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Mi sentivo Michu, poi ho scoperto lo streaming senza commento

Mi sentivo Michu, poi ho scoperto lo streaming senza commento

Il mio Sparta Praga – Napoli

– Carosone mi direbbe “pigliati ‘na pastiglia, sient’a me”. Anche stamattina mi sento Michu.

– Tra limonate riscaldate per limitare la dissenteria e tisanelle rigeneranti, ieri ho trascorso mezzo pomeriggio a cercare un canale che mi desse la possibilità di vedere la partita.

– Imbacuccato come Jotto nel riscaldamento, sono entrato per la prima volta nel fantastico mondo dello streaming. Che detto così, in queste condizioni, potrebbe ricordare una parolaccia o una zeppelin.

– Sì, ho difficoltà a dirmelo e dirvelo, ma ho volato per 900 km per giungere qui a Milano e beccarmi un virus grande quanto il piede o lo zeppelin di Duvan o di Kulì. Fate voi.

– Inchiodato a letto da due giorni, in una casa in cui Premium suscita lo stesso interesse di un barrage di equitazione alle olimpiadi, il mio pensiero fisso è stato “‘a partita”.

– Ho spulciato siti di ogni nazionalità e pianeta e le risposte sono state tra le più disparate: uno schermo nero dopo 25 secondi di attesa prima che scomparisse una pubblicità sulla moda; o mi si aprivano finestre laterali con procaci signorine vestite solo di un filo di nylon che avrebbero voluto invitarmi a trascorrere qualche ora al loro tavolo da poker; o, sempre dopo aver spaziato per siti collaterali, come i miei disturbi, mi rendevo conto che l’Ipad fosse incompatibile a quei generi di canali. E mi fermo qui.

– Stanco per la pressione bassa e per il febbrone che, guarda caso, ieri ha raggiunto il suo acme, ho desistito. E ho seguito così tutto il primo tempo su un forum di tifosi del Napoli.

– Sono impallidito. Più di quanto già lo fossi di mio. 

– Ho pensato a un forum in cui il mio virus avesse contagiato tutti gli utenti.

– Tra bestemmie di ogni tipo, madri dei giocatori finite su tutti i marciapiedi della città, morti annunciate e i miei colpi di tosse, ho compreso che stavamo giocando una schifezza: mezzo tiro in porta, due salvataggi di Rafael, uno di Albiol, un traversa dei cechi e Higuain che ha sfanculato un po’ chi gli capitasse a tiro.

– Alla fine del primo tempo, mi son detto: questo forum non porta bene. 

Mi è sembrata una buona scusa per pensare di lasciarlo.

– Non so come, ma Mario, un amico che mi vuole assai bene a cui avevo chiesto aiuto, mi ha improvvisamente chiamato: hai provato il sito Terra.cacchio.nonmiricordopiù? Il mio IPad si è collegato. Però ti avverto, stanno giocando Britos e Mesto.

– Avevo perso le speranze, ma con grande stupore e grande gioia per aver abbandonato definitivamente il forum dei virus, sono riuscito a sintonizzarmi su quel canale. Chiaro e limpido come un diagonale di Calle in corsa.

– Sempre con temperature equatoriali che serpeggiavano nelle mie tempie e fiacco come Inler dopo una passeggiata sul lungomare, mi sono rinfrancato. Anche se il primo giocatore che hanno inquadrato al rientro in campo è stato Brivitos e ho avuto un conato. Ma è stata solo una coincidenza.

– In quarantena, senza poter fumare, con una febbre che avrebbe potuto farmi delirare e vedere una tripletta di Gargano o due uscite alte di Rafael, con l’ennesima tisana sciacqua intestini da ingerire ed essere felice. Si può?

– Uno stato che è perdurato e si è espanso, più del virus che mi porto tutt’ora in corpo, quando ho scoperto che c’era solo l’audio dello stadio. Niente Caressa che sarebbe riuscito a vedere le maledette di Pirlo anche Praga o in una partita di bazzica o il Beppe Bergomi armeno, le ammucchiate del Piccinini thailandese o le “scions” del Cerqueti franco romanista. Con oltre 39 di febbre, con l’idea che anche Mauro potesse essere finito in un muto tabuto televisivo, mi sono sentito bene. Ho quasi pianto dalla commozione.

– Le usuali telecronache sono sempre state oggetto di spunti goliardici o di bestemmie da forum per tifosi, ma ieri avevo bisogno di silenzio. Del vociare della gente o al massimo del “din don: la Napoli ha sostituto la numero 8 Jorginho con la numero 31 Ghoulam Foauzi”. Niente di più.

– In mezzo a tutto ciò, si è anche disputata la partita, ma è un dettaglio irrilevante.

– Ho visto un campo simile alla mia flora intestinale. Ho visto Rafael con la maglia della Juve da CL e ho pensato che avrebbe potuto tuffarsi nell’area avversaria. Ho visto Kulì che a centrocampo, per superare l’avversario, ha realizzato un numero alla Zidane per poi esprimersi con un tiro alla Torricelli sciacquo come la mia tisana. Ho visto il loro numero 9 con l’ovatta nel naso come Loris Stecca e il loro capitano chiamarsi Lafata tachipirina. La stessa che avrebbe potuto somministrare Hamisik, quando a due metri dalla porta, l’ha spedita alta di testa. 

Insomma, di gioco, di calcio, poco o nulla. A parte la mia maglia sudata.

– Come tutte le partite in trasferta del Napoli in Europa League, anche questa ha ripercorso la scia delle precedenti. Ritengo che l’intera lettura del bugiardino delle mie Augmentin o un’arringa di Moggi sui valori dello sport sarebbero state molto più interessanti, ma lo 0-0 ci qualifica e questo è l’unico aspetto che mi interessa.

– Alla fine, con un po’ più di determinazione nei pressi della porta avversaria, avremmo anche potuta vincerla. Ma, allo stesso tempo, con meno fortuna in occasione della traversa (quella del primo tempo non l’ho vista), avremmo potuto perdere. Ma il mio pensiero è sempre il medesimo dalla prima gara: qualificazione col minimo sforzo. E così è stato.

– Preso dal raptus sul fantastico mondo dello streaming, mi sono sintonizzato per vedere anche la partita dell’Inter di Mancini. Sarà stata la febbre ma, dopo lo svantaggio e il rigore sbagliato da parte del Dnipro, mi è sembrato di vedere l’Inter di Mazzarri. Ho preferito cose più appaganti e rigeneranti: 8 ore di sonno. E senza limoni, zeppelin e incubi. 

– Chissà poi se Berna lo è ancora per qualcuno. In caso contrario, pigliati ‘na pastiglia, sient’a me.

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.

Grazie Mario.
Gianluigi Trapani

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