ilNapolista

La crisi del Borussia (7 punti in 9 partite) vista da Dortmund: stadio sempre pieno e sondaggi che nemmeno contemplano l’esonero di Klopp

La crisi del Borussia (7 punti in 9 partite) vista da Dortmund: stadio sempre pieno e sondaggi che nemmeno contemplano l’esonero di Klopp

Quando il 22 agosto sono arrivato alla stazione di Dortmund Hauptbahnof, ero pieno di entusiasmo perché grazie a un incarico di lavoro avrei potuto seguire da vicino il Borussia per due mesi e mezzo e magari assistere dalla Südtribüne (il mitico muro giallonero) a qualche partita.

Mi ritrovo il pomeriggio seguente in un pub a guardare la prima di campionato, Borussia contro Bayer Leverkusen. Neanche il tempo di sentire il fischio d’inizio e alzare lo sguardo verso la tv che Bellarabi stava esultando per la rete dello 0-1. Qualche imprecazione tra i presenti ma nessun dramma, dalla tv si percepiva forte l’incitamento dello stadio per spingere la squadra a cercare un gol che non arriva fino al 95’ quando Kiessling raddoppia per i rossi. Lo stadio applaude i giocatori per uno spettacolo che non è stato certo noioso e finisce lì.

Le settimane seguenti scorrono veloci e, nonostante molte assenze in formazione a causa di vari infortuni e alcuni postumi conseguenti ai Mondiali, la squadra sembra tornare la solita macchina da gol, sconfiggendo prima l’Augsburg 3-2 (pur con qualche affanno) e poi il Friburgo in casa per 3-1. Arriva la Champions League e in città l’aria sembra vibrare per l’attesa: al Westfalenstadion arriva l’Arsenal, come nella passata stagione (quando gli inglesi portarono via i tre punti dalla Germania). Questa volta però i gialloneri sembrano essere da subito in palla e il 2-0 finale risulta finanche stretto alla banda di Klopp in rapporto a quanto prodotto. Entusiasmo sugli spalti, entusiasmo in città anche il giorno seguente sebbene siamo a metà settimana.

(Il Chievo nel frattempo aveva saccheggiato il San Paolo facendo sprofondare la città nell’angoscia). 

Al sabato si va in trasferta a Magonza, in Renania, col vento in poppa per le tre vittorie consecutive e all’inseguimento del Bayern avanti di un solo punto. Nonostante una gara ben giocata sul piano offensivo il Borussia perde 2-0; sfugge così l’occasione di sorpassare i bavaresi che invece pareggiano 0-0 ad Amburgo. Mi aspetto di veder scorrere fiumi di inchiostro il giorno dopo sui giornali, conoscendo la passione dei tifosi del Dortmund ma invece, a parte la cronaca del match e le interviste, non trovo niente.

(A Napoli era invece già partita la caccia alle streghe dopo lo 0-1 di Udine). 

Si torna in campo tre giorni dopo tra le mura amiche, arriva lo Stoccarda fanalino di coda. I rossi giocano bene, i gialloneri invece no e vanno sotto 2-0 a meno di mezz’ora dalla fine; poi, grazie ai cambi e al forcing finale, riescono a pareggiarla. È doppia la delusione perché la squadra di Guardiola vince e si allontana. Stavolta sono certo di trovare qualche rilievo mosso a Klopp rispetto alla prestazione, per lunghi tratti non positiva. Rimango invece deluso nuovamente: i giornali, i siti e Sky Deutschland non avviano alcun processo sommario, con mio grande sconcerto si limitano alla cronaca del match!

(Duemila chilometri a sud è invece in atto lo psicodramma, 3-3 con il Palermo).

Si arriva dunque al Derby della Ruhr, che per passione, tradizione e importanza non ha niente da invidiare ai più sentiti derby d’Europa. Lo scenario è la splendida Arena di Gelsenkirchen. È il Dortmund a fare la partita in avvio, poi pure subisce l’uno-due mortifero dello Schalke 04 a metà del primo tempo. Il Borussia accorcia le distanze ma, nonostante le 17 occasioni da gol, il punteggio non cambia e arriva la sconfitta per 2-1, con la squadra di Klopp alla terza gara consecutiva senza vittoria.

Naturalmente trovo una certa enfasi nel commento della partita il giorno seguente, Dortmund e Gelsenkirchen sono le due città capitali economiche dell’ex regione mineraria della Ruhr. Tutto però si riduce al racconto di quello che è stato un match divertente in campo con una cornice di grande e corretto tifo. Il giorno seguente leggo finalmente un accenno vagamente critico: un editoriale on line che però non attacca Klopp, anzi evidenzia come la squadra, nonostante alcune difficoltà di formazione, riesca comunque a produrre un gioco gradevole; invita, però, l’allenatore a provare ad evitare qualche gol subito in maniera troppo facile. Insomma, una bonaria raccomandazione a stare più attento.

