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Pagelle – Insigne da otto, Koulibaly da dieci. Ora nessuno parla del carattere del Napoli di Benitez?

Pagelle – Insigne da otto, Koulibaly da dieci. Ora nessuno parla del carattere del Napoli di Benitez?

Le pagelle di Napoli-Torino 2-1, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia.

RAFAEL 5 – Forse poteva chiudere l’angolo lontano sul gol di Quagliarella. Mai impegnato nel primo tempo. Nella ripresa una bella deviazione in corner sulla conclusione di Gazzi. Nell’occasione deve essersi fatto male. Buca successivamente una uscita su corner e accusa probabilmente uno stiramento inguinale.

Ieri ho pensato che forse è arrivato il momento di provare Andujar. Poi mi hanno ricordato che forse è meglio di no. Bene, fiducia a Rafael, tanto ormai conosco a memoria tutti i nomi dei santi: aspettiamolo – 5 

MAGGIO 5,5 – Per correre, corre. Più libero di andare nella ripresa mentre nel primo tempo soffre il controllo su Darmian e deve badare anche a El Kaddouri. Su uno dei rari cross che imbrocca, Michu colpisce la traversa. Ammonito per intervento falloso su El Kaddouri. Nella fase passiva si fa valere.

Possiamo anche non trombarlo, a ‘sto giro – 6

ALBIOL 5 – Rientrava dopo il riposo a Bratislava. Perde Quagliarella nell’azione del gol granata. Salva su Larrondo. Rischia il rigore su Quagliarella. Saltato da El Kaddouri in area (salvava Koulibaly). Un colpo di testa alto su corner.

Quagliarella non puoi fermarlo tirandogli la maglietta, santo Dio. Pulito, devi essere, un professionista. Se poi ti fai scartare da El Kaddouri ti tiro giù pure i santi di riserva – 4 

KOULIBALY 6 – Meno “pulito” del solito. Gioca più di fisico contro Larrondo (1,91). Ma è puntuale in molte situazioni critiche. Sfiora il gol, giungendo di un soffio tardi sul pallone crossato da Callejon. Due palloni pericolosi strappati a El Kaddouri e a Quagliarella.

C’è. C’è sempre. Si prende gioco di Quagliarella lasciandolo a guardare le farfalle, salva, corre, inventa, propone. Santo, santo Kalidou, santissimo – 10 

ZUNIGA 6,5 – Riportato nel ruolo di quarto di difesa, più che da esterno sinistro gioca da trequartista accentrandosi. Ma regge bene anche sulla corsia in tandem con Insigne. Subisce Benassi all’inizio, poi prende il sopravvento puntando l’avversario e saltandolo. Scodella il cross per il gol di Insigne. Gara positiva sveltendo la giocata. Un paio di errori, uno in difesa e uno in appoggio. Ma è tra i protagonisti del successo.

Sua la bella palla per Lorenzo. È tornato a ballare, ma almeno lo ha fatto a tempo – 6,5

GARGANO 5 – Aveva riposato a Bratislava, rientra ma ha meno lucidità e precisione rispetto ad altre gare in cui era stato il migliore in campo. Ammonito per un fallo a centrocampo su El Kaddouri. Esce al 67’.

Niente morsi alle caviglie. O forse è stato offuscato dal mastino Kalidou che era dovunque – 5,5

DAVID LOPEZ 5,5 – Entra al posto di Gargano e rafforza la tenuta del centrocampo.

Buona la scelta di sostituire Gargano. Prima vinci di potenza, poi metti in campo maggiore qualità – 6 

INLER 6 – Gioca molti palloni, tarda qualche giocata, ma sostiene con vigore il filtro difensivo e l’azione offensiva. Prende molti falli. Mira spesso il bersaglio e impegna pericolosamente Gillet che vola a salvare in corner. Un gran tiro a fil di palo nel finale.

C’era. I commentatori lo nominavano spesso e noi non nominavamo nessuno della sua famiglia. Cosa che non sempre capita, con Gokhan – 6

CALLEJON 7 – Tre gol di fila in campionato, quattro in totale. È il cannoniere azzurro. Subisce nel primo tempo la doppia marcatura di Moretti e Darmian. Sbaglia i cross, conclude alto una volta. Si riprende ed è tra i migliori del secondo tempo segnando un gol chissà quanto voluto: forse era un cross, invece il pallone si infila nell’angolo lontano.  Difende sulla sua corsia e fa anche il centravanti quando entra Mertens ed esce Michu. Accusa fastidi a un adduttore nel finale.

Ieri Benitez ce lo ha detto: Josè Maria ha avuto bisogno di riprendersi dal fatto di essere rimasto a Napoli e di non essere migrato verso lidi sicuramente più consoni al suo spessore. Però poi ha capito, ha visto che il gruppo era rimasto a Napoli e si è deciso a mettersi a lavorare. Mi va bene, non mi importa se ha giocato indispettito e senza voglia qualche partita. Mi basta il suo sorriso di ieri dopo il gol. Rideva, rideva, rideva. Quanto era bello mentre rideva. Come è stato bello ridere con lui dopo aver pianto con Lorenzo. Se arrivano i risultati magari resta. Non voglio perdere il mio tanguero – 8

MICHU 5,5 – Gioca a sorpresa al posto di Hamsik. Tarda ad entrare in partita. Dovrebbe fare la prima punta, invece arretra il suo raggio d’azione e, per venti minuti, insegue inutilmente il pallone. Poi, finalmente, si inserisce. Con uno scambio volante, mette Insigne davanti a Gillet (32’). Prende coraggio e sul cross di Maggio svetta di testa, ma il pallone centra la traversa (52’). Ammonito per un fallo su Moretti. Esce a venti minuti dalla fine.

