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Sul gol del Genova c’era un chiaro fallo di mano di Ruotolo

Sul gol del Genova c’era un chiaro fallo di mano di Ruotolo

Napoli Genova non è mai, sempre e soltanto, una semplice partita di calcio. È da oramai tante stagioni celebrazione di una storica fratellanza, festa dell’amicizia, sagra del tifo genuino, vento di passioni, pioggia di emozioni, baci e abbracci, pace, gioia e serenità.

Una storia che parte da lontano, poche settimane prima della trionfale spedizione dei ragazzi di Bearzot al Mundial spagnolo: al San Paolo Faccenda pareggia meritatamente il conto e spedisce il Milan in serie B nonostante la rocambolesca affermazione di Cesena, tra lacrime napulitane di giubilo per quello che, a distanza di tanto tempo, può essere considerato il primo, vero, scudetto azzurro. 

Passano gli anni e l’amicizia, se possibile, cresce ancora. Il tifoso capisce persino che i fratelli rossoblu tifano Genoa, non Genova – nonostante Galeazzi a novantesimo continui a sostenere il contrario – e si compiace sempre di più della ipocrisia sabauda che, al di là di arbitri comprati a suon di Alfe 33 costruite a Pomigliano dai seguaci del ciuccio, continua a spacciare per vero l’osceno gemellaggio di convenienza Torino/Detroit, celebrato su campi da golf dove chi si trova tra il portiere e l’ultimo difensore non è considerato in fuorigioco.

Arrivano così anche gli artisti a suggellare il patto di sangue: con don Raffaé il grande De André ammette che il vero caffé solo a Napule ‘o sanno fa, mentre Francesco Baccini ricorda ai tristi interisti che solo le nostre donne si getterebbero tra le fiamme, mentre le loro restano un’illusione, come quella di riprendere Murigno ad Agosto. Davanti a simili emozioni, facile capirlo, la partita è quasi un contorno. E dispiace davvero per quelli che, spaventati dal freddo, hanno preferito allo stadio un’isola dei famosi dove le squadre non sono nemmeno scese in campo, forse perché arbitrava Tagliavento. In ogni caso, checché ne dicano gli additivi ai lavori – a cui il tifoso, con orgoglio, si vanta di non appartenere – il primo gol del Pipita era chiaramente regolare, il rigore appare netto e il pareggio del Genova era comunque viziato da un chiaro fallo di mano di Ruotolo. Persino Mughini, che è un amico, non farebbe fatica ad ammetterlo. Resta il problema delle tante occasioni non sfruttate, che è anche il limite più grande di Benitez, e lo diciamo ormai da diversi anni. Ma sappiamo anche che da persona intelligente qual è saprà certamente porre rimedio, e dirigere al meglio la cantata delle giornate di ritorno dispari, prima di tornare ad annoiarsi nei campionati minori dell’isola di Wight. Adesso però anche la società deve dimostrarsi all’altezza della situazione: subito un contratto di solidarietà a Cassano e pressione in Lega per eleggere Massimo Ranieri Presidente della Repubblica. Il Milan, se ci pensate bene, non è ancora salvo.
Otto Tifoso

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