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Quando Massimo Mauro era di sinistra e all’Unità diceva: «In Italia si fanno troppi processi, in fondo sono solo partite di calcio»

Quando Massimo Mauro era di sinistra e all’Unità diceva: «In Italia si fanno troppi processi, in fondo sono solo partite di calcio»

Poi la smettiamo. Questa però non potevamo non pubblicarla. È più raffinata. Ce l’ha segnalata Noel Angrisani. È un’intervista al Massimo Mauro calciatore pubblicata dall’Unità il 25 settembre del 1988. Per chi non lo ricordasse, erano in corso di svolgimento le Olimpiadi di Seul e la nostra Nazionale olimpica incappò in una sconfitta storica: 4-0 dallo Zambia. Apriti cielo. L’allora quotidiano del Pci intervistò Massimo Mauro, calciatore di quell’Olimpica. Emblematico il titolo dell’intervista: «Troppo rumore per un pallone».

«Si fanno troppi processi – disse Mauro, allora alla Juventus, all’inviato Ronaldo Pergolini – in fondo sono solo partite di calcio». L’attacco è soprattutto al Processo del lunedì: «Ma che senso ha fare quella cagnara, se io fossi un dirigente Rai comincerei innanzitutto a spostare di rete quella trasmissione, sarebbe più in sintonia con la programmazione della prima rete».

«Ricordo un Processo sulla violenza, tra gli ospiti c’era Carmelo Bene, uno dei pochi che dicesse cose sensate, fu attaccato violentemente e alla fine ne venne fuori un processo a chi voleva processare la violenza».

«Mi rifiuto di leggere i giornali sportivi. Li compro solo il lunedì e per il resto della settimana leggo La Stampa e il manifesto».

«Spesso si esagera. Dopo la partita con lo Zambia avete cominciato a vedere fantasmi dove non ce ne sono. Rocca (era il ct di quella Nazionale, ndr) lo avete scorticato vivo, la squadra sarebbe una banda di desperados pronti a scannarsi. Ma non è così».

«Mie aspirazioni? Poter fare un lavoro in cui uno possa decidere di più. In fondo quello del calciatore è un ruolo passivo anche se pagato benissimo».

«Ho firmato un appello contro l’apartheid, ma non mi pare di aver fatto una cosa strabiliante, per di più non ho la statura di un Gullit e quindi anche l’effetto di sensibilizzazione della gente muore. Mi piacerebbe molto far parte di una squadra che dovendo affrontare una formazione che ha giocato con il Sudafrica decide di fare le valigie e se ne torna a casa. Ma dove sta questa squadra?»

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