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All’estero (soprattutto in Germania) il calcio si mobilita per i rifugiati

All’estero (soprattutto in Germania) il calcio si mobilita per i rifugiati

Mentre in Italia ci si è limitati a un minuto di raccoglimento prima di Italia-Malta (dovrebbe accadere anche per le partite di Lega Pro), in Germania il tema dei rifugiati è stato affrontato in maniera meno ipocrita dal mondo del calcio.

È di un paio di giorni fa la notizia che il Bayern Monaco donerà un milione di euro per l’emergenza migranti e ha annunciato l’apertura di un campo di allenamento per bambini e profughi arrivati nelle ultime settimane in Baviera. «Il Bayern considera un’opera di responsabilità sociale aiutare coloro che soffrono come bambini e donne e sostenerli in Germania» ha detto Karl-Heinz Rummenigge. Le giovanili del Bayern hanno allestito un campo di allenamento per i bambini e offriranno anche pasti e corsi di lingua tedesca. Nel prossimo match di Bundesliga (in programma sabato prossimo in casa alle 15.30 contro l’Augsburg) la squadra di Guardiola entrerà in campo accompagnata dai bambini arrivati in Germania e il club sta organizzando un’amichevole per arrivare ad un milione di ricavi per aiutare i migranti
 
Ma non c’è solo il Bayern. La Nazionale tedesca ha girato un video, con Jerome Boateng, Ilkay Gundogan, Bastian Schweinsteiger, Mesut Ozil e Tony Kroos, per promuovere il rispetto e la tolleranza.

Il Borussia Dortmund, dopo aver promosso la campagna “No Beer for Racists”, riserva ai migranti una piccola quota di biglietti e diffonde sul proprio sito messaggi contrari alla tesi che la Germania non possa più accogliere persone provenienti da paesi in guerra o dove sono in atto persecuzioni religiose o razziali. «La Germania è uno dei maggiori e più ricchi paesi d’Europa – c’è scritto sul sito del Borussia -, e se si fanno le percentuali fra richieste d’asilo ed estensione territoriale, in realtà il nostro paese è al decimo posto in Europa». Il Dortmund ha invitato 202 rifugiati siriani ad assistere alla partita di Europa League contro i norvegesi del Odds Ballklubb, nell’ambito di un progetto più ampio chiamato “Angekommen in Dortmund” (arrivati a Dortmund) che ha l’obiettivo di favorire l’integrazione dei rifugiati.

Non solo i club, anche i tifosi sono mobilitati. Nelle curve di Bayern, Dortmund, Wolfsburg, Hertha Berlino e St.Pauli espongono lo striscione “Refugees welcome”.

Il Babelsberg di Berlino ha fondato una seconda squadra dedicata esclusivamente a giocatori immigrati: si chiama Welcome United, e da quest’anno partecipa al suo primo campionato ufficiale, nelle serie dilettantistiche tedesche.

Il Magonza ha invitato 200 migranti alla sua partita di sabato scorso, e ne porterà sugli spalti altri 400 in occasione del suo prossimo match in casa, il 18 settembre.

L’Armina Bielefeld ha distribuito cinquecento biglietto gratuitamente: i tagliandisono andati esauriti in nemmeno due ore. 

Anche in Spagna qualcosa comincia a muoversi. È di oggi la notizia che il Real Madrid donerà un milione di euro ai migranti che verranno accolti in Spagna: «Abbiamo l’obiettivo di sostenere uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare i propri luoghi per scappare dalla guerra e dalla morte». Florentino Perez ha in cantiere anche di mettere a disposizione infrastrutture e materiale sportivo a disposizione di bambini e ragazzi.

In Scozia il Celtic ha annunciato che l’incasso della sfida tra le leggende del Celtic e del Dunfermline, sarà devoluto in beneficenza ad una organizzazione che combatte la crisi relativa alle condizioni dei rifugiati.

Iniziativa anche del Porto che ha scritto a Michel Platini, presidente della Uefa, chiedendo a tutti i club che partecipano alla Champions di donare un euro per ogni biglietto venduto per le prime due partite del girone, specificando che il Porto adotterà di sua iniziativa questa misura a partire dal 29 settembre nel match contro il Chelsea. «La Uefa – scrive la società portoghese nella lettera indirizzata a Platini – ha una nobile tradizione di impegno sociale già sottolineata da campagan come “No To Racism“. La situazione che riguarda la tragedia dei migranti richiede un grandissimo impegno da parte di tutta la società moderna e il calcio non può esimersi dal dare il suo contributo. Se venisse portata avanti una campagna di solidarietà in coabitazione con la Uefa, mettendo insieme le nostre forze, il risultato finale potrebbe essere di gran lunga migliore. Giochiamo insieme per i migranti!».

Anche il Cio (Comitato Olimpico internazionale) fa sapere che stanzierà due milioni di dollari, mettendoli a disposizione dei vari Comitati olimpici nazionali, perché vengano impiegati nei programmi per i profughi. «Siamo stati tutti scossi dalle terribili notizie di questioni giorni, lo sport e il movimento olimpico vogliono fare la propria parte per portare un aiuto umanitario ai rifugiati», le parole del numero uno del Cio, Thomas Bach.

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