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Benitez ritrova Eto’o dopo quelle buste della spesa che all’Inter fecero tanto discutere

Benitez ritrova Eto’o dopo quelle buste della spesa che all’Inter fecero tanto discutere

Rafa Benitez e Samuel Eto’O. L’ultima volta che si videro fu nello stesso spogliatoio, a dicembre 2010, Abu Dhabi. L’Inter sconfisse 3-0 il Mazembe (gol di Pandev, Biabiany e appunto Eto’) e si aggiudicò il Mondiale per club. Fu l’ultimo atto della gestione Benitez all’Inter. Si concluse subito, dopo con la celebre conferenza stampa in cui lo spagnolo attaccò Moratti e finì col non mangiare il proverbiale panettone. Benitez e l’Inter si separarono consensualmente. Di quella finale in tanti ricordano l’esultanza del camerunense con le buste della spesa. Si scrisse tanto di quella scenetta. Che era un modo per invitare Benitez ad andare via, che era uno sfottò nei confronti del tecnico di Madrid paragonato a Oronzo Canà, il protagonista de L’allenatore nel pallone.

Quell’immagine in qualche modo è rimasta. Anche se successivamente sia Eto’O sia Materazzi (che pure ancora oggi non risparmia critiche velenose a Benitez) hanno smentito. Al Chiambretti show, Eto’O disse: «Non sono d’accordo con chi dice che Benitez ha sbagliato l’approccio con la squadra. Fino alla partita contro la Juve abbiamo giocato bene. Ci sono cose che succedono nello spogliatoio che io tengo per me. Lo ringrazio perché ci ha abituato a vincere due coppe e lo ringrazio per quello che ha fatto per noi. Ma con lui non ci sentiamo più». E ancora: «Io non gli ho fatto la festa perché Benitez quando avevo 17 anni lo conoscevo dal Real. Altri gli hanno fatto la festa che dici tu (poi, in un secondo momento, disse che la frase fu frutto di un errore del traduttore, ndr). Quando si vince tutto un anno non è facile. Nel calcio sono cose che succedono, non bisogna sempre cercare il colpevole. Però paga sempre l’allenatore in situazioni così».  

Chi conosce bene l’ambiente Inter ha sempre detto che il più grosso di Benitez fu quello di dire che avrebbe voluto Mascherano. Suscitando così le ire di Cambiasso, uno che in quello spogliatoio contava e non poco.   

Quell’anno, quei mesi, Eto’O segnò diciannove gol con Benitez in ventitré partite disputate. Giocò più vicino alla porta, come da sua espressa richiesta. Addio al sacrificio tattico che gli chiese Mourinho. Più di una volta il camerunense tolse le castagne dal fuoco al nostro Rafa: una doppietta a Palermo alla terza giornata (e già incombevano le nubi minacciose), gol vittoria a Cagliari, gol alla Sampdoria che evitò una clamorosa sconfitta interna, e tanti altri. L’ultimo, appunto, ad Abu Dhabi. E poi quelle buste della spesa che diedero vita a una di quelle belle storie – giornalisticamente parlando – che non vanno mai rovinate con la verità. Eto’O poi scelse l’esilio dorato all’Anzhi e quando approdò al Chelsea Rafa era appena andato via destinazione Napoli. Si ritroveranno domani sera al San Paolo.

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