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È poco napolista, ma vi segnalo che il guardalinee del gol fantasma di Marronaro era Nicchi

È poco napolista, ma vi segnalo che il guardalinee del gol fantasma di Marronaro era Nicchi

Troppo snob per te, caro Napolista, accodarti alle recriminazioni post-Juventus. Star lì a sbraitare, tu diresti a piagnucolare, sia pure con lo stile scelto dall’amor tuo. Quel #cipuostare pronunciato quasi sorridendo eppure con l’ulcera in piena attività magmatica. Figurarsi se perdi tempo dietro Tagliavento. Non hai avuto il coraggio di impartire una lezione di sportività al tuo protetto. Te la sei cavata conferendogli una laurea con lode in comunicazione. Sei rimasto sul tuo terreno. E di tanto in tanto hai lasciato che altri dispensassero concetti improntati alla saggezza. L’ultimo capolavoro tattico è di questa mattina, quando hai pubblicato il ponderoso scritto di Roberto Liberale sull’arbitro come grande alibi

L’ho letto, l’ho riletto, ho molto apprezzato il richiamo cinematografico nell’immagine a corredo. Però un tarlo si è insinuato in me. Marronaro-Milan-Bologna. Ho digitato seguendo le indicazioni di Benitez e mi sono ritrovato su Youtube. Che nostalgia, mi sono ritrovato catapultato in un mondo in cui c’era ancora il pullman della Rai, Galeazzi, Gigione Maifredi che guardava il pallone ampiamente oltre la linea, i calciatori del Bologna che correvano a protestare dal guardalinee. Il guardalinee. È il secondo 58. Questo volto non mi è nuovo, diceva il principe. Questa faccia l’ho già vista, ripeteva sempre il principe stavolta parlando realmente di un volto e non di un lato B. Giù il cappello, ecco. 

Ebbene, caro Napolista, vuoi sapere chi era il guardalinee? Marcello Nicchi da Arezzo. Embe’? Mi sembra di ascoltare una delle tue lezioni sul riformismo. Embe’ niente, però è un dato storico, cronistico, da almanacco. E poi, sempre per rimanere al principe De Curtis, da cosa nasce cosa e google mi ha un po’ preso la mano. Ce ne sono di storie interessanti e ridicole. Una volta il Nicchi (non il Necchi, purtroppo) finì persino in un’interrogazione parlamentare per il suo arbitraggio molesto nei confronti di Kenneth Andersson, il pennellone svedese che con i piedi ci sapeva fare. Lo espulse mentre lo svedese implorava Ulivieri di sostituirlo perché l’arbitro non gli avrebbe fischiato mai a favore. Di Rapajc già sai, immagino. Di quel di gol di mano in Perugia-Napoli. In quel caso, se vuoi, l’arbitro potrebbe essere scagionato. Si avvicinò al croato e lo interrogò: hai fatto gol con la mano, figliolo? Giammai fu la risposta. 

Alla fine di quell’anno lo fermarono per scelta tecnica e gli tolsero il fischietto. Nel suo curriculum vanta vittime autorevoli, Franco Baresi, Roberto Mancini e la sua memorabile piazzata in Sampdoria-Inter, Bergkamp, Fontolan. 

La classe arbitrale ha scelto lui per il post-Calciopoli. È poco napolista, vostro onore. Ai fini della pubblicazione, mi appello al senso della notizia: volete sapere chi era il guardalinee che non vide il gol di Marronaro?
Luigi Antonio Sangiusto

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