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La Figc di Tavecchio vara le norme anti Opti-Pobà (stavolta senza razzismo)

La Figc di Tavecchio vara le norme anti Opti-Pobà (stavolta senza razzismo)

Novità dalla Federazione gioco calcio. Il Consiglio Federale riunitosi oggi a Roma in via Allegri ha deliberato diverse innovazioni regolamentari (modifica art.22 bis delle Noif) per le società di Serie A, con decorrenza dalla stagione 2015/16. L’obiettivo è di migliorare la tutela e incentivare il lavoro dei settori giovanili mettendo un deciso freno alla compravendita di giovani extracomunitari che negli ultimi anni hanno finito con l’essere trattati più come merce in strani giri di mercato che come giovani atleti in formazione. Di fatto è l’applicazione del manifesto elettorale del presidente Tavecchio, la fine degli “Optì Pobà” come definì questi calciatori extracomunitari in una frase in cui aggiunse che primadi venire a giocare in Italia mangiavano le banane: espressione che giustamente gli costò la squalifica Uefa e Fifa per 6 mesi.

La prima novità riguarda la composizione delle rose delle squadre di Serie A, che potranno avere un massimo di 25 giocatori di età superiore ai 21 anni (gli Under 21 sono illimitati). Per poter iscrivere il massimo numero di giocatori nella lista (25), sarà necessario per ogni società avere almeno 8 giocatori formatisi in Italia, siano essi italiani o stranieri ma che siano stati tesserati per tre anni consecutivi tra i 15 e i 21 anni con squadre italiane. Di questi 8, almeno 4 devono provenire dal proprio settore giovanile.

Stop quindi alle maxi rose di 30 o 35 giocatori. L’Associazione Italiana Calciatori stima che saranno circa ottanta i calciatori che perderanno il loro posto e dovranno ricollocarsi in altre categorie o all’estero. Di fatto non si tratta di uno stravolgimento per le squadre che partecipano alle coppe europee: la Figc si è limitata a recepire l’attuale normativa Uefa che regola la composizione delle “liste” per la Champions e l’Europa League.

Per il Napoli non ci saranno grossi problemi ad adeguarsi alle nuove regole; certamente ci sarà un impatto nelle future scelte di mercato: potrebbe essere più indicato investire su calciatori prodotti da settori giovanili italiani (ad esempio Darmian o Santon, tanto per fare due nomi che sono circolati nelle scorse settimane). È altresì evidente che crescere e produrre calciatori bravi nel proprio settore giovanile offrirà nel lungo periodo un vantaggio competitivo, sul piano regolamentare e anche su quello economico.

Finiranno i cosiddetti “giovani di serie”: finora si trattava di extracomunitari tesserabili senza alcuna limitazione. Dalla prossima stagione, potranno essere tesserati come “giovani di serie” solo  extracomunitari che siano già residenti in Italia con i propri genitori e che vi siano entrati non per ragioni sportive e, cosa importante, abbiano frequentato la scuola per almeno 4 anni.

Infine, un calciatore professionista extracomunitario tesserato nella propria rosa potrà essere sostituito solo se ha un contratto professionistico da almeno 3 anni. Questo provvedimento dovrebbe segnare la fine della pratica, border-line sul piano etico e legale, dei tesseramenti di extracomunitari dai campionati dilettantistici, ingaggiati e poi ceduti all’estero per ottenere un posto in più per il tesseramento di un nuovo extracomunitario.

Qualcosa dunque inizia a muoversi sul fronte delle riforme generali per il calcio italiano, si attendono ora novità sul piano di riforma dei campionati che dovrebbe riportare a 18 squadre la Serie A e a 20 la Serie B, ma su questo fronte si registrano ancora molte resistenze da parte di numerosi club. Tocca dunque affidarsi (!) alla volontà di Tavecchio e alle capacità di mediazione del suo grande elettore Lotito per portare a termine questo importante cambiamento.
Andrea Iovene

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