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Le smorfie di Higuain, le reminiscenze di Coppola e Chiriches che prova a imitare Maradona

Le smorfie di Higuain, le reminiscenze di Coppola e Chiriches che prova a imitare Maradona
Chiriches

Napoli-Verona 3-0, i dieci gesti da ricordare

0’ pt – Sarri e Delneri chiacchierano prima della partita. Si trattengono per circa cinquanta secondi occhi negli occhi, parlano fitto fitto, che bello ritrovarti qui, quanto sei bravo tu, ti meriti questo e altro, due cerimonie e salamalecchi, poi appena in campo: zacchete.

4’ pt – Lo sguardo di Higuain. Mertens si accentra e si defila il tanto che basta per far filtrare un pallone verso la sinistra, dove Higuain attacca lo spazio, si spinge fino in fondo e alza due volte la testa prima di servire la palla verso il centro, dove El Kaddouri tocca e fa gol.

12’ pt – Il doppio dribbling di Mertens. Il diavolino belga usa le gambine come una macina e salta due avversari uno dietro l’altro, prima Bianchetti poi Moras, per poi portarsi la palla sul sinistro e battere Nando Coppola, al quale in quel momento viene sicuramente in mente il pomeriggio in cui ne prese cinque dal Bologna, ma aveva la maglia del Napoli. Non giocava al San Paolo dal 13 aprile 2008, era in porta all’Atalanta.

24’ pt – Il pallonetto di Higuain. Solo davanti a Coppola, Gonzalo si scemunisce e accenna una cosa che non è né un cucchiaio né un pallonetto. Una giocata presuntuosa che non gli regala il gol tanto cercato. Ma senza i presuntuosi non avremmo scoperto l’America.

26’ pt – Le smorfie di Higuain. Il San Paolo vive la più grande paura nella storia dell’umanità dopo l’uscita dell’Esorcista al cinema. Higuain si accascia e si tocca la caviglia. In quel momento non c’è napoletano che non si domandi perché diavolo Sarri abbia deciso di mandarlo in campo, cancellando in un istante i ricordi di tutte le volte in cui ha maledetto il turn-over augurandosi di avere in campo sempre gli stessi undici. Poi lo spray miracoloso rimette in piedi Gonzalo.

31’ pt – L’intuito di Mertens. Il belga coglie che Bianchetti avrebbe toccato la palla di testa all’indietro verso il suo portiere e si fa trovare lungo la traiettoria, aggirando il difensore alle spalle, come si faceva sui campi di battaglia nell’Ottocento. Siccome nell’Ottocento sui campi di battaglia non si faceva gol, Mertens non segna.

41’ pt – La traversa di Checchin. E’ la prima vera grande occasione per il Verona e rimarrà l’unica.

8’ st – Per un fallo di mani di Coppola su retropassaggio, l’arbitro fischia un calcio di punizione a due dentro l’area. Ogni volta che succede, noi con la testa andiamo sempre là, soprattutto in questo 2015 che segna il trentennale del piedino di Diego. Ma Gonzalo ha il piedone. Calcia a giro e la manda fuori bersaglio.

30’ st – Il rigore sbagliato da Hamsik. Appena si accorge che Higuain è uscito dal campo, sostituito, l’arbitro fischia un rigore per il Napoli. Dal dischetto va Marek Hamsik, e sotto la stessa curva dove ne sbagliò uno famoso contro la Juve, fatto ripetere dall’arbitro dopo che lui aveva segnato e festeggiato scendendo le scalette degli spogliatoi, il capitano stasera senza fascia manda il pallone sul palo. La domanda è: con questi rigori che si fa?

37’ st – L’azzardo di Chiriches. Il rumeno cerca il gol storico tirando da centrocampo, come contro il Verona era già riuscito di segnare a Diego, ma nell’altra porta. L’operazione non gli riesce ma gli vogliamo bene lo stesso. Anzi di più. Meglio ricordare solo Maradona.

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