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Il Brugge è secondo davanti all’Anderlecht. E il Napoli lo ha battuto con la maglia rossa, Valdifiori e Gabriel unico spettatore

Il Brugge è secondo davanti all’Anderlecht. E il Napoli lo ha battuto con la maglia rossa, Valdifiori e Gabriel unico spettatore
Il mio Brugge – Napoli 0-1
– Per pura curiosità, sono andato a scovare il Brugge nel proprio campionato. Cioè, ho scoperto che è secondo in classifica a un punto dal Gent capolista. Cioè, è davanti all’Anderlecht, al Genk e al Mechelen. Ha segnato 31 gol in 16 partite e tra le sue fila in passato hanno giocato Bacca, Perisic, Mario Stanic, Okon e Papin.
– E oltre a tutto ciò, ieri, se avesse vinto, avrebbe anche potuto limitarsi a pareggiare la prossima per passare il turno.
– Tutti questi elementi lasciavano presagire che i belgi sarebbero scesi in campo coi denti e i tacchetti affilati e la consapevolezza di poter tentare l’impresa. E invece…
– E invece, nonostante Sarri abbia presentato una squadra rivoluzionata, senza attaccanti di ruolo, con giovani e giocatori chiamati a svolgere non le consuete competenze, anche il Brugge non ha mai tirato in porta.
– Il Brugge è un po’ come quei brasiliani che hanno 300 nomi e poi si fanno chiamare “Pelè” o “Didì”. Dunque, il copia e incollato Club Brugge Koninklijke Voetbalvereniging detto “Brugge” è sembrato un Verona qualsiasi, in alcune fasi addirittura il Milan e, contati i tiri verso Gabriel e considerata la maglia, ho rivisto la spumeggiante Inter di Melo e Medel.
– A proposito, dopo Shanghai, il trofeo Tim e il Berlusconi, le milanesi si sono organizzate il Trofeo San Nicola a Bari. Sono curioso di vedere nel prossimo turno cosa si inventeranno pur di giocare e viaggiare durante la settimana.
– In Belgio, per ragioni di sicurezza, si è disputato l’incontro a porte chiuse. Sarri ha palesemente mentito quando ha dichiarato che questa nuova situazione avrebbe potuto incidere sulla tensione della squadra. Nuova situazione? Io ho perso il conto delle partite in cui, con Reina o con Gabriel, il Napoli ha giocato a porte chiuse!
– Anche Gabriel, dopo Reina, andrebbe denunciato. Rubare lo stipendio in mondovisione è davvero riprovevole. 
– Gli altri 10, o quasi, invece hanno ben giocato. E io sono contento.
– La partita, ai fini del risultato e della qualificazione, era inutile. Ma la squadra, disputando una gara inutile, col Napoli Z, con avversari sulla carta assai agguerriti, senza pubblico, nonostante la maglia rossa, ha dimostrato finalmente una mentalità e una personalità che a me fanno godere. Ha dimostrato il livello che ha raggiunto l’intero gruppo.
– Le grandi squadre vanno in campo sempre, e ripeto sempre, per vincere. Che sia un’amichevole estiva, che sia il prestigioso Trofeo San Nicola, che sia con sei primavera e un portiere fannullone, entrano in campo per vincere. Sempre.
– E trovare le motivazioni in una gara del genere è stato il vero e nuovo step da superare. E i ragazzi, tutti, o quasi, ci sono riusciti.
– Certo è, che per restare svegli, ci siamo dovuti impegnare a dismisura. Nei momenti più lenti, come si fa in auto quando si viaggia di notte, abbiamo cominciato a farci domande all’impazzata: perché la Lazio gioca con la maglia nera? Sta a lutto? È normale che Garcia prima della partita dica «non esiste la squadra invincibile» e poi dopo le sei pere dichiari: «il Barcellona è un’armata invincibile»? Avresti il coraggio di uscire per strada col cappotto di Preud’Homme? Ma il figlio di Gabbiaridi sorriderà?
– Non nego che il divano del Minao sembrava che mi dicesse “vieni, vieni”.
– Nel primo tempo sono però riuscito a restare lucido e presente, anche se un inserimento con giochetto “palla da una parte e giocatore dall’altra a superare l’avversario” di Lopez con conclusione di sinistro sull’esterno della rete, mi ha fatto venire il dubbio.
– Quando poi ho visto la cavalcata classica sulla destra con cross preciso per un sediolino vacante in tribuna del nostro 11, ho realizzato di essere vigile.
– La rete di Chiriches ha fatto da sveglia un po’ a tutti, eccetto al Minao che ha continuato a sbatacchiare le palpebre come se ci fosse stato il Chievo in campo, prima di perdersi ed affondare definitivamente nel divano di cui sopra.
– Rete buona per le statistiche: finalmente abbiamo realizzato un gol da calcio d’angolo.
– Nell’intervallo ci siamo dedicati alla pizza, mentre il Minao, per non perdere il contatto con Morfeo, ha contato i minuti in cui Valdifiori ha camminato.
– Dopo poco però è capitato l’irreparabile: Taca, tornato dal suo ultimo viaggio siciliano, ci ha offerto l’elisir dell’Etna. Un amaro a base di erbe del vulcano, alcol, alcol e alcol. Un bicchierino e ho praticamente visto una goleada. Ho visto Maggio crossare tre volte di fila sulla testa di Higuain. Ho visto il Brugge che impegnava Gabriel ed ho iniziato a parlare l’incomprensibile lingua di Delneri. Ma è durato poco.
– Siamo arrivati quasi al termine, in trance, senza dire più una parola. 
– Ci ha svegliato la voce rauca del Minao che, con gli occhi chiusi, dalle profondità del suo divano ci ha detto: però Sarri un cambio potrebbe farlo. 
Frase partorita nei minuti di recupero.
– Rinsavito gli ho risposto senza indugi, senza leggere, senza abbreviazioni e senza copia e incolla un “Club Brugge Koninklijke Voetbalvereniging” senza senso.
– Poi sono tornato a casa felice e con una nuova mentalità acquisita. Seppur barcollante e con l’odore di erbe etnee. 
– Note negative: 
non aver partecipato al glorioso Trofeo San Nicola;
Valdifiori che sembra giocare in quei tornei di giovani in cui deve militare un over 40;
la pizza fredda.
– Note positive: in primis, la mentalità, di cui sopra, che ogni partita diventa sempre più importante, a prescindere da chi scenda in campo, dalla gara, dalla posta in palio e dagli avversari.
La vittoria. Perché vincere aiuta a vincere. 
Chabolah e il suo esordio da titolare positivo.
La inettitudine di Gabriel.
L’aver evitato infortuni. Perché, si sa, più le partite sono inutili, più è facile che la sfiga si accanisca.
Le 5 vittorie su 5 incontri. I 17 gol fatti e 1 subito. 
L’essere unica squadra a punteggio pieno in tutti i gironi di Europa League.
L’elisir dell’Etna che ci impedito di ascoltare la telecronaca di Mauro.
Vincere con la maglia rossa.
Non avere il cappotto come quello di Preud’Homme nell’armadio.
Manca poco a lunedì.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani
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