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Anche il “vecchio” San Paolo può diventare uno stadio ospitale e a misura di tifoso

Anche il “vecchio” San Paolo può diventare uno stadio ospitale e a misura di tifoso

Non realizzare uno stadio ex-novo per il Napoli non vuol dire che si debbano azzerare le aspettative di poter vivere le gare casalinghe in uno scenario più dignitoso, accogliente e funzionale. Con il giusto progetto e il giusto investimento si può rendere il San Paolo uno stadio più moderno e più comodo per gli spettatori, un luogo che i tifosi possano sentire ancor più come “casa” della propria squadra.

La lista degli interventi che saranno previsti sarà nota dopo che il Comune e il Napoli avranno definito nei dettagli l’accordo per il restyling, ma è possibile già ipotizzare uno scenario probabile.

Innanzitutto, verranno sostituiti i sediolini. Non si tratta di una scelta, in questo caso, ma di una prescrizione dell’Uefa: le sedute rosse sono ormai fuori norma per l’altezza troppo ridotta dello schienale. Dovranno essere sostituite o con sediolini dello stesso tipo ma con schienale più alto, oppure ad un costo maggiore con sediolini a seduta ribaltabile. Quest’ultima opzione darebbe sicuramente tangibili benefici agli spettatori rendendo più agevole il passaggio e l’accesso ai posti sugli spalti. Ovviamente non sarebbe male se le nuove sedute fossero di colore azzurro.

Per quanto riguarda l’anello inferiore, non essendoci abbastanza fondi per demolirlo e realizzarne uno a ridosso degli spalti, sarebbe bello agevolare gli spettatori. Attualmente la società vende i biglietti anche per le prime file ma di fatto la partita si può vedere bene solo dalla settima-ottava fila. La società potrebbe ad esempio abbassare la posizione dei tabelloni pubblicitari a bordo campo (seminterrati come è consuetudine in molti stadi inglesi) migliorando la visibilità di tutti nel primo anello.

Un altro passaggio ineludibile è il rifacimento completo dei servizi igienici in tutti i settori, magari anche aumentandone il numero e facilitandone l’accessibilità. Un altro aspetto da migliorare è quello dei punti di ristoro. Per quanto sia apprezzabile il lavoro dei venditori “volanti” sugli spalti, è necessario attrezzare più spazi dove sia possibile consumare anche bevande e cibi caldi. In giro per gli stadi in Champions ed Europa League abbiamo apprezzato un po’ ovunque la disponibilità di aree di ristoro dentro lo stadio, dunque perché non anche a Napoli?

Dovrebbero poi essere installati uno o due tabelloni luminosi (formato maxischermo) per poter proiettare meglio informazioni per gli spettatori e naturalmente anche per gli sponsor che potrebbero pubblicizzare i prodotti in maniera più personalizzata.

A vantaggio degli spettatori devono essere anche ridisegnati gli accessi esterni e i piazzali intorno allo stadio. Le aree di prefiltraggio e accesso dovrebbero essere riorganizzate con percorsi migliori, magari sistemando a verde i piazzali che oggi sono coperti da una colata di asfalto.

Sarebbe poi importante vedere realizzato dentro lo stadio anche il Museo del Calcio Napoli. Oltre ai trofei conservati a Castel Volturno, esistono importanti collezioni private di cimeli che raccontano la storia degli azzurri e meriterebbero trovare un luogo dove essere condivise tifosi. E ovviamente come in ogni altro stadio del globo, accanto al museo dovrebbero sorgere anche i negozi di merchandising del Napoli.

Veniamo poi a quegli interventi meno visibili, ma ugualmente importanti, iniziando dalla copertura. Sono diversi i punti in cui ci sono delle perdite. È inoltre probabile che vada rifatto anche l’impianto elettrico e di illuminazione, usando ad esempio lampade più moderne, economiche ed ecologiche, ma è da rivedere anche l’illuminazione degli spalti e dei percorsi di accesso visto e considerato che sono tante le gare che il Napoli gioca in orario notturno.

Vanno poi certamente risistemati gli spogliatoi delle squadre. Considerato che ormai le telecamere arrivano fin lì, è spiacevole offrire un immagine di approssimazione e degrado ai telespettatori. Scendendo ancora più in basso arriviamo forse ai lavori più complicati, ovvero quelli nei sotterranei. Se è vero che sistemare il garage al servizio delle squadre e delle autorità non è un grosso problema, richiederà invece un certo dispendio di denaro rendere agibile e funzionale il parcheggio sotterraneo del San Paolo. Realizzato per i Mondiali di Italia ’90 e mai aperto per il mancato rispetto di alcune prescrizioni di legge, sarebbe fondamentale aprirlo e renderlo utilizzabile in una duplice ottica. Dal punto di vista della società, un parcheggio funzionante a Fuorigrotta potrebbe essere un’occasione per realizzare introiti sette giorni su sette grazie al gran numero di persone che frequenta il quartiere per l’Università o per lavoro. Dal punto di vista dei tifosi, sarebbe un grande vantaggio perché consentirebbe (pagando ad esempio cinque euro) di parcheggiare direttamente allo stadio senza pellegrinaggi nel quartiere per trovare un posto (spesso in sosta vietata) sotto il controllo dei parcheggiatori abusivi

Se le indiscrezioni di stampa sono corrette, il budget degli interventi per il San Paolo oscilla tra i 20 e i 30 milioni di euro (somma a carico della Ssc Napoli). Questa lista si può stimare interamente compresa in questo budget, e sarebbe un ottimo punto di partenza per frequentare il San Paolo con più entusiasmo e certamente meno disagi di quanti invece si è costretti ad affrontare adesso.

La palla passa ora al Comune e al Napoli per finalizzare un accordo che possa essere operativo nel più breve tempo possibile. È auspicabile anche la redazione di una nuova convenzione che affidi in esclusiva al Napoli la gestione dell’impianto a tempo pieno, pur rimanendo ovviamente tutelata la fruizione ad esempio della pista o la realizzazione di eventi di interesse per la città (es. concerti).
Andrea Iovene

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