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Garcia a Roma comincia ad accusare i rumori di fondo

Garcia a Roma comincia ad accusare i rumori di fondo

A Napoli non scherziamo, ovviamente. I recenti risultati hanno depotenziato tanti dei nostri illustri nonché autorevoli commentatori che oggi si limitano a dispensare qualche pillola qua e là, del tipo “troppi e inutili 13 miliardi per Gabbiadini” che tra parentesi è uno dei cinque attaccanti più promettenti del calcio italiano (insieme con Immobile, Insigne, Destro e Zaza), oppure “grazie alla crisi della Roma, la stagione sta improvvisando svoltando”. Non sia mai ammettere che per mesi hanno aperto la bocca a vacante. No, è merito della crisi della Roma.

E allora andiamo un po’ a guardare in casa giallorossa. Qualche mese fa, venivamo criticati quando ci permettevamo di parlare dei malesseri giallorossi. “Ma con quale coraggio parlate di una squadra che viaggia a distanze siderali dalla nostra”. Meraviglie del cosmo, le distanze si sono accorciate. E Garcia comincia a mostrare segnali di nervosismo. Anche sfortunati i giallorossi, va detto. Per Strootman la stagione è finita. Il tecnico ieri in conferenza stampa se l’è presa con l’ambiente anche per la vicenda Destro, ceduto al Milan: «Destro è partito – scrive Il Messaggero -, ma resto dello stesso avviso. Mattia è centravanti di talento e uomo di qualità. Voleva, però, andare via per giocare di più. Mi sarebbe piaciuto che avesse avuto un sostegno maggiore e non parlo di me, dei compagni e della società, quindi è facile capire a chi mi riferisco. Per lui parlano i numeri, sostenerlo era un atteggiamento obiettivo e da tifosi». Non solo, l’attacco di Rudi all’ambiente è stato duplice, come riporta Repubblica: «“Cercate di non avere la memoria corta”, chiede stridente l’allenatore a giornali e città, guardando oltre la striscia da 11 punti in 7 partite che ha aperto un baratro di sette lunghezze con la Juventus capolista. “Perché – recrimina Garcia – i numeri parlano per questa squadra: e poche volte a Roma hanno visto numeri così in campionato». 
 
Parole che a Napoli, in passato, abbiamo già ascoltato. Ma un’altra considerazione si impone. In settimana ho sfogliato quotidianamente Il Messaggero. Non ho mai trovato la parola crisi. Né pareggite. In piena fase declinante (poi si riprenderanno, ma la fase è declinante), il quotidiano romano (che poi è di Caltagirone, Il Mattino di fatto ne è, purtroppo, una succursale) ha cercato di mascherare la realtà. Addirittura ha trovato il tempo di dedicare un titolone alla partenza di Higuain in estate. E mi sono chiesto: che cosa sarebbe successo a Napoli? Ci saremmo comportati così? O avremmo ripreso coi sondaggi e piazzato allenatore e società sul banco degli imputati?   

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