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La rivoluzione si fa in tuta, Fidel come Sarri. La condanna del Caro Leader Maradona

Zdanov offre in anteprima ai lettori del Napolista l’editoriale che domani apparirà sul Quotidiano Collettivo Sarrita. Titoli suggeriti dalla Propaganda del Politburo riunito a Castel Volturno: “Dio Che, Zio Che” (per il Mattino); “Contro l’Internazionale dei Chiattoni” (per il Corriere del Mezzogiorno); “Fidel e Maurizio, due uomini in tuta” (per il Corriere dello Sport). 

Due colossi in tuta sovrastano l’orbe terracqueo, irradiati dal sole e dalla luna dell’avvenire. Da Napoli all’Avana andata e ritorno, passando per il centro strategico di Empoli. Fidel insaccato con il logo della multinazionale Adidas mentre porge la mano al Pontefice argentino che non ha mai condannato il comunismo. A Napoli, il condottiero Sarri che dà lezione di calcio totale a modo suo, rigettando ancora una volta il doppiopetto fascista e borghese. Dio Che all’Avana e Zio Che a Napoli.

Sullo sfondo di questi immensi eventi che ridanno spinta propulsiva alla nostra meta proletaria, tocca con dolore condannare l’ennesimo attacco dell’Internazionale dei Chiattoni contro il nostro Caro Leader. Stavolta è stato il non allineato Diego Maradona che si è schiacciato sul deviazionismo traditore. All’ex compagno Diego ricordiamo che le fratture e le divisioni non giovano al movimento operaio e il suo sberleffo saudita allo Zio Sarri apre una crisi nel nostro popolo. Non vorremmo che si dovesse ricorrere a una purga purificatrice per fargli capire gli autentici valori del sarrismo. Il nostro condottiero lo ha ricordato ancora una volta in conferenza stampa: “Della classifica non mi importa nulla”. Avanti così. La nostra squadra macina chilometri e litri di sudore ovunque e comunque. E nulla mai scalfirà le certezze granitiche del nostro leader, nemmeno se venisse indagato per le emissioni irregolari di fumo, come se fosse una Volkswagen qualsiasi.

Ma il vero sarrita, lo sappiamo, va in barca, sempre. Come non ricordare il sacrificio del Nostro Presidente che ha riscattato l’onore della marineria italiana e napoletana, dopo l’onta di Schettino, mettendo in salvo prima donne e bambini e scendendo per ultimo dal suo yacht in fiamme. Comandante Aurelio. Comandante Maurizio. Hasta siempre.
Zdanov (immagine del compagno Domenico Catapano)

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