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Sacchi: «Le squadre di Benitez hanno un’identità. A Napoli non c’è la mentalità vincente, nemmeno con Maradona raggiunsero i quarti di Coppa Campioni»

Sacchi: «Le squadre di Benitez hanno un’identità. A Napoli non c’è la mentalità vincente, nemmeno con Maradona raggiunsero i quarti di Coppa Campioni»

Il quotidiano spagnolo As intervista Arrigo Sacchi, considerato il maestro – tra gli altri – anche di Rafa Benitez. Sacchi allenò l’Atletico Madrid da giugno 98 fino a metà febbraio 99 quando venne esonerato; e fu direttore tecnico del Real, ingaggiato proprio da Florentino Perez, nel 2005 poi si dimise.

Ovviamente parla del Real ma c’è un passaggio che riguarda le tappe italiane dell’allenatore spagnolo e Sacchi dice: «Nell’Inter arrivò in un momento particlare, era una squadra che veniva da una stagione in cui aveva vinto tutto con Mourinho. Poi, al Napoli, la situazione non era facile perché é una piazza che non ha una mentalità vincente. Il Napoli non ha mai vinto qualcosa di veramente importante. Basti pensare che Maradona, il miglior giocatore che abbia mai visto giocare in un campo di calcio, non ha mai alzato una Coppa dei Campioni. Non è neanche arrivato ai quarti. Lavorare in un ambiente del genere è difficile. Ma secondo me le squadre di Benítez fanno sempre un calcio propositivo».

Benitez ha detto di aver visto solo la partita vinta 5-0 contro il Betis e di aver visto un buon Real. Ma ha aggiunto di aver letto sulla Gazzetta che dal 2009 a oggi Barcellona, Atletico Madrid e Siviglia hanno vinto più titoli del club di Florentino Perez, quindi – sostiene il tecnico di Fusignano – avere solo grandi giocatori non basta, occorre avere armonia. «Io sempre vedo l’allenatore come un regista cinematografico o un direttore d’orchestra. I più importanti non sono gli attori».

Sacchi ha detto, tra le altre cose, che Benitez gli piace perché le sue squadre hanno un’identità chiara e che al Real bisogna sapersi adattare, essere camaleontici, perché si hanno calciatori non complementari tra loro. Ha aggiunto che uno come Guardiola potrebbe avere difficoltà, mentre Ancelotti era più adatto.

L’intervista integrale la trovate qui.  

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