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Quei tifosi non all’altezza del Napoli. Distruttismo a oltranza e i cori per lo yacht in fiamme di De Laurentiis

Quei tifosi non all’altezza del Napoli. Distruttismo a oltranza e i cori per lo yacht in fiamme di De Laurentiis

In una settimana il “nuovo” Napoli di Sarri vince e convince. Giovedì sera 5 a 0 in Europa League contro il Bruges e ieri altri cinque gol rifilati alla Lazio che lo scorso maggio, sconfiggendo gli azzurri al San Paolo in un vero e proprio spareggio, avevano ottenuto l’accesso ai preliminari di Champions. Gioco spumeggiante, gol e soprattutto due partite mantenendo la porta di Pepe Reina, (quanto è mancato lo scorso anno) inviolata. In attesa dei prossimi impegni che diranno a cosa può ambire la squadra partenopea, voglio soffermarmi sull’analisi realizzata da Sarri nel dopogara che ha evidenziato tre aspetti significativi della partita e del cambio di modulo. Secondo il mister l’attacco ha sempre fatto gol, non è una questione di modulo. La qualità dei giocatori del Napoli è talmente alta che possono segnare con “qualunque modulo e qualsiasi allenatore”. I passi in avanti si sono visti nella fase difensiva di tutta la squadra e non solo dei difensori. Il 4-3-3 garantisce un minor dispendio di energie dei centrocampisti che, coperti dagli esterni di attacco, si chiudono più facilmente e rimangono più stretti fra loro proteggendo maggiormente la difesa che non va in affanno come spesso successo. Ma il dato più importante sottolineato da Sarri è la condizione fisica che garantisce quell’intensità che nelle due ultime partite ha permesso alla squadra di esprimersi ad alti livelli e che tanto è mancata nella scorsa stagione. Forse anche a causa dell’assenza di un progetto.

Quest’anno con l’allenatore tosco-napoletano si ricomincia con tutte le difficoltà che comporta l’arrivo di un mister e giocatori nuovi con un cambio di moduli e preparazione fisica. Ci vuole tempo. E pazienza. Un elemento che sembra mancare completamente ai “tifosi” del Napoli. Vogliono tutto e subito, pronti a sputare sentenze nei confronti dell’allenatore, della società, dei giocatori dopo appena una partita di campionato. A questo proposito apro una parentesi su Lorenzo Insigne. Ieri si è visto un trascinatore, giocate degne dei più grandi campioni eppure rischiavamo di perderlo pochi mesi fa a causa dei pregiudizi, fischi e insulti dei “tifosi” azzurri.

Sento spesso dire che i “tifosi” sono incazzati perché il “pappone” li prende in giro, promette e non mantiene, “non caccia i soldi”, parla e straparla senza cognizione di causa e fa solo i suoi interessi. Dimenticando che De Laurentiis quando prese il Napoli, dichiarò che l’avrebbe riportato nel giro di cinque anni in Europa. Cosa che ha fatto, così come ha acquistato giocatori di livello internazionale e ha portato a Napoli uno dei migliori allenatori europei in circolazione (peraltro anche lui pesantemente insultato e osteggiato) che non a caso ora è al Real Madrid. In dieci anni di gestione De Laurentiis siamo tornati finalmente a vincere qualcosa. Due Coppe Italia e una Supercoppa italiana e abbiamo raggiunto una semifinale di Europa League per la terza volta nella storia sportiva della società. Inoltre il Napoli è l’unica squadra italiana ad aver partecipato sempre a una competizione europea negli ultimi sei anni ed è tra i primi venti club in Europa. Questi sono i fatti oggettivi. Il calcio a Napoli è una delle poche realtà che davvero funzionano. Nonostante ciò, molti “tifosi” si augurano l’arrivo di un novello Ferlaino – in molti casi dimenticando di aver manifestato contro l’ex presidente del Napoli – o di qualche non meglio identificato sceicco arabo. Questa situazione è alimentata in gran parte anche dai “giornalettai” nazionali e soprattutto locali che non sapendo cosa e come scrivere inventano notizie. Potrei farne molti di nomi, ma non servirebbe a nulla.

Per carità si può criticare e si deve criticare. Il Napoli ha enormi carenze. Non esiste una società all’altezza di questo nome, mancano strutture e progetti societari, lo stadio è indegno. Su questo bisognerebbe criticare il presidente e farlo in modo civile e costruttivo, magari facendo delle proposte. E invece, a fine partita partono cori contro De Laurentiis che inneggiano all’incendio del suo yacht. Ma cosa sta succedendo? Avete perso la ragione? Che tifosi sono quelli che vanno allo stadio e applaudono solo se le cose vanno bene? Oppure che godono letteralmente dell’incendio della barca del presidente come se fosse una punizione divina? Quelli che non colorano più di azzurro uno stadio intero che ormai sembra colpito a lutto dalla sua decadenza e da quella del pubblico sugli spalti? Questi “tifosi” vogliono tutto e subito. Vogliono vincere come se gli fosse dovuto. Perché sono la tifoseria migliore del mondo. Una presunzione che non si capisce da dove nasca. Meritiamo di più. Mi spiegate per quale motivo? In questa situazione è impossibile programmare per raggiungere risultati duraturi. Non c’è voglia di aspettare e quindi di vincere.

Il calcio come spesso ho commentato, è lo specchio della città. Se una persona, amministratore o cittadino qualunque, riesce a progettare, ha successo o realizza qualcosa di positivo viene attaccato e svalutato. Anche quando le cose vanno bene si deve trovare l’occasione per contrapporsi. Senza spiegare i motivi del contrasto, non si propongono soluzioni alternative, semplicemente quello che è stato realizzato “te l’adda schiattà”. Non va mai bene, c’è sempre voglia di altro, di un qualcosa di non ben identificato ma che sicuramente non è ciò che stanno facendo gli altri. C’è disunione e mancanza di partecipazione che sono gli elementi che fanno forte e vincente un popolo. Spalla a spalla, così si vince, rimanendo uniti. E il Napoli, Napoli e i napoletani se continuano così non vinceranno mai.
Marco Rossano

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