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Jurassic Toni due gol di piede non li segnava da quando giocava nel Treviso

Jurassic Toni due gol di piede non li segnava da quando giocava nel Treviso

Il mio Verona – Napoli

–  Milan Napoli fu il culmine negativo di un periodo negativo.

– Il Napoli non scese in campo e il Milan vinse facendo poco o nulla.

– Ancora oggi Inzaghi, ad ogni figuraccia, quindi ogni domenica, tira fuori dal cascione quella partita come faceva Mazzarri con i tempi della Reggina.

– Armero si trasformò in Roberto Carlos e Menez in Ronaldo.

– Epperò, da quel 14 dicembre, il Napoli inanellò 2 mesi quasi perfetti.

– Verona Napoli è stata il remake. E mi auguro che porti le stesse conseguenze.

– Certo c’è da riflettere: la prestazione di alcuni (quasi tutti) è stata imbarazzante; la prestazione di squadra è stata indecente. E Mandorlini esultante provoca gli stessi disturbi di un cucchiaio alla Icardi.

– Come a Milano, il Napoli è sceso in campo in attesa del triplice fischio: scialbo, distratto, molle, ‘na chiavica.

– Come Menez a Milano, ieri, Jurassic Toni ha segnato con una facilità disarmante.

– Ha sfondato la difesa come se fosse Miccoli. Un gol che trova responsabili almeno 4 azzurri, compreso Andujar.

– Come Armero a Milano, ieri, in contropiede l’islandese figlio di Alfredo ha bucato sulla sinistra come se fosse l’unico in campo.

– Sul traversone, l’intera difesa ha guardato il pallone come se avesse la lebbra.

– Jurassic Toni, due gol di piede, non li segnava da quando giocava nel Treviso. Due gol di sinistro, nemmeno quando era un cucciolo di triceratopo.

– Il raddoppio è poi partito da un’invenzione di David Lopez, ieri un mix tra una lumaca e una gallina. Ha preso palla sulla tre quarti, si è guardato intorno, ha fatto qualche passo, ha perso un altro quarto d’ora, si è riguardato intorno e poi ha illuminato con un lancio orizzontale perfetto per il contropiede di Juanito.

– Juanito sembra il fratellino di Chivu.

– Il destro di David Lopez è sembrato il fratellino di Rossitto.

– Molti hanno dato responsabilità al turnover. Ma mi chiedo e vi chiedo: quale formazione sarebbe dovuta scendere in campo?

– Rafael è stato relegato in panchina all’unanimità; Henrique era squalificato; Kulì era infortunato; Gabbiadini era reduce da un infortunio, così come Gargano e Maggio; Calle attraversa un periodo nero e Jorginho sembra colto da dissenteria dall’inizio della stagione.

– L’unico che avrebbe potuto cambiare davvero le sorti è Higuain. Ma sarebbe stata la sua centesima partita consecutiva e poi Zapata, che a detta di tutti merita più spazio, ha ancora la media gol più alta del campionato.

– In realtà di ieri non salvo nessuno. Forse il meno peggio è stato Inler. E a tratti Mertens.

– Le uniche due note positive sono state: la perticata di Gabbiadini che ha spaccato il palo e la reazione di Brivitos nel finale che ha prodotto l’ammonizione sacrosanta per l’irritante pterodattilo giallo blu col numero 9. Banti gli ha permesso di trascorrere più tempo steso che eretto e non l’avrebbe ammonito nemmeno dopo il secondo calcio consecutivo a Ghoulam.

– Il Napoli invece è troppo incostante. È dal 2007 che questo canovaccio si ripropone. Periodi di discreto, buono, ottimo calcio misti a periodi mesti e bui.

– Ogni volta che ciò accade sembriamo cadere dal fico. E via, processi, sentenze, sedie elettriche che, puntualmente, si riporranno nel cassetto per un paio di mesi in attesa della prossima notte.

– Mi auguro infatti che ieri sia stata l’ultima notte della stagione per i pipistrelli.

– I pipistrelli sono brutti, neri, e trovano gloria e voce solo di notte. Mentre io ingenuamente pensavo che esistessero solo i gufi.

– L’amarezza c’è, ma voglio chiudere per rinfrancarmi con una battuta del mio caro amico Giulio Spadetta: il Napoli di ieri è stato troppo brutto per essere finito.

– Intanto, contiamoci.

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani

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