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Felice, napolista esule per amore della moglie, è convinto che cresceranno i friarielli in Olanda

Felice, napolista esule per amore della moglie, è convinto che cresceranno i friarielli in Olanda

Felice Buonadonna, nato a Pozzuoli 48 anni fa. In Olanda da diciotto anni, da otto vive con la moglie Marjorie e la figlia Cassia a Goes, cittadina meridionale al confine con il Belgio, dove fa il fotografo. Ha deciso di trasferirsi in Olanda dopo che Napoli ha “mortificato” Marjorie: “Mia moglie amava la città alla follia ma non le sono bastate una laurea, referenze importanti e cinque lingue parlate e scritte. Non l’ho sopportato”. Ora per lui Napoli è come una bella amica che fa la sua vita “ma ogni tanto ci incontriamo e stiamo molto bene insieme”.

Racconta di essersi messo totalmente in discussione, in Olanda, e che il paese lo ha adottato: “Ho fatto tesoro del meglio delle mie origini”.

Di Napoli gli manca soprattutto la gentilezza e la leggerezza della gente (“gli olandesi sono più concreti”), oltre alle sfogliatelle ricce e alla mozzarella di bufala. Sui friarielli sta lavorando: “Sono alla seconda semina in casa, la prima è andata male, ma ci riuscirò”.

La passione di Felice per il Napoli risale alle domeniche trascorse con il padre al San Paolo, nei Distinti. Poi gli anni di Maradona, l’abbonamento con gli amici in curva A, le trasferte in giro per l’Italia, Non ha mai amato troppo il San Paolo: “Sogno lo stadio nell’area dismessa di Bagnoli, vicino al mare. Mi piacerebbe come ad Amsterdam: settori esclusivi per chi vuole vedere la partita in piedi”.

Prima di lasciare Napoli aveva un laboratorio serigrafico a Soccavo, alla Croce di Piperno, erano i tempi del Napoli di Maradona, Careca e Alemao: “Tutti i giorni usavamo come esche le segretarie della ditta vicina – racconta – erano carine e le facevamo affacciare per attirare l’attenzione dei giocatori alla fine dell’allenamento”, sorride.

Poi, però, successe qualcosa. Campionato 1988: Napoli-Milan, 2-3. Felice era a casa con la febbre alta e seguiva la partita in tv. Fu una delusione talmente scottante e tale fu la repulsione per le successive vicende di spogliatoio che “da quel momento ho chiuso con tutto ciò che fosse calcio”. Fino a cinque anni fa, quando un amico olandese lo ha coinvolto nel calcio agonistico: oggi è tesserato della Federazione olandese, gioca come centrocampista e attaccante, e amministra il Napoli Fans Club Holland su Facebook.

Definisce il rapporto tra Napoli e il Napoli “squallido e pretenzioso da parte dei napoletani”. Crede che le squadre oggi vadano gestite come un’azienda per non fallire e a Napoli, secondo lui, “c’è un capitano d’azienda che sta facendo un lavoro encomiabile”. Gli piacerebbe che Benitez restasse a Napoli, anche se non lo reputa infallibile. Il dolore per un addio sarebbe lenito solo da Mihajlovic. Ha da sempre un debole per Marek (“ha un gioco illuminante”) e per Higuain.

Per guardare la partita a casa si è creato un angolino tutto suo al piano di sopra, in camera da letto: parabola sul tetto, divanetto e tavolino della fu suocera, un quadretto ad abbellire la parete. A un minuto dalla partita, Marjorie si lamenta perché vuole un divano nuovo, lui finge di ascoltarla mentre beve birra e si gratta perché in tv parlano bene di Higuain. Al gol di Gabbiadini esulta tanto da far spaventare la figlia, che si spaventa il doppio per le bestemmie contro Britos sul gol del Chievo. Alla ripresa, seconda birra e gol di Gabbiadini. “Grande vittoria, è quello che volevamo!”, dice, prima di chiedere a Marjorie di cucinare le salsicce al sugo per cena…
Ilaria Puglia

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