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Inter e Milan hanno vietato video e foto alle conferenze di Mancini e Mihajlovic. Il ruolo di Infront (cui anche il Napoli ha ceduto i diritti)

Inter e Milan hanno vietato video e foto alle conferenze di Mancini e Mihajlovic. Il ruolo di Infront (cui anche il Napoli ha ceduto i diritti)

La “inusuale” presentazione dell’allenatore non è avvenuta solamente a Napoli, dove Aurelio De Laurentiis ha optato per un incontro a inviti. È avvenuta anche a Milano, sia sponda rossonera che nerazzurra. Come racconta Luca Talotta su milanosportiva.com.

Il giornalista racconta come si sono svolte le conferenze stampa dei due nuovi allenatori. Racconta, soprattutto, del divieto di girare video, scattare foto e fare persino girare un’eventuale diretta Periscope. “Perché Mediaset ha l’esclusiva” è stata la risposta che hanno ricevuto.

Il giornalista si domanda: “se nessuno mette becco sull’eventuale diretta della conferenza stampa, non si capisce perché io non possa fare foto e video da poter utilizzare in un secondo tempo: dov’è la libertà giornalistica? Siamo sicuri che tutti dobbiamo trasmettere le stesse cose? Già, perché il dato peggiore è proprio questo: se i colleghi della carta stampata e di internet potevano anche eventualmente scendere a compromessi (perché, purtroppo, di questo si tratta…), che dire dei giornalisti delle televisioni? A loro precisa domanda, la risposta è stata: “A fine gara lasciate l’indirizzo email di redazione ai colleghi di Infront, vi spediranno loro i due minuti di girato da mandare in onda”. Pensate che bello: Sky Sport, Raiuno, La7, Telelombardia… tutte le televisioni non Mediaset che trasmettono lo stesso servizio televisivo. Questo non vuole essere un atto d’accusa nei confronti delle società Milan e Inter o di Mediaset: il problema sussiste con tutti, visto che solo Empoli, Juventus, Roma, Sassuolo e Torino non hanno ceduto l’esclusiva finora (quindi il Napoli l’ha ceduta, ndr)”.

Prosegue l’articolo: “Come sempre, manca il buon senso. E’ assurdo chiedere a TUTTI i giornalisti di mandare in onda TUTTI quanti le STESSE immagini: questo non è fare giornalismo. E se io avessi voluto fare un articolo stile fashion sulla giacca di Mihajlovic? E se avessi voluto ritagliare un minuto di conferenza stampa che non mi è stato girato gentilmente dai colleghi di Infront per analizzarlo a parte? No, caro calcio italiano, così non va. Il risultato di tutto ciò è che crei odio anche tra la classe giornalistica, crei omini di Serie A e altri di Serie B (per non parlare poi di quelli di Serie C…). Un argomento sul quale dobbiamo davvero riflettere, perché così facendo si rischia veramente di uccidere il lavoro del giornalista sportivo. Che non si unisce e combatte per i suoi diritti”.

Fin qui l’articolo di milanosportiva.com che forse ci fa comprendere qualcosa di più riguardo la decisione di Aurelio De Laurentiis di schermare la presentazione di Sarri. Il forse è obbligatorio perché non c’è stata alcuna spiegazione da parte della società. Però sappiamo che anche il Napoli ha ceduto i diritti in esclusiva a Mediaset Premium. Chissà, forse il sotterfugio dell’esclusiva ha consentito a De Laurentiis di bypassare l’accordo. Non lo sappiamo. Resta la conclusione, che non è soltanto anzi non lo è affatto un discorso di libertà d’informazione: sarà stabilito prima cosa trasmettere e cosa non e ci sarà sempre e solo una versione di quel che è accaduto. È questo l’aspetto che dovrebbe allarmare anche i tifosi e gli appassionati del Napoli dopo gli inviti per la presentazione di Sarri. Il concetto di informazione guidata (dai soldi più che dall’aderenza al pensiero della casa madre) e omologata. Poiché siamo su Internet e leggiamo i commenti, vi invitiamo ad andare oltre il concetto di “ha fatto buono”. Così come i giornalisti dovrebbero essere consapevoli di essere più o meno delle pedine e non dimenticare la scena del tuffo in acqua con la macchina in C’era una volta in America. 

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