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L’amore per il Napoli è la telefonata in tv di una signora la sera di Doha. Una lezione che mi fece piangere

L’amore per il Napoli è la telefonata in tv di una signora la sera di Doha. Una lezione che mi fece piangere

Caro Napolista, ti scrivo per narrarti una storia, augurandomi che la brevità non ne offuschi l’importanza e, soprattutto, che le mie parole riescano a trasmettere le emozioni che io stessa ho provato. Ma sarà bene che cominci a raccontare. Il 22 dicembre 2014 resterà una data indelebile nel cuore di ogni tifoso del Napoli e sappiamo bene il motivo. Quella sera il nostro Napoli ha sollevato nei cieli di Doha la Supercoppa italiana, il decimo trofeo della sua storia, conquistato dopo una lunga gara senza esclusioni di colpi con la nostra rivale di sempre, la Juventus. Proprio quel trionfo azzurro funge da prezioso antefatto all’evento di cui voglio renderti partecipe.

Nei minuti immediatamente successivi la premiazione, in preda all’entusiasmo, mi misi a cambiare canale in modo spasmodico, cercando una qualunque trasmissione sportiva che parlasse di quanto era da poco accaduto, nella speranza di non perdere nemmeno il più piccolo dei contributi dal campo, ascoltare opinioni dei giornalisti (soprattutto di quelli più scettici) ed ovviamente godere anche della voce di qualche mio elettrizzato fratello tifoso. In questo saltellare tra una trasmissione e l’altra, finii per seguirne una di una nota televisione locale napoletana. In studio stavano arrivando valanghe di messaggi e telefonate di tifosi che non aspettavano altro che condividere pubblicamente la propria soddisfazione. Fra quelle tante chiamate, tutte simili per l’entusiasmo che esprimevano, ne arrivò però una che difficilmente dimenticherò.

In diretta intervenne, con voce concitata e quasi rotta dal pianto, una signora, di cui purtroppo non ricordo il nome, ma di cui rammento bene le parole: “Sono troppo felice… oggi sono andata all’ospedale a farmi la chemioterapia, ma non me ne importa niente… neanche del dolore. Perché io sono troppo felice. Forza Napoli Sempre!” e riagganciò. Lo stupore tra i conduttori fu evidente: quell’intervento era ben diverso dai precedenti. Tutti i presenti in studio si mossero rapidamente a farLe gli auguri di una pronta guarigione e gli incoraggiamenti del caso affinché non smettesse di combattere il male così grave che l’affliggeva. Inutile dire che, forse anche per mie esperienze personali, quella testimonianza così viva e pregna di emozione mi colpì profondamente e non mi lasciò scampo. Io stessa piansi. Non dimenticherò mai il 22 dicembre 2014 e l’altalena emotiva di quel fatidico giorno: l’ansia del pre-partita, la sofferenza dopo il gol di Tevez, il ritorno alla speranza grazie al Pipita, la tribolazione dei calci di rigore, per fortuna cancellata poco più tardi dalla felicità nel vedere la Coppa sollevata dal Nostro Capitano Marek Hamšík, e poco più tardi la commozione per la voce e la storia di quella Donna. Ed è a Lei che ora, con immenso affetto e rispetto, vorrei rivolgermi. Cara Signora, mi auguro che, come il Napoli in quella indimenticabile serata, anche lei abbia combattuto e vinto la Sua battaglia, infinitamente più importante, contro la malattia. Spero di poterla vedere sugli spalti del San Paolo a sostenere il Suo amato Napoli, con tutta la forza e la passione che una grande tifosa come lei possiede. Nella speranza che le mie parole le arrivino, idealmente L’abbraccio.

Ormai giunta alla fine di questa lettera, un’ultima cosa mi è rimasta da fare: un piccolo personale appello rivolto a tutti coloro che si definiscono tifosi partenopei: Amate il Napoli. Rendetelo parte intima del vostro essere e del vostro quotidiano, abbracciate questi colori e difendeteli poiché essi parlano di voi e della vostra Storia e, come avete potuto vedere, riescono a fare la differenza, infondono la speranza nel Domani, in cui qualcosa di bello può sempre accadere, nonostante le brutture e le difficoltà che l’Oggi ci presenta. Forza Napoli Sempre.
Deborah Scarano

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