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Mertens ha interpretato alla perfezione il ruolo di Freddy Krueger per i russi

Mertens ha interpretato alla perfezione il ruolo di Freddy Krueger per i russi

Il mio Napoli – Dinamo Mosca

– Ci sono film che ti inchiodano alla poltrona, ti emozionano da subito, ti coinvolgono e vorresti che non terminassero mai, per poi proporti un finale da incubo, lasciandoti l’amaro in bocca e la voglia di non guardarne per i prossimi 6 mesi.

Ci sono poi film che al contrario iniziano squallidamente, che mentre li guardi, il tuo unico pensiero è quello di lasciare quanto prima il cinema, per poi rapirti piano piano, illuminandoti, fino a essere scontento solo perché sia finito troppo presto.

Ecco, Napoli – Inter; ecco Napoli – Dinamo Mosca.

– Un tiro da lontano sventato da Andujar, il solito gol dal solito calcio d’angolo dopo pochi secondi di nonno Kuranyi e l’imprevisto infortunio di roccia Kulì, hanno rappresentato l’azzeccatissimo sequel del finale horror andato in onda domenica scorsa.

– Un incubo. Mancava solo la risata beffarda di Nightmare che spuntasse dal divano del Minao e che dicesse “Vengo a prenderti!”.

– E meno male che doveva essere una partita “semplice” dal sorteggio “fortunato”. Ma poi, chi li ha visti mai giocare questi russi?

– In precedenza, Benitez aveva detto: la Dinamo è forte in attacco. Kokorin e Valbuena li conosciamo tutti.

A quel punto, in sala stampa, Wikipedia è impazzito.

– Per me, la Dinamo era solo quella della bici.

– Subito il colpo, il Napoli però ha reagito immediatamente. Palle danzanti nell’area russa che attendevano solo un piede, un ginocchio, una testa o una natica che la buttasse dentro. Ma niente.

– Si è rimasti sullo 0-1 sempre e solo per la classica zizza di Mosca. 

– Mertens, come domenica scorsa, ha interpretato alla perfezione il ruolo del Freddy Krueger. Il suo dirimpettaio stanotte non ha chiuso occhio a causa della famosa filastrocca “L’ uomo nero non è morto, ha gli artigli come un corvo, fa paura la sua voce, prendi subito la croce. Apri gli occhi, resta sveglio, non dormire questa notte…”.

– Ho perso il conto di quante volte sia andato sul fondo, quante volte abbia crossato nell’area avversaria, e di quanti cartellini gialli abbia conquistato.

– Nonostante ciò, la Dinamo si è riaccesa e ha rischiato di raddoppiare con un remake da corner. Solito trenino bianco e solita zuccata di nonno Kuranyi. 

– La zizza di Mosca ha continuato ha riproporsi e la stazza dei russi ha fatto il resto.

– Ghoulam ha tentato anche con l’arma segreta direttamente dal fallo laterale, ma il gigante Samba non é Ranocchia e facilmente è riuscito ad anticipare Higuain e a sventare il pericolo.

– Higuain, al cospetto del gigante Samba, sembrava Mertens. E Mertens, al cospetto di Kuranyi, sembrava Rui Barros.

– Al 26′, l’incantesimo si è rotto e tutti gli incubi sono svaniti. In seguito a un cross (di piede) di Ghoulam, Higuain è riuscito ad anticipare Gulliver Samba e ha realizzato di testa l’importantissimo pareggio. 1-1

– 5 minuti dopo, da un triangolo stretto tra Inler e Mertens, il folletto belga ha conquistato un rigore sacrosanto: Gonzalone ha raddoppiato con un potente tiro centrale. 2-1

– Inler ha conquistato un’ammonizione e si proposto con una miriade di tiri da lontano. Dopo averlo surclassato di critiche, devo dire che il letargo di questi mesi gli ha fatto bene.

– La frazione si è conclusa con una punizione di Ghoulam presso Mergellina e il preoccupante zoppicare di Gonzalone.

– Il secondo tempo si è aperto come meglio non poteva: espulsione di Zobnin.

– E mentre mi chiedevo quanti palloni avesse toccato Happy DeGuz, ecco che l’olandese è risultato decisivo con un assist di inguine. Inguine per Higuain e 3-1.

– Gonzalone ha controllato e ha sparato il petardo di sinistro sul secondo palo. Il portiere ha solo accennato l’allungo. Per timore di lasciarci le dita, ha infatti ritratto le mani.

– Al 62′, sempre Higuain, dalla sinistra, ha fatto partire un cross per la testa di Calle con il telecomando. Nemmeno il replay ha rivelato come abbia potuto superare il piede del difensore attaccato al pallone. Roba da Voyager. 

– Poco dopo, Dreis Palacio è entrato in area e il difensore russo Henriquov gli ha poggiato una mano sulla spalla. Il Palacio azzurro è stramazzato al suolo e bene ha fatto l’arbitro greco a non concedere il penalty. Magari ci fosse stato Rocchi…

– Purtroppo il Napoli col passare del tempo ha perso lucidità e tensione. Nel finale si sono infatti verificati molti appoggi sbagliati e la smania ha un po’ annebbiato le idee degli azzurri.

– Jorginho, che in passato chiamavamo Jotto per le perfette parabole, anche ieri non mi è piaciuto. Sia in impostazione, sia e soprattutto nel contenimento.

– Henrique da buona posizione ha sparato in zona Capodimonte e Mertens, dopo un triangolo con il subentrato Hamsik, ha lambito il palo.

– A 10 minuti dalla fine, il San Paolo si è trasformato in Me?ugorje. Qualcuno giura di aver visto Zuniga.

– Date da ricordare:

9 febbraio 1986: l’ultimo passaggio della cometa di Halley;

30 novembre 2014: l’ultima vittoria in campionato all’Olimpico della Roma tricolore;

1 marzo 2015: Vidal e Chiellini ammoniti nella stessa partita;

12 marzo 2015: Zuniga torna in campo

– La Coppa America è vicina.

– Il film della partita si è concluso con la faccia sconsolata dell’allenatore moscovita Cherchesov. Cherchersov che si è presentato con gli stessi baffi e la stessa tuta di 25 anni fa.

– il film della partita si è concluso troppo presto: peccato non aver fatto il quarto. Già so che nella partita di ritorno, con quei mammoni, sui calci d’angolo avrò di nuovo gli incubi.

– Infine, Valdifiori. Ho letto: non è uomo scelto da Benitez. Ha 28 anni, non ha profilo internazionale, non può averlo scelto De Laurentiis. È del Napoli (pare), ma nessuno lo ha voluto. Vuoi vedere che è stato un colpo di genio di Alloggi? 

– Ma quanto è forte Gonzalone?

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