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Ma come si fa a non vedere un fuorigioco del genere? Come? Chiellini e Caceres, messi al confronto, non so’ nisciuno

Ma come si fa a non vedere un fuorigioco del genere? Come? Chiellini e Caceres, messi al confronto, non so’ nisciuno
Il mio Napoli – Dnipro 1-1 
– Per tutta la settimana abbiamo lasciato che la mente e i ricordi si soffermassero a 26 anni fa. Quando eliminammo il Bayern in semifinale di Coppa Uefa e approdammo in finale, conquistandola.
– La gara di ieri invece, dal sapore decisamente più acre, ha fatto in modo che si retrocedesse di altri 12 anni. In quella che fu la prima semifinale europea disputata dal Napoli nella sua storia. Una nefasta serata belga che sarà sempre ricordata dai tifosi per un birraio inglese travestito da arbitro e un gol di Speggiorin annullato per oscuri motivi che di fatto ci estromise dalla finale di Coppa delle Coppe nell’edizione del ’77.
– Mentre scrivo e cerco che la rabbia non prevalga, magari aggrappandomi ad altri ricordi ben più piacevoli, non riesco a distogliere la mente da quel fermo immagine…
– Ci provo: la mia compagna di banco 26 anni fa, un bel rigore nei cartelloni pubblicitari di baffo Favero 29 anni fa, un bel gol di Mijatovic ad Amsterdam 18 anni fa, Padoin 4 mesi fa…niente!
– Ma come si fa a non vedere un fuorigioco del genere? Come?
– In televisione, da una prospettiva distorta e non favorevole, al momento del cross, tutti, e dico tutti, all’unisono abbiamo urlato “fuorigioco!”. Il replay ha poi solo fugato ogni dubbio.
– Due calciatori in casacca bianca oltre la nostra linea difensiva. Il primo (che partecipava all’azione, in quanto destinatario del passaggio) di quasi due metri e il secondo (autore del gol) di un metro. Praticamente solo il loro verde portiere sembrava essere in linea.
– Chiellini e Caceres, messi al confronto, non so’ nisciuno.
– Pensavo che solo in Italia potessero accadere scandali così evidenti. E invece sono certo che anche Tagliavento non avrebbe potuto fare a meno di fischiare. Anche Mazzoleni e Rizzoli a Pechino. Anche Tombolini o De Santis negli anni d’oro.
– Non è stata una partita semplice per il Napoli, come prevedibile. Gli ucraini si sono presentati con un muro davanti alla porta. Si sono limitati al meglio che sanno fare: distruzione in qualsiasi modo del gioco avversario. 
– Difatti, le nostre trame, complice un percepibile nervosismo, non sono mai state fluide e lineari. Un piede, un braccio, un tacco, una spinta, un fallo tattico, un fallaccio, hanno fatto in modo che ogni azione si stoppasse dopo tre, massimo quattro passaggi.
– Bisognava quindi sfruttare al meglio i calci da fermo. Arma per la quale non ci siamo mai contraddistinti e su cui gli ucraini hanno sempre avuto vita facile.
– Nel primo tempo abbiamo tirato una marea di corner e punizioni dalla tre quarti. Bassi e corti o lunghi e lenti.
– A inizio ripresa invece, da un calcio d’angolo di Insigne, David Lopez, probabilmente il migliore sino a quel momento, è riuscito a impattare il pallone con precisione e tempismo ed ha finalmente sbloccato la situazione e il punteggio.
– Cioè dico, David Lopez. Pare che dopo il gol si sia verificata una gelata in Burundi, siccità in Norvegia e che Zuniga sia guarito.
– Da quel momento si è visto un altro Napoli. Il Dnipro ha continuato a giocare nell’unico modo a cui è preposto: la palla al fosso. Ma gli azzurri, con la mente sgombra, hanno dialogato con più scioltezza ed accuratezza, riuscendo a sfiorare il raddoppio in più occasioni. Specie con Higuain che si è presentato tre volte in area di rigore con tre diagonali sventati dall’estremo difensore ucraino. Due dei quali col culo del tacco. O col culo della tibia. O col culo della gamba. Insomma, col culo.
– La sensazione è che il Dnipro non avrebbe segnato nemmeno se si fosse giocato per altre 6 ore e invece…
– Non si può analizzare una partita così. Gli ucraini hanno tirato in porta soltanto una volta. Nel primo tempo. Il gol non può considerarsi tale. 
– Se avessimo subito il loro dominio e si fossero presentati in area svariate volte, il discorso cambierebbe radicalmente. L’errore avrebbe avuto la stessa rilevanza, ma lo avremmo accettato senza questa sensazione di violenza e di razzia.
– La difesa, seppur vi siano state delle imprecisioni, non ha mai lasciato tempo e spazio agli avversari. Solo nell’occasione del gol, l’ala ucraina è riuscita a trovare qualche metro di libertà sulla destra per effettuare quel cross. Ma in 90 minuti credo che sia più che normale. E se il guardalinee non avesse lasciato il cane lupo a casa, ora non ce ne ricorderemmo.
– Alla fine della fiera, il guardalinee è stato il vero Hannibal della serata. Ci ha ucciso. Rivedendolo in viso, posso confermare che lo sguardo del serial killer potrebbe appartenergli. A patto che ci veda.
– Ma come si fa? Non mi capacito.
– Ripetere Dnipropetrovs è complicato, leggere in maniera corretta il nome dei calciatori ucraini dietro le loro maglie è difficile, vedere un gol di De Guzman è improbabile, ma non accorgersi di quel fuorigioco è impossibile. È come stringere la mano all’allenatore del Dnipro e non accorgersi della sua camicia.
– Anche un birraio inglese nel dopo lavoro lo avrebbe visto.
– È stato un episodio troppo determinante, in una partita condotta solo nella loro metà campo. Non ci sono analisi da fare. Tranne che per il guardalinee al Loreto Mare.
– Il ritorno si presenta ostico perché non dovranno distogliersi dal loro (non) gioco preferito e a noi toccherà fare la stessa partita di ieri. La fiducia c’è perché abbiamo dimostrato comunque che quel muro può essere abbattuto. Ma con un 1-0 avremmo impostato la gara di Kiev con velocità e ripartenze, che è il gioco a noi più congeniale.
– A Kiev, la camicia dell’allenatore avversario con la via lattea la voglio come scalpo. 
Non ci voglio nemmeno pensare. Dopo il fuorigioco di Speggiorin che mi ha accompagnato per tante notti, quella camicia non può rappresentare un altro incubo. 
– Portatemi a Varsavia. 
– Ma come si fa a non vederlo? Come? 
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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