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In un San Paolo per pochi intimi si rivela la nuova capacità di Insigne: fa sempre la cosa giusta

In un San Paolo per pochi intimi si rivela la nuova capacità di Insigne: fa sempre la cosa giusta

Un Napoli strepitoso quello visto contro la Sampdoria. Nonostante continui ad avere (a spanne, non ho fatto i conti precisi) una media record nel rapporto tra tiri nello specchio e gol subiti (4/2 con i blucerchiati), la superiorità mostrata in campo era talmente evidente che anche i giocatori non si sono scomposti più di tanto per l’immeritato svantaggio.

Alla fine è finita 4-2, ma per la mole di occasioni create (25 tiri in porta, di cui 11 nello specchio e un indice di pericolosità, calcolato dalla Lega serie A, del 99%) se fosse finita con 6 o 7 gol di scarto nessuno avrebbe avuto da ridire.

Viene da chiedersi se i giocatori non siano andati in ritiro lo stesso, autonomamente, o se all’improvviso Benitez non abbia capito il calcio italiano tutto insieme.

Nella notte per pochi intimi al San Paolo (circa 20.000 spettatori, un mistero il poco calore che riceve questa squadra dalla città) è andato in scena quello che secondo i bene informati (alla Domenica Sportiva hanno mandato in onda un servizio di 4 minuti in cui Ciro Venerato si vantava di aver detto prima di tutti che Mihailovic allenerà il Napoli l’anno prossimo) era uno scontro tra presente e futuro della panchina azzurra. Bisogna dire che la differenza tra i due è apparsa abissale.

Un Mihailovic piuttosto annichilito si è preso, nel dopopartita, la colpa della sconfitta per una partita che è stata davvero senza storia, nonostante, prima dell’incontro, i punti di distacco in classifica fossero appena 3.

Parlare dei singoli è persino superfluo, ma una parola va spesa per Lorenzo Insigne che è tornato dal lungo infortunio in forma fisica perfetta e, soprattutto, enormemente maturato. Sempre preciso, instancabile nel tenere la posizione e rientrare fino alla bandierina del calcio d’angolo, intelligente nel presenziare la linea dei passaggi avversari (e proprio da una palla intercettata nasce il magnifico gol segnato ieri, in un’azione in cui il movimento senza palla di Higuain e Gabbiadini vale un assist), Lorenzo è tornato con una capacità in più: quella di fare sempre la cosa giusta. Prima dell’infortunio ogni tanto lo si vedeva tentare il dribbling di troppo, rischiare il passaggio quando non era il caso, indugiare palla al piede con il pericolo di perdere palla e concedere la ripartenza agli avversari. Da quando è tornato, nulla di tutto questo. Il trio del ’91 che costituisce con Gabbiadini (ieri un gol ed un assist) e Zapata (entrato all’82°, ha sfiorato due volte il gol) è una garanzia per il futuro degli azzurri. Rimangono da giocare 6 partite di campionato e le due semifinali di Europa League; la sensazione, visto anche lo stato di forma di Lazio e Roma, è che dipenda tutto solo dal Napoli. L’imperativo è non sprecare più nulla e rimanere concentrati fino alla fine. In pratica, la squadra dovrebbe prendere esempio da Insigne: fiato, cuore, determinazione, qualità e la capacità di fare la cosa giusta.
Fabio Avallone

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