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L’omertoso silenzio del mondo del calcio alle parole di Pallotta contro gli ultrà. Solo Lotito e il capo della polizia gli hanno dato ragione

L’omertoso silenzio del mondo del calcio alle parole di Pallotta contro gli ultrà. Solo Lotito e il capo della polizia gli hanno dato ragione

Ha certamente toppato il primo comunicato relativo agli striscioni esposti all’Olimpico contro la madre di Ciro Esposito, dopodiché la virata di James Pallotta è stata decisa e senza indugi. Il presidente della Roma ha via via corretto la sua posizione con una serie di comportamenti (tra cui anche la telefonata di scuse alla signora Antonella Leardi) fino ad assestarsi su una posizione di ferma condanna del cosiddetto tifo organizzato, ossia di chi – parole di Fabio Capello – comanda da anni nel calcio italiano. Insomma, per farla breve, l’americano ha rotto il muro d’omertà con gli ultrà e ha auspicato tolleranza zero nei loro confronti. Quantomeno nei confronti di chi va allo stadio per motivi altri rispetto al tifo per la propria squadra: il punto è questo, ovviamente. Pallotta si è spinto fino a delineare il comportamento di chi può essere considerato tifoso.

«I veri tifosi non insultano e non tirano merda sui giocatori. Non sono razzisti e non sono violenti. Noi ci dobbiamo sbarazzare di loro». Parole sacrosante. Che in Italia francamente pochi prima di lui hanno pronunciato. Probabilmente il solo è stato l’altro presidente romano, Claudio Lotito, che da anni ha rotto i rapporti con i rappresentanti delle curve. E infatti è stato l’unico a rilasciare dichiarazioni. 

Pallotta ieri ha tenuto una conferenza sul canale Twitter della Roma, un dialogo con i tifosi nel corso del quale ha rilasciato dichiarazioni che lasciano poco spazio all’ambiguità. «Ho sempre preso le parti dei tifosi della Roma, in città, in Italia e ovunque nel mondo. Ma prenderò sempre e solo le parti di quei veri tifosi che sono la stragrande maggioranza di voi. I veri tifosi possono mancare ma non fanno mancare il loro supporto alla squadra. Non fanno cori razzisti. Non creano incidenti. Non insultano quei giocatori che fanno del loro meglio. Non creano situazioni che arrecano problemi a tutti gli altri. Noi tutti subiamo per colpa delle azioni di pochi». Parole condivisibili per tutte le squadre italiane e che la Figc e la Lega Calcio dovrebbero scolpire sulla home page del proprio sito. E questo vale ovviamente anche per il nostro Aurelio De Laurentiis. 

E invece che cosa è successo? Che, tranne Lotito, finora nessuno, nessuno, tra rappresentanti di Lega, Federazione, né alcun presidente o dirigente di squadra di calcio di serie A, B, C, Z, ha detto a. Nulla. Niente di niente. Del resto che cosa ci si poteva mai aspettare da un sistema che ha eletto un presidente della Figc (Tavecchio) il cui primo provvedimeto è stato quello di annacquare le sanzioni per la norma sulla discriminazione territoriale.   

Lotito ha dato ragione a Pallotta: «Se fa bene a prendere posizione contro gli ultrà? Certo che sì, sono stato io il primo a farlo, lo faccio da dieci anni. Occorre distinguere i delinquenti dai tifosi. C’è una sparuta minoranza di gente additata tra i tifosi che invece fa parte della delinquenza abituale che usano calcio come cassa risonanza. Serve coraggio e una separazione netta tra le persone perbene e i delinquenti, le prime nella migliore delle ipotesi disertano gli stadi. Serve un fronte comune tra persone perbene, forze dell’ordine e istituzioni sportive per andare a sminare questi delinquenti che sono sempre presenti in qualsiasi evento violento della nostra società. Questa gente va trattata con il codice penale».

Prima di Lotito soltanto il capo della polizia Alessandro Pansa aveva rilasciato dichiarazioni che sono sintetizzate dal titolo “Finalmente”. «Il fatto che i presidenti (in realtà il solo Pallotta, ndr) prendano una posizione netta e distinta da quel mondo è un segnale molto positivo perché tutto il mondo del calcio deve capire da che parte stare, se stare dalla parte della legalità o meno». Pansa ha aggiunto che se si sceglie di stare dalla parte della legalità, «gli ultrà non ci sono». «La posizione di Pallotta è corretta – ha aggiunto – e la legalità non teme niente anche i calciatori che sono soggetti che hanno capacità di attrazione, soprattutto verso i giovani, devono dire da che parte stanno».
Massimiliano Gallo

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