ilNapolista

Alla Gazzetta sognano di metterci dopo il basket

Alla Gazzetta sognano di metterci dopo il basket

Da ragazzi, la domenica mattina, andavamo a giocare a calcetto. Quasi sempre il campo era un tantino arrangiato. Si giocava, infatti, in uno sterrato pieno di fango e fossi se andava bene, al limite dell’impraticabilità se andava male (ma Collina ci avrebbe lasciati giocare). Qualche volta, però, si giocava seriamente, nei campi con erbetta sintetica e compagnia bella, campi di solito riservati alle partire serali, le coppe per capirci. La domenica mattina verso mezzogiorno mentre molti entravano in chiesa per la messa, noi andavamo a giocare a calcetto, a cinque o a sette, a seconda del numero dei presenti. Si finiva verso le due e poi si tornava a casa a mangiare. Questo è uno dei motivi che mi fa considerare la partita giocata alle 12 e 30 come qualcosa di secondario, un calcetto organizzato all’ultimo momento, ma con la copertura televisiva. Il papà con la cinepresa sostituito dalle duecento telecamere di Sky. C’è però un altro aspetto che riconduce il calcetto della domenica mattina alla partita di ieri: le porte. Avete notato come sono le porte dello stadio di Reggio Emilia? Sono leggermente stondate negli angoli sul fondo della rete, ricordano molto da vicino le porte dei campi da calcio a sette, perciò Sassuolo – Napoli più che da presupposti di una partita di serie A, nasce da quelli di una partitella organizzata la domenica mattina, con Berardi che non è potuto venire perché aveva un battesimo, intossicando quelli del Sassuolo perché, lo sappiamo tutti, chi non si presenta a calcetto all’ultimo momento inguaia la partita.

Calcetto o meno la partita si è disputata. Stamattina mi sentivo tranquillo e ho preso in scioltezza il mio cornetto Callejon (per chi si fosse perso – facendo male – le puntate precedenti, è quello alla marmellata), un cornetto perfetto: la giusta dose di marmellata, caldo ma non bollente, perfino il caffè era meglio del solito. Prima ancora del risultato positivo è la partita decente di Britos a confermare che il calcetto è andato bene. Britos mi ricorda proprio quelli che a calcetto non azzeccavano mai niente e a fine partita compravano da bere per tutti perché si sentivano in colpa, ma ogni tanto facevano una buona partita, per cui tutti a dare pacche sulle spalle, quindi oggi diciamo “bravo” a Britos. Anche oggi noto che i giornali vogliono far passare Gonzalone per arrabbiato, scontento, deluso. Cari giornali, dalla Gazzetta a scendere, ci avete fatto la uallera, ucciso la salