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Ormai se il Napoli vince con meno di tre gol di scarto è calo fisico

Ormai se il Napoli vince con meno di tre gol di scarto è calo fisico
Il mio Napoli – Udinese 1-0
– I giorni precedenti la partita casalinga con l’Udinese hanno un iter preciso da anni:
– Intervista a Pozzo che fa i complimenti a De Laurentiis senza i soldi del quale probabilmente non avrebbe mai potuto costruire il nuovo stadio. Nuovo Friuli che dovrebbe appunto rinominare i propri settori: la Curva Rossitto, la Tribuna Inler, la Tribuna Sergio, la buvette Pineda, i sanitari Pavon, la balera Armero e così via, fino all’unico acquisto senza scatola e nastri colorati, l’ultimo, Allan.
– Intervista a Marino che spiega pregi e difetti di entrambe le sue ex società.
– Intervista ad Andrea Carnevale che spiega pregi e difetti dei due ambienti.
– Intervista a Di Natale che spiega pregi e difetti di entrambe le città.
– Annuncio del forfait di Di Natale per infortunio.
– Anche se poi, il vero e determinante assente, senza ombra di dubbio, è stato Kone.
– Gli attimi precedenti la partita, nel riscaldamento, ho potuto finalmente ammirare Reina all’opera. Confermo che si sa ancora buttare. Sia a destra che a sinistra.
– Nel riscaldamento ho anche avuto pena per Gabbiaridi. Doveva essere il suo anno. La consacrazione come seconda punta. Con il cambio modulo si è invece ritrovato a essere il vice Higuain. Ecco, nei tiri d’allenamento, Gonzalone ha segnato di destro, di sinistro, su punizione, di fino, di potenza e ha eliminato tutte le ragnatele da tutti gli angoli della porta.
– Il Napoli doveva riprendere la marcia interrotta a Genova e rispondere alle vittorie delle altre capo classifica.
– Nei primi 15 minuti abbiamo assistito a belle trame e veloci triangolazioni a centrocampo ma, nel momento dell’ultimo passaggio o della conclusione, imprecisione e fretta, hanno avuto la meglio. Sempre pe’ ‘na nticchia.
– Incredibile il lancio di Reina di 80 metri sui piedi di Insigne che, incredulo di trovarsi solo in area, non è riuscito a controllare il pallone. Pe’ ‘na nticchia.
– Dal 18′ è iniziato lo show di Higuain.
Cross di Calle da destra ed acrobazia del nostro. Per fortuna ha colto il palo e non ha segnato perché era in fuorigioco e sarebbe stato troppo uno spreco;
Cross di Ghoulam da sinistra e stop del nostro al centro dell’area. Per un attimo ha fatto Copperfield, la palla è scomparsa per rimaterializzarsi quando si è girato per tirare: di poco sul fondo;
Allan lo ha servito due volte in area: sul destro e Karnezis ha parato in uscita e sul sinistro e la palla è uscita di un nonnulla, pe’ ‘na nticchia;
Solito lancio alla Krol di Reina, stoppone mostruoso del nostro e lancio millimetrico per Calle che non è riuscito a superare un attento Karnezis.
– L’Udinese? I friulani non si sono limitati solo a difendere, ma hanno provato a pressare alti i nostri portatori di palla e ad offendere con veloci contropiede. Quando però sembrava che potessero diventare pericolosi, ecco che si sono ritrovati due muri invalicabili sulla loro strada: Kulì che fa rima con “addò vuo’ ì?” e Albiol che fa rima con “lievet’a cuoll”. 
Risultato: un tiro di Widmer dalla distanza che avrebbe parato anche Rafael.
– Le domande all’intervallo:
Qua facciamo la fine di Genova?
C’è mai stata una partita con così tanti cross riusciti bene?
Ma Jorginho quanti palloni tocca?
Ma perché Jorginho quando calcia un corner segnala con le mani dei numeri e poi tira sempre allo stesso modo?
Ma Marquez è proprio ‘n omm ‘e mme?
– In cuor mio, senza farmelo assolutamente scappare, non ho mai messo in discussione questa partita. Ero certo che l’avremmo (avrebbe) sbloccata.
– Ci ha provato Hamsik che ha circumnavigato tutta l’area di rigore partendo dal corner e finendo sulla lunetta ma il tiro è stato ribattuto.
– Ci ha provato Hysaj che da lontano ha impegnato Karnezis.
