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De Laurentiis si riprende il Napoli: «Venderanno i miei figli. Benitez? Spero che sposi il progetto Napoli, altrimenti ce ne faremo una ragione»

De Laurentiis si riprende il Napoli: «Venderanno i miei figli. Benitez? Spero che sposi il progetto Napoli, altrimenti ce ne faremo una ragione»

Diciamo la verità, non se ne sentiva la mancanza di un De Laurentiis a ruota libera alla vigilia della SuperCoppa contro la Juventus. Il presidente è tornato quello delle dichiarazioni a raffica. E stavolta colpisce per il suo essere diretto anche contro Rafa Benitez: «Lo stimo, sono felice se resta ma se non sposerà il progetto Napoli ce ne faremo una ragione». Probabilmente sente e sa che il tecnico spagnolo con ogni probabilità andrà via e vuol far comprendere che il Napoli è suo e che non teme l’impopolarità. Certo dichiarazioni del genere alla vigilia di una finale non sono auspicabili. Ma conosciamo De Laurentiis ed è difficile che opti per una scelta diplomatica. Di certo il presidente del Napoli si prende la scena alla vigilia di Napoli-Juventus e chiarisce, semmai ce ne fosse bisogno, in quale cornice agirà il Napoli del futuro. Cominciando col confermare l’arrivo di Gabbiadini. De Laurentiis si mostra sicuro di sé, telefona a Benigni davanti ai giornalisti e gli chiede quando può richiamarlo per parlargli di un progetto. Insomma, aa Doha De Laurentiis ha voluto lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile.   

Ne ha per tutti De Laurentiis. E parte dai calciatori. «Alcuni si sono seduti perché pensano il campionato sia andato», per poi dichiarare in tv: Se uno pensa che il campionato è fottuto, che arriviamo solo al terzo posto, queste sono balle, perchè le partite sono belle solo per quello che esprimono. Abbiamo una buona squadra, un buon allenatore e un presidente che dice le cose come stanno al tecnico e non le manda a dire tramite intermediari”.

Della Melandri dice: «ha ucciso il calcio italiano, bisognerebbe fare causa allo Stato». Dopodiché si concentra sull’assetto societario del Napoli. In tanti fino a poche settimane fa avevano scritto che a Doha De Laurentiis avrebbe, se non venduto il Napoli, quantomeno aperto a una compartecipazione. Pare che non sia così: «Non venderò mai il Napoli, lo faranno i miei figli se non sapranno gestirlo, sarà mio fino a che non morirò».

Il presidente ne ha anche per il sindaco di Napoli de Magistris: «Sto studiando un nuovo progetto per essere competitivi, ossia trovare altri 150 milioni di fatturato, voglio imparare come si gestisce uno stadio, taglierò il cordone ombelicale con il sindaco di Napoli, parleranno i miei avvocati, non fatemi sparare sulla croce rossa. Sto studiando un progetto di azionariato popolare, i tifosi dovranno investire sul Napoli se vogliono essere competitivi, ma non avranno delle azioni in cambio ma una serie di servizi e benefit».

La novità è rappresentata dalle dichiarazioni nei confronti dell’allenatore: «Dobbiamo avere pazienza con questo modulo, abbiamo deciso di cambiare e ora dobbiamo pazientare, di certo non posso permettermi di avere due centrocampisti con ingaggio milionario non rientra nei budget del Napoli.

Purtroppo la gente ha totale ignoranza della gestione finanziaria». Insomma, De Laurentiis sembra quasi accodarsi al pensiero dei salotti tv napoletani, quelli in cui si contesta il modulo e si dice che Benitez non comprende il calcio italiano. In realtà è parte di una strategia che esplicita meglio con la seguente dichiarazione: «Stamo parlando di un allenatore di dimensione internazionale che a me piace tanto per la sua cultura. Se il nostro progetto lo convincerà, sarò felicissimo; se invece non avrà pazienza, ce ne faremo una ragione: anche il Chelsea è andato avanti dopo il suo addio». Insomma, le carte sono scoperte. 

Può colpire e colpisce le tempistica delle dichiarazioni ma a De Laurentiis non fa difetto la chiarezza. Del resto, le carte – anche con Benitez – sono sul tavolo da parecchio tempo. Il presidente mostra, in questo modo, di non temere l’impopolarità, parla in maniera chiara e ribadisce quel che in fondo abbiamo sempre saputo e che traspare in maniera fin troppo evidente dall’ultimo bilancio. Di sicuro non ha scelto il giorno giusto per parlare. Un po’ come al master mind: ha indovinato il colore, non la posizione. Ma farlo oggi gli ha dato più forza: il Napoli è suo e lo ha ribadito alla vigilia della Supercoppa.

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