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Il mio Napoli-Roma (e tanto altro)

Il mio Napoli-Roma (e tanto altro)

E niente, ci svegliamo nello stesso paese, dove è inutile che diamo la colpa ai poliziotti, ai magistrati, ai politici, dovremmo prendercela solo con noi stessi. Che siamo contrari alla “legge Severino” quando si tratta di Giggino, ma non quando si parla di Silvio. Che siamo garantisti con Silvio ma non con il tossico (che “disprezza la sua salute e dunque che ne paghi le conseguenze”, cit.). Che, oppure, siamo garantisti col tossico ma non con quello senza casco, reo di essere del Rione Traiano. Un paese di tifosetti, faziosi, ma anche, fondamentalmente, gente senza palle, e comunque senza il coraggio di farsi un’idea da sé e di coltivarla, seguirla fino in fondo, pigri. Speriamo solo che oggi ci si consoli con una bella partita di calcio, e che sia solo calcio, gioco e fatto serio di passione sudore e lotta ma nella lealtà. A cominciare da quella delle parole (vero, Totti?, ma anche, vero, cari giornalisti che non sapete più narrare nulla, a partire dal calcio, senza gusto del racconto, che sapete solo aizzare, che vivete di format da riempire all’uopo con la notizia del giorno?). Che si sappia essere, proprio in quel luogo che è lo stadio, tifosi del proprio ma senza negare l’altro, amanti del gesto tecnico, del dribbling, del tunnel, della fantasia. Magari proprio da lì può partire un insegnamento, ribaltando ogni luogo comune. E auguri a tutti, santi o meno, abbiamo bisogno di una visione più ricca, radicalmente diversa…
Mario Colella

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