ilNapolista

Ultrà dell’Atalanta condannati per violenze. Il club invece li “perdona” e ritira la querela per un altro processo: «Si sono pentiti»

Ultrà dell’Atalanta condannati per violenze. Il club invece li “perdona” e ritira la querela per un altro processo: «Si sono pentiti»

Nel giorno in cui Carlo Ancelotti si uniforma al pensiero espresso anni fa da Fabio Capello: «Il calcio italiano è in mano agli ultrà, da voi (ormai lui da anni ha abbandonato la serie A, ndr) c’è troppa violenza», da Bergamo arriva una notizia illuminante come scrive giustamente Fabrizio Bocca su Repubblica.it. Proprio nel giorno in cui era attesa la sentenza del cosiddetto maxiprocesso, l’Atalanta ha deciso di ritirare la querela nei confronti degli ultras che erano entrati nel ritiro di Zingonia cinque anni fa. «Si sono pentiti», è la versione della società bergamasca. La querela era stata presentata dalla vecchia gestione, quella di Ruggeri, ed è stata ritirata dalla nuova di Percassi. Ne ha beneficiato anche il noto Bocia, al secolo Claudio Galimberti, che ricevette anche un messaggio dell’allora tecnico dei bergamaschi Antonio Conte che si rammaricava per il Daspo che gli era stato inflitto. Che, un mese fa, alla vigilia della partita col Sassuolo aveva di fatto ottenuto l’interruzione dell’allenamento – davanti a un imbarazzato Edi Reja – per dare la sofisticata indicazione di tirare fuori le palle.

E a proposito del maxiprocesso, il Bocia proprio ieri è stato condannato a tre anni (il pm ne aveva chiesti sei), con attenuanti generiche in un altro processo per violenze (coinvolti anche 56 tifosi catanesi) per gli scontri relativi ad Atalanta-Inter, Atalanta-Catania e l’assalto alla Berghem Fest di Alzano. Un processo in cui, per la prima volta per reati da stadio, era stata chiesta l’associazione a delinquere poi fatta rientrare dalla Cassazione, a giugno si dovrà rifare l’udienza preliminare.  

Ecco, in questo contesto, per un’altra imputazione – quaranta imputati accusati di danneggiamento e di violazione di domicilio per cui il pm aveva chiesto condanne tra uno e due anni – l’Atalanta si è tirata indietro. L’avvocato Federico Riva ha dichiarato che «gli imputati hanno raggiunto un accordo con l’Atalanta che si è concretizzato solo oggi (ier, ndr), ma che ha alle spalle diversi mesi di confronto. La società, che non si è detta interessata a un risarcimento economico del danno, ha accettato di rimettere la querela perché, in cambio, i ragazzi (!) a suo tempo denunciati presteranno un’attività di volontariato nel campo del sociale alla Caritas diocesana bergamasca».

Proprio mentre Carlo Ancelotti spiegava la differenza tra Italia e Spagna: «In Spagna la contestazione è limitata ai fischi. Gli ultra?, gli striscioni, non esistono piu?. Il Real Madrid ha fatto un grande lavoro negli ultimi due anni per eliminare le frange violente. In Italia invece si legge di quelli che vanno dentro gli spogliatoi e insultano i giocatori, ed e? molto triste: non se ne puo? piu?. I giocatori in Italia si sentono ostaggio di tifosi senza cervello».

E insomma, dopo la settimana che ha visto “Pallotta maiale”, gli schiaffi a Cagliari, il campo di Varese devastato, il calcio italiano risponde perdonando i ragazzi che avevano invaso il ritiro dell’Atalanta. Ci penserà la Caritas a rimetterli sulla retta via. Non capiscono proprio niente quei miscredenti di Capello e Ancelotti.  

ilnapolista © riproduzione riservata