– E ci ha provato Gonzalone nostro che, imbeccato in area dal solito Jorginho, ha controllato e ha incrociato da posizione assai defilata. Il pallone ha superato l’estremo difensore friulano, ha incocciato il palo e… 
– …e in quell’attimo ho pensato che fosse necessario l’intervento di una fattucchiera. Se Higuain avesse realizzato tutti i pali che ha colpito in campionato oggi avrebbe le medie di Beppe Signori e dell’Igor Protti barese.
– Stavolta invece il pallone è finito in rete. Pe’ ‘na nticchia.
–  L’urlo, più che di gioia, è stato liberatorio.
– Da quel momento si è pensato in automatico che ci sarebbe stato il raddoppio facile e la solita goleada. 
– Idea rafforzata dalla girata di Insigne in area troppo centrale e dalla ripartenza fulminea sempre di Higuain conclusasi con un pallonetto che se fosse entrato, avrebbero dovuto rinominare i vari settori del San Paolo: Curva Gonzalo, Tribuna Pipita, Distinti Higuain, Anello Gerardo…
– L’idea di manite e pallottolieri invece è risultata errata. E questo ha creato qualche apprensione nel finale. Non parlerei quindi di sofferenza come ho sentito.
– Da un angolo di Lodi infatti Reina ha dovuto sporcare i guanti nuovi con una parata su colpo di testa ravvicinato. Anche se nella realtà dei fatti è stato l’unico vero pericolo e come tale poteva tramutarsi in beffa.
– Negli ultimi scampoli di partita, abbiamo fallito un altro paio di ripartenze pe’ ‘na nticchia e l’Udinese si è riversata nella nostra metà campo senza però produrre occasioni. Ma ha avuto il merito di non concederci la classica melina finale.
– Se l’Udinese dovesse giocare sempre così, potrà fare un buon campionato. Se dovesse giocare sempre così…
– Il Napoli ha invece strameritato di vincere restando così agganciato al treno di testa.
Fa strano che dopo una miriade di prestazioni del genere, siamo ancora quarti in classifica.
– In questo inizio si è tanto parlato del nostro attacco supersonico, ma intanto abbiamo subito due reti nelle ultime 9 partite; subiamo più o meno un solo tiro nello specchio in 90 minuti; abbiamo uno dei portieri migliori del campionato (almeno nel riscaldamento giuro che para); probabilmente il miglior difensore (addò vuo’ ì?); probabilmente il miglior incontrista, il miglior regista e la migliore mezzala…
– In questa gara forse sono scesi un po’ di rendimento proprio le nostre umane armi migliori, e mi riferisco agli esterni: Insigne non ha inciso come al solito; Calle ha inciso come al solito nell’equilibrio, ma continua a latitare nel tabellino dei marcatori e Mertens, reduce da un infortunio, è sembrato un pesce fuor d’acqua.
– Gesto più bello della partita (esclusi i numeri del Gonzalone): il sombrero ai danni dell’avversario di Hysaj. Perché inaspettato. Finalmente Bocchetti che sbeffeggia Cafu possiamo scalzarlo in questa classifica.
– Dei miracoli di questa squadra ne abbiamo già parlato spesso: Higuain su tutti, che fa salire e respirare i compagni, che viene incontro, che fa da raccordo, che fa il trequartista, che fa l’ala e che segna, io davvero non so più che aggettivi utilizzare. Il vero miracolo che però ho notato ieri è: sugli spalti è scomparsa la filosofia. Ieri per la prima volta, nessuno ha mugugnato al primo errore di Insigne o al tiro sbagliato da Calle, nessuno che si è disperato, lamentato o che suggeriva “fai entrare questo, fai uscire quello”. Non sembrava la Nisida.
– Anche se per radio, ho ascoltato un signore che ha definito Mertens Marquez, perché ha giocato con loro e un altro che ha dichiarato: siamo in netto debito d’ossigeno. La nuova regola è: se si vince sotto al 3-0 è calo fisico.
– Un’altra menzione voglio farla e rifarla per Jorginho. Anche oggi è stato uno dei migliori in campo. Mi dicono che ci sia rimasto male per la mancata convocazione di Conte. Vorrei dirgli: Caro Jorge Luis, Conte ha convocato Cerci, Okaka, De Sciglio, Giaccherini e continua a chiamare Tontolivo. Sei sicuro di meritare tutto questo?
– Infine, vorrei fare a tutti le condoglianze per la nuova sosta che ci ucciderà la salute e ricordare come ci ritroveremo tra due settimane (con o senza Mandorlini).
Classifica del campionato dopo 12 giornate:
Fiorentina 27
Handanovic 27
Roma 26
Napoli 25
Sassuolo 22
Milan 20. Voleva restare attaccato al treno. Non ce l’ha fatta. Pe’ ‘na nticchia. Gli è rimasto il tram.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani
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