ilNapolista

C’era una volta la Puteolana

“C’era una volta la Puteolana – Storia iconografica dal 1902” di Gennaro Gaudino sembra essere il tassello definitivo che mancava alla serie di libri già pubblicati sulla storia della squadra flegrea sebbene qui vengano privilegiate le immagini più che il racconto, le foto storiche più che i tabellini, gli scatti inediti più che i cenni biografici di calciatori che, come vedremo, non sono stati “figli di un Dio minore”. Il perché è presto detto. Quando si è voluto “fare calcio” a Pozzuoli, lo si è fatto con gente che per le categorie in cui ha giocato erano anche dei lussi ma quando i dirigenti e le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno lasciato “il pallone” al suo destino, questo è miseramente naufragato nel porto, dove il mare luccica e le onde rispondono presente con il loro lieve fruscio.

Sappiamo quale sia stato e sia anche oggi il destino di squadre considerate minori rispetto al mostro Napoli che raccoglie tifosi da tutta la provincia, ovvero quello di apparire semplici comprimarie che giocano i loro campionati ma non possono intaccare il predominio dell’unica squadra cittadina. Eppure queste realtà, come la Puteolana e decine di altre, hanno sfiorato vittorie di tornei, hanno ingaggiato giocatori di esperienza per fare il salto di qualità ma alla fine si sono sempre ritrovate a vivacchiare tra C, D, Lega Pro e nefaste cadute in categorie innominabili per chi ha visto il bel calcio.

A Pozzuoli, invero, di football si sono sempre cibati, basta sfogliare le pagine patinate di questo bellissimo e a tratti nostalgico viaggio nella memoria pieno di foto tratte dall’archivio personale di Guadino, uno dei massimi esperti di calcio non solo dei Campi Flegrei ma di tutta Italia. Il libro è diviso in dieci parti, ognuna delle quali “racconta” visivamente, con ottime didascalie ed esaurienti introduzioni al periodo storico, la storia dei diavoli rossi, con un po’ di granata nell’anima che ci rimanda al Grande Torino. Dieci capitoli che partono dal 1902 per finire al 2015.

Ho trovato di enorme interesse tutto il periodo iniziale dove si risale agli albori con giornali e foto datate prima del 1926, il che sta a testimoniare come, mentre in città si facevano i derby tra Naples ed Internaples, a Pozzuoli, al vecchio campo Armstrong, si disputavano già le prime partite di football. Del resto anche nella città flegrea c’è un porto dove marinai e commercianti inglesi sbarcavano e tra una pausa e l’altra organizzavano partite di quel nuovo sport. Troviamo foto della Puteolana in tantissime riviste dell’epoca, dallo “Sport Illustrato” a “Tutti gli sports”, gare che raccontano di infinite sfide con il Genoa, la Lazio, la Fortitudo Roma, di una vittoria contro il Naples. Poi arrivò una propria identità, i primi campioncini fatti in casa quale Cassese, poi passato al Napoli di Garbutt e Sallustro, la partecipazione ai campionati campani, la Quarta Serie, la breve pausa per la guerra, fino all’enorme mole di materiale che parte dagli anni ’50 ed arriva ai giorni nostri.

Un campo ad Arco Felice che si poteva ammirare dalla collina del Montenuovo, tifosi che andavano in trasferta per l’amore di una squadra verso cui c’era piena identità e passione pura, tanti campionati di Promozione (che equivaleva ad una Lega Pro odierna ), l’enorme “P” sulla maglia ad identificare città e sport, amichevoli col Napoli a più riprese, un Ferlaino presidente onorario, il mito Conte che poi darà il nome allo stadio. Ma anche retrocessioni, crisi societarie, periodiche scomparse e rinascite, giocatori che preferivano cambiare aria. Quello che resta, però, è il fascino di una maglia, quella granata ed indiavolata, che sfidò i giganti del calcio italiano nel suo romantico inizio e che continuò a tenere viva una fiamma fatta di ottimo calcio e competenza. Ancora oggi parlare di Puteolana, anche se non sappiamo in quale categoria giochi, è sinonimo di squadra che ha fatto la storia e che avrebbe meritato il titolo di secondo team cittadino. Un volume per amanti del calcio puro di una volta con una ricerca iconografica che ha pochi eguali nei libri dedicati al cosiddetto “calcio minore”.
Davide Morgera

ilnapolista © riproduzione riservata