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Napoli-Inter 2-1, pagelle/ Reina, a dimostrazione che il culo è l’incontro tra il caos e la preparazione. Higuain che scippa la palla dal petto di Callejon

Napoli-Inter 2-1, pagelle/ Reina, a dimostrazione che il culo è l’incontro tra il caos e la preparazione. Higuain che scippa la palla dal petto di Callejon

REINA – Il gioco si fa duro e lui gioca alla grande, uscendo e salvando più volte. Memorabile la smanacciata sul colpo di testa di Miranda, che fa rotolare la palla sul palo e che richiama una delle parate più impossibili di tutti i tempi, quella di Gordon Banks su Pelè ai mondiali del ‘70. Il resto è ancora legno, a dimostrazione che il culo è sempre l’incontro tra il caso e la preparazione – 9

In quei due legni ho visto la luce della pace eterna, i giardini in cui scorrono ruscelli, gli alberi da frutto prosperosi e profumati, il cibo dopo la fame, l’acqua dopo la disidratazione, il rigoglio della natura dopo la dannazione della siccità, il riposo dopo la fatica, una promessa di vita dopo la terribile minaccia della morte. C’erano tutti gli dei del mondo, in quei due pali, Fabrizio. Qualcosa da non dimenticare perché, se anche una volta sola nella vita, la fortuna ti bacia così, impedendo al pallone di entrare in rete, vuol dire che, lassù, qualcuno cerca di dirti qualcosa, e che se non ci metti del tuo per realizzare la profezia, allora meriti le pene dell’inferno. Il mio voto è complessivo, alla santissima porta di Pepe – 10

HYSAJ – Dalla sua parte, l’Inter crea molto. Soffre e sbaglia e quando i nerazzurri rimangono in dieci, dà la sensazione di essere lui l’uomo in meno, non in più. Ma in una serata del genere non possono esserci insufficienze – 6

Salva al 41esimo, quando le corde vocali sono ormai quasi in putrefazione e il cuore è a un passo dal pronto soccorso. Non ci sono insufficienze che tengano, solo un fragoroso Amen – 6

ALBIOL – Storicamente è suo il colpo di testa che lancia il Pipita verso il due a zero. Il colpo di testa nel finale, quando l’Inter riconquista palla e sfiora il gol, rimanda però al peggiore Albiol – 6

Per lo stesso motivo di sopra, tu ed io ricorderemo solo il primo Albiol, il migliore – 6

KOULIBALY – A differenza degli altri non perde mai la giusta tensione nervosa e nel caos finale rimane sempre una certezza – 7,5

Da oggi veneriamo una nuova santa in Paradiso: la gamba di Koulibaly – 8

GHOULAM – Dopo appena trenta secondi serve di testa un involontario assist a Icardi. Su punizione cerca più la meta che la porta. Sulla sua fascia le cose vanno molto meglio rispetto all’altra parte – 6,5

Quei trenta secondi non sono mai esistiti, non so di che parli – 6

ALLAN – Nagatomo gli fa banzai e va fuori. Il guerriero Allan non abbassa mai la guardia anche se la stanchezza si fa un po’ sentire – 7

Nulla può Nagatomo, e neppure Guarin. Solo Orsato lo zittisce, ricordandogli che, in campo, parla solo l’arbitro. Ma Allan non si ferma, continua a emanare forza da tutti i pori, gli vorrebbe dare addosso. Per quanto sia calato moltissimo nel secondo tempo, la sua forza continua ad essere così vivida da sembrare vapore che si alza da un corpo bollente sotto una doccia fredda. Uno spettacolo unico – 7,5

JORGINHO – In una squadra padrona del tempo per almeno un’ora di gioco, è lui il contabile magistrale incaricato di amministrare secondi e minuti. Poi, sarà l’ansia da prestazione per il primo posto in dirittura d’arrivo, il calo di tensione significa meno possesso e un po’ di palloni persi – 7

È vero, c’è stato un momento in cui sembrava vestisse giacca e cravatta e avesse una calcolatrice in mano. Risparmio di palloni, giocate e di energia. Economia di vittoria – 7,5

HAMSIK – Più guizzante di Insigne, in quel pezzo di centrosinistra che fa sfracelli quando la palla infine arriva a Higuain. Tira come al solito e ha pure un’invitante palla di testa. Meglio in fase offensiva, anche perché quando difende deve fare i conti con Guarin – 7