Strappa lui a centrocampo la palla con cui prima Insigne colpisce il palo e poi Higuain quasi ammazza i difensori granata. È sempre lui che passa la palla a Insigne facendogli fare gol. È sfortunatissimo su un colpo di testa che è la sua specialità. Sì, prende la palla per la prima volta dopo il quindicesimo, ma ha fatto il gioco sporco e l’ha fatto bene – 6,5 

MERTENS 5,5 – Entra al posto di Michu (70’). Comincia da centrale dell’attacco, poi si sposta a destra. Nel recupero tarda il passaggio a Insigne su un favorevolissimo contropiede.

Che peccato quel ritardo, che peccato… – 5 

INSIGNE 8 – In campo dal primo minuto. Gara generosissima, subito in evidenza. Si dispera per due occasioni mancate: palo al 23’, intercettato da Gillet a tu per tu col portiere al 32’. Ma continua a battersi con grande impegno. Gillet gli para una conclusione dal limite (42’). Poi, sottraendosi alla marcatura di Glik (1,90), infila il pallone del pareggio con un colpo di testa dal dischetto sul cross di Zuniga. Difende e attacca con grande energia. E firma l’assist per il raddoppio di Callejon. Protagonista assoluto della vittoria azzurra. Non andava a segno da maggio: il gol alla Sampdoria e la doppietta alla Fiorentina che valeva la Coppa Italia.

Dio quanto aveva bisogno di quel gol. Che pressione è costretto a subire questo ragazzo solo perché è napoletano? Un gol splendido, con un coordinamento del corpo bellissimo. Prova e riprova il gol col virtuosismo e poi, quando pensa solo a buttare dentro la palla non solo riesce a bucare la rete ma lo fa anche con classe. Che bello il calcio. E che belle le sue lacrime, che hanno commosso anche noi. Lorenzo è la rappresentazione perfetta di questa squadra in questo sciagurato inizio di stagione: una pressione addosso da spezzare le gambe, confusione sotto tutti i punti di vista, poi ti dici che devi reagire e ti scrolli tutto l’inutile da dosso e diventi un leone. Dopo il gol un altro giocatore. Splendido – 9

HIGUAIN 6 – Si danna a correre, a ricevere il pallone, a cercare il gol. Si sfianca in una gara in cui cerca finalmente di andare a segno in campionato, ma rimane all’asciutto. Clamorosa la doppia occasione consecutiva davanti alla porta quando si fa ribattere due tiri a colpo sicuro dai difensori del Torino. Pressato quasi sulla linea di porta, alza il pallone oltre la traversa. Poi regala a Gillet un colpo di testa morbido sull’invito di Insigne. Quattro occasioni, zero gol. Sostituito allo stremo delle forze.

È in crisi e non dobbiamo infierire, va bene. Però allora non dovremmo infierire su nessuno, nemmeno su Insigne quando gioca con svogliatezza. Perché più svogliato di Gonzalo ieri ho visto poche volte qualcuno. Allora, anche se mi dispiace demoralizzarlo, devo essere giusta, e dargli quanto daremmo a tutti gli altri. Forza 9! – 4

MESTO s.v. – Entra per Higuain (85’), rafforza la difesa, ma non deve fare niente di straordinario.

Mi sono di nuovo ricordata che esiste – s.v. 

BENITEZ 6,5 – Ritocca ancora la formazione perché gli impegni si susseguono. Deve rinunciare ad Hamsik, causa una tonsillite. Schiera Michu da prima punta, ma non è proprio il ruolo dello spagnolo che tarda anche ad entrare in partita e poi colpisce di testa la traversa. Rientra Albiol, non al massimo. Punta su Zuniga a sinistra e ne ottiene una prestazione convincente. Riporta Gargano in mediana e schiera Insigne dal primo minuto. È un’altra partita di tanti tiri e tantissima sofferenza col Torino che va subito in vantaggio su un buco della difesa. Vede Gargano affaticato e inserisce David Lopez. Tarda a sostituire Michu e finalmente fa entrare Mertens (70’). Prima vittoria al San Paolo e passettino avanti in classifica sorpassando l’Inter.

Nove conclusioni che non sono entrate in rete, mentre a loro ne è bastata una per segnare. Due settimane fa ne avremmo presi tre, ieri abbiamo voluto vincere a tutti i costi. E si è visto un bel Napoli. Si sono viste le unghie, il sudore, la fame, si sono viste le smorfie di rabbia, si è vista la voglia. Sono dimagrita anche io con loro, perché volevo vincere anche io. “Oggi tu mi farai vincere. Sì, così tu farai vincere me” (S. Ferrio, La partita). Questa è stata la mia partita. E così come tanti hanno detto finora che la svogliatezza del gruppo dipendeva dall’allenatore, mi piacerebbe che, oggi, tanti riconoscessero che il gruppo è stato gruppo anche grazie a lui. Lui, che si definisce perplesso, non offeso (anche se finiscono uguale ma sono parole diverse, ha detto). Perplesso è peggio di offeso. Perché l’offesa passa, si lava con una vittoria, anzi con tre, ma la perplessità può spingerti ad abbandonare una piazza che di vincere davvero e in tutti i campi ha pochissima voglia. Non voglio che Rafa ci lasci. Non voglio un altro allenatore piagnone, che pensi solo alle domande stupide che gli fanno e si scervelli a dare sempre le stesse risposte. Voglio Rafa ancora qui, per dimostrargli che sì, c’è qualcuno che vuole vincere con lui. Dovunque, non solo su quel rettangolo verde – 8
MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

 

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