(Il Napoli nel frattempo ha vinto a Sassuolo, ma solo 1-0, e allora giù critiche, di nuovo).

Meno male che c’è la Champions. Il Borussia vince 3-0 in Belgio contro l’Anderlecht, in una partita complicata per i tedeschi almeno fino all’1-0. Sembra riaccendersi la luce, ma il sabato seguente arriva la nuova ultima in classifica, l’Amburgo del gladiatore svizzero Behrami. Lo stadio è pieno come sempre dei soliti 80 mila spettatori e finisce 0-1. Fischi? No. Il pubblico applaude e sostiene. Loro non ce l’hanno lo striscione “Al di là del risultato” ma si capisce lo stesso che il principio è quello.

Al rientro dopo la sosta per le nazionali si va a Colonia, una squadra che fa storicamente su e giù tra la Bundesliga e la Zweite Bundesliga. I padroni di casa vanno in vantaggio a fine primo tempo, Immobile pareggia a inizio ripresa. Il Borussia corre e prova a creare ma subisce il raddoppio del Colonia (ancora una maglia rossa, sarà una maledizione?) e viene di nuovo sconfitto. Perde subendo due soli tiri nello specchio in 90’ (suona piuttosto familiare, ndr).

Poi è ancora Europa, la Champions e si torna a vincere: 4-0 a Istanbul contro il Galatasaray.

(Intanto a Berna lo psicodramma diventa gazzarra con il bus del Napoli vittima di atti di bullismo). 

Alla vigilia del match casalingo contro l’Hannover, dopo due mesi e mezzo di campionato con il Dortmund 14° (su 18) a 7 punti in 8 partite, il principale giornale della Renania WAZ Westdeutsche Allgemeine Zeitung lancia un sondaggio sulla crisi di risultati della squadra, si badi, non sull’opportunità di cacciare l’allenatore, ma sull’opinione dei tifosi rispetto alla possibilità del Dortmund di raggiungere ugualmente i suoi obiettivi stagionali in campionato (prime tre posizioni).

Le risposte dei lettori hanno visto al 37% “Tutto aperto per la qualificazione alla prossima Champions. L’inizio è stato ostacolato da condizioni fisiche e infortuni. Si migliorerà da qui in avanti”, al 34% invece che “Non è facile, il Dortmund migliorerà ma non ha la forma degli ultimi anni”. Siamo quindi quasi al 70% per le due risposte più positive tra quelle proposte, invece troviamo al 19% che “Quest’anno ci sarà solo un posto a metà classifica per il BVB” e infine al 10% “Non riuscirà a centrare gli obiettivi, non dipende solo dagli infortuni. La squadra è meno forte quest’anno”.

Sempre in questi giorni lo stesso giornale (WAZ) intervista Ottmar Hitzfeld (2 Champions vinte, 7 Bundesliga, 1 Intercontinentale, etc.) per conoscerne l’opinione sul complicato momento del Borussia in campionato. L’esperto allenatore mostra fiducia in Klopp e spiega che le difficoltà sono figlie dei diversi infortuni e, con il susseguirsi dei risultati negativi, della conseguente difficoltà a rialzarsi, ma che si deve avere pazienza e lasciar lavorare il tecnico.

(A Napoli invece sono ben altri i riferimenti tecnici: Montefusco, Tascone, Specchia)

Ultimo giorno a Dortmund, c’è l’Hannover ospite. Finalmente sono allo stadio. La partita termina 0-1, il Borussia spreca molto e al fischio dell’arbitro non vince in campionato da 42 giorni e 6 partite. Dagli 80 mila presenti (si, perché nonostante i risultati c’è sempre il tutto esaurito) parte qualche fischio isolato, poi cala il silenzio di fronte all’ennesima disfatta: il capitano Hummels ha lo sguardo basso, Immobile guarda nel vuoto, Bender impreca al cielo. Pochi istanti e si alza fortissimo l’urlo di incitamento della Südtribüne, capitolo chiuso e avanti con la prossima partita.

Lascio la città già sapendo cosa mi aspetta, sono giunte anche qui le notizie dell’assalto al bus, la crisi nera dopo un pareggio a San Siro, opinionisti vari e improbabili a pontificare su tutto e Benitez sempre nel mirino. Mi porto dietro quel grido finale, sperando di vivere presto un’atmosfera così anche a Napoli, so che è difficile ma sperare non costa nulla.
Andrea Iovene

ilnapolista © riproduzione riservata