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Cara Gazzetta, il razzismo non è questione di rime sbagliate

Cara Gazzetta, il razzismo non è questione di rime sbagliate

Quando non guardo le partite mi occupo di poesia, stamattina sono costretto a parlare di rime. Rime sbagliate o rime corrette, su involontario invito de La Gazzetta. Il discorso che fa la Rosa (rosa molto sbiadito, parliamoci chiaro) è semplice, scrivendo dei soliti cori razzisti contro Napoli e i napoletani, parla di “certe rime sbagliate”, sottolineando come a causa di questi errori, non di contenuti, ma formali, il Milan sarà costretto a pagare una multa. A parte che io preferivo la squalifica della curva, caro Tavecchio, è chiaro il tentativo della Gazzetta di semplificare, di ridurre tutto al gioco, allo sfottò e quindi al piccolo errore di una rima sbagliata. Ora, sbagliare una rima non è grave, perché o le sai fare le rime o non le sai fare, però nella frase più gettonata contro i napoletani, non sono presenti rime. Oh Vesuvio lavali col fuoco è ormai un classico privo di rima, così come è privo di rima il Vesuvio bruciali tutti di ieri sera. Per trovar le rime bisogna tornare ai classici: colera, terremotati, mai lavati, ecc. Quelli erano casi di rime riuscite da un punto di vista formale, ma altrettanto ignobili guardando ai contenuti. Il Vesuvio è troppo impegnato nelle pizze in Liguria per occuparsi di bruciare i tifosi del Napoli e, so per certo, che non si muoverà di un millimetro fino al momento in cui non verranno composte esortazioni migliori. Cari tifosi delle altre squadre se non avete fantasia, se non conoscete la metrica, se non sapete scrivere e, soprattutto, se non siete a conoscenza della pigrizia atavica del Vesuvio non perdete tempo, godetevi i tanti momenti di gloria che il Napoli riesce a regalarvi quest’anno. Invece, volevo ricordare a certi giornalisti della Gazzetta che non sono nemmeno la palla destra di Gianni Brera e mai lo saranno. Bene, da palla a uallera il salto è breve: veniamo al Napoli.

Ieri, evidentemente, a San Siro non è sceso in campo il Napoli ma una squadra di undici uallere, la uallera migliore è stata Zapata che ha giocato solo pochi minuti, per dire, per capire la misura del uallarismo (o uallaresimo?). Ragazzi, parliamoci chiaro, se vi siete scocciati di giocare non dovete far altro che comunicarcelo, noi ci rassegniamo, guardiamo, o non guardiamo, le partite con un altro spirito, quello che va bene per la nicchia e arrivederci. Perdere è sopportabile, siamo abituati, ma perdere così è come quando si perde a tavolino, è deprimente. Amici che hanno visto la partita mi dicono che hanno messo in mezzo una scala 40, perché risultava del tutto evidente che il Napoli non avrebbe fatto niente. Pare che i nostri calciatori non abbiano nemmeno sudato. E che sfaccimm’. Per dire, alle finte di Menez non avrebbe abboccato nemmeno mio nipote di sette anni.

Behrami twitta entusiasta al gol di Nainggolan, e chi se ne fotte? Quello che deve fare? Si è messo a dispetto, accettasse la sua condizione di privilegiato, capisse la bellezza del Mare Nord invece di sfrantumare a noi. Tu prendi a Pandev, vedi come si è messo zitto e muto in Turchia? Valon prendi esempio.

In questi giorni ho comprato una marmellata dell’Essex, non perché conoscessi la bontà della marmellata prodotta in quei luoghi, ma perché era in offerta. In ogni caso è buonissima, alle arance. Mangiata senza dedica, per carità. I cornetti restano senza nome pure questa settimana.

Note a margine:

– A Zuniga non lo troverebbero nemmeno i due di True Detective

– Rimettete il righello dei cross nei piedi di Mertens

– Dite a Albiol e Koulibaly che i modelli per Prada li possono fare a fine campionato.
Gianni Montieri

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