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Elezioni Fifa, ecco la fumata bianca: Gianni Infantino è il nuovo presidente

Elezioni Fifa, ecco la fumata bianca: Gianni Infantino è il nuovo presidente

Arriva da Zurigo la notizia calcistica del giorno: lo svizzero Gianni Infantino è il nuovo presidente della Fifa. Ex segretario generale dell’Uefa, origini italianissime con padre calabrese e madre lombarda, Infantino corona con la poltrona massima del calcio mondiale una brillante carriera dirigenziale, iniziata nel 2000 con il primo incarico in seno all’Uefa.

«Voglio essere il presidente di tutte le 209 le Federazioni del calcio, e insieme a loro voglio rinnovare la Fifa e costruire una nuova era». Queste le prime parole di Infantino da numero uno Fifa. «Il mio è stato un viaggio eccezionale in cui ho incontrato tantissime persone che meritano che la Fifa si altamente rappresentata. Noi rinnoveremo la Fifa e dobbiamo esserne orgogliosi».

Alla seconda votazione di oggi, bastavano 104 voti per assicurarsi la carica che dal 1998 era appannaggio di Sepp Blatter. Infantino ne ha raccolti 115, battendo la concorrenza dello sceicco Salman Bin Ibrahim al Khalifa, che si è fermato a 88 voti. Appena 4 preferenze per il principe Alì di Giordania, zero per Jerome Champagne. Il quinto candidato, Tokyo Sexwale, si era ritirato prima della prima votazione. La prima votazione, con 107 aventi diritto, si era conclusa sul nulla di fatto per la mancanza del raggiungimento del quorum necessario, pari a due terzi. 

In questa giornata storica per il governo del calcio mondiale, da registrare l’importante intervento del presidente del Cio, Thomas Bach: «Si tratta di un giorno straordinario per il vostro sport, finalmente avete la possibilità di ritrovare la credibilità ed al Cio sappiamo quel che ci vuole per centrare questo obiettivo. E’ un duro lavoro quotidiano ma sono certo che la Fifa saprà segnare il gol vincente». Manifestazioni, a Zurigo, contro il candidato Ibrahim Salman Al Khalifa: un gruppo di dissidenti del governo del Bahrein, al grido di “Salman dittatore”, ha esposto degli striscioni con le foto delle torture di cui Al Khalifa sarebbe stato connivente. Il candidato ha respinto le accusa, sostenendo la totale assenza di prove a supporto di queste tesi. 

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