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Ritiro prolungato fino a Varsavia e al bando le cene infrasettimanali da Nennella

Ritiro prolungato fino a Varsavia e al bando le cene infrasettimanali da Nennella

Diciamoci la verità, dopo la sbornia della Volsfaken Arena in pochi, davvero in pochi avrebbero creduto in una nuova scorpacciata di reti, a lieto suggello di una tre giorni memorabile griffata ashtag #4-1, e hai voglia a dire che di fronte avevi il disperato Cagliari del mai rimpianto maestro boemo, ché quest’anno il tifoso si era sin troppo spesso davvero assai abituato a bruschi risvegli dopo apparenti sogni di gloria, per una squadra capace di mostrare il tallone da killer di una discontinuità di gioco e prestazioni che nemmeno un politico in campagna elettorale sarebbe mai stato in grado di promettere e garantire rispetto alla gestione di gara precedente.

E invece, dopo la tirata di orecchie del papà delle criature, i ragazzi sembrano davvero aver trovato quegli stimoli che ahinoi sono venuti meno proprio nel momento tropico della stagione, buttando disgraziatamente alle ostriche tutto il fieno in cascina messo da parte nel pur positivo inizio campionato, quasi a voler dire che senza soffrire non si può amare, e che dunque ogni stagione azzurra è destinata ineluttabilmente a somigliare alla famosa tela di Penelope Cruz: dite, fate, disfate ma alla fine a casa mai niente portate.

E qui, di regola, entrano in campo gli scienziati della pelota. Qualcuno vi dirà che è colpa della società, troppo giovane e acerba per puntare a obiettivi realmente importanti; altri vi diranno di prendervela con l’allenatore, che non ha mica capito cosa significa allenare in una piazza come questa, altro che Milano, Spagna o l’Inghilterra; altri, ancora, punteranno il dito nei confronti dei calciatori, rei di scarso attaccamento alla maglia e senso di appartenenza alla città. Nessuno, però, dirà mai al tifoso la verità: e cioè che la risposta è semplicemente in tutti e tre gli ingredienti, che devono essere sì di primordine, ma anche miscelati con estrema cura per ottenere aroma e persistenza, guai a spacciare Moreno per Passalacqua, il palato del tifoso non può essere diffidato.

Per fortuna, però, non tutti i mali vengono per nuocere, e questa ritrovata vena potrebbe davvero rivelarsi decisiva per il finale stagionale, soprattutto quando hai ancora in pista da ballo un trenino europeo che potrebbe rivelarsi più dolce di un pomeriggio da Gay Odin a Toledo, con in più il ritrovato Hamsik degli ultimi tempi, sempre più simile al vero Mark Lenders dei bei tempi che furono, il recuperato Lorenziño padre genetico del raddoppio e Re Mida Gabbia, al quale il tifoso volentieri gli farebbe toccare pure i nani in giardino. Se poi sia davvero troppo mpoku il Cagliari in disarmo visto ieri per testare le reali ambizioni della squadra, o troppo in palla il Napoli di questi tempi, ben riassunto dalle galoppate del rigenerato Callegol, paradossalmente, è ancora presto per dirlo. Per ora gustiamoci questi altri tre babà, ritiro prolungato fino a Varsavia e sobrietà obbligatoria, al bando le cene infrasettimanali da Nennella: forse Doraemon ha ancora una sorpresa nascosta nella pancia.
Otto Tifoso

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