da solo per sei settimane di cui cinque di fila. È la certezza che questa squadra c’è. Va a Torino e impone il suo gioco, e se non attacca come al solito è perché di fronte ha il meglio del meglio possibile. Che la banda di Sarri fa paura, anche al portiere della Juventus. Soprattutto a lui. Lode a te, Gigi. Hai detto una cosa vera. Hai detto una cosa bellissima, soprattutto per chi come me ha vissuto anni nella paura di una trasferta ostica a Sassari. La partita di stasera è una vittoria mascherata da sconfitta. E il dolore per una deviazione balorda all’88esimo si trasforma in un orgoglio grande quanto lo Stadium. In una certezza che prescinde dal “può andare com’è andata”. Facciamo paura, l’ha detto Gigi Buffon. Siamo grandi davvero.

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