Si mette di traverso per fermare Guarin su Allan. E basterebbe solo questo a meritargli il voto. Mi emoziona il fatto che non ha più paura, tanto – 7

D. LOPEZ dal 34’ del secondo tempo – Entra per contenere e fare a spallate ma si trova una palla splendida tra i piedi e non riesce a vedere Maggio a destra, a causa dei paraocchi – 6

Diciamo che ne ingarra una su dieci – 6

CALLEJON – Superba partita di sacrificio e ripiegamento. Fa anche il terzino destro nei vuoti di memoria di Hysaj – 7

Fa il contadino tutta la partita, il lavoratore indefesso. Zappa, vanga, scava, semina, fatica. Poi, quando arriva sottoporta, perde l’impugnatura della zappa e la tira ad capocchiam nell’aere. Non lo capirò mai perché fa così – 6,5

MAGGIO dal 42’ del secondo tempo – Il tempo di fare un traversone imprendibile per tutti – 6

Ahahahhahahah – 6

HIGUAIN – Dunque, al primo minuto arpiona una palla a Callejon, l’accompagna con gli occhi e con l’anima e la tocca solo quando tira, disegnando una retta precisa nella porta dell’Inter. Due tocchi e basta, da mostro o marziano che sia, cara Ilaria. E due tocchi pure quando alla velocità della luce, con Murillo e Miranda che lo stringono a sandwich, insegue il pallone ribattuto da Albiol e fa il due zero. Tutti in piedi, di fronte al Pipita. Stanotte silenzio per meditare e commuoversi – 10

Scippa la palla dal petto di Callejon che la ha appena stoppata e, in una frazione di secondo, senza nemmeno lasciare a noi il tempo di pensare, sfodera una freddezza da gelare il sangue, trasformando in gol un’azione che sembrava conclusa. Segna dove e come vuole, con la forza che vuole, segna anche solo con la forza del pensiero, segna con la testa, usando la testa. Perché uno che sotto porta riesce ad afferrare quella frazione di secondo di lucidità e a farla propria, e a tirare quella bomba, è un essere sovrannaturale e basta. Lo dimostra di nuovo al 44simo, quando in campo muoiono tutti, uno dopo l’altro, nelle gambe non ne hanno più, mentre lui si lancia all’attacco di Handanovic, che si oppone al miracolo con una smorfia sul viso, una bellissima e indimenticabile smorfia di dolore – 10

INSIGNE – Tanti ghirigori da giocoliere: tunnel di tacco, sombrero, passaggio di petto. Meno sostanza, però, nei dribbling – 6,5

Sembra sempre che abbia tra i piedi la bacchetta magica che fa risuonare la vocina dei topolini: “Salagadula, megicabula bibbidi-bobbidi-bu. Fa la magia tutto quel che vuoi tu. Bibbidi-bobbidi-bu” – 6,5

EL KADDOURI – Almeno tre grandi giocate. Prezioso nel recuperare, per quanto possibile, il possesso palla durante l’assedio interista – 7

Entra come un pazzo, con una foga mai vista. Fa delle giocate che sono una goduria. Splendido – 8

SARRI – La tuta contro l’eleganza pariolina di Mancini, con lo sciarpino, il cappottino e il ciuffettino. È al primo posto, ma troverà sicuramente il modo per incazzarsi anche stasera – 8

L’ha già detto: gli farà un cazziatone. Perché alla squadra che ha messo su non è consentito tirare i remi in barca a mezz’ora dalla fine. Non fa niente che l’acido lattico invade le gambe, non importa quanto hai potuto giocare negli ultimi mesi, né quanto ancora dovrai dare fino alla fine. Conta solo essere una macchina da guerra, non sentire più i polpacci, né il torace che si tende per lo sforzo, né il petto che palpita spinto dal cuore, né le braccia che penzolano lungo il corpo, né il ronzio della fatica nelle orecchie. Perché con la testa puoi annullare tutto, è questo che Sarri ha insegnato al Napoli. Ed è per questo che ancora parla di un margine di miglioramento per Higuain: “Sarà un marziano quando avrà fatto quel passettino in più a livello di testa che ancora gli manca”, ha detto più o meno così. E se un allenatore vuole fare questa cosa bellissima a un giocatore che sogna di allenare da una vita, bé, allora il marziano è lui. Ed è nostro – 10

ORSATO – Perfetto su Nagatomo. Ha sempre tenuto la partita sotto controllo – 7

Non ha ceduto alla smania della compensazione. Ottimo – 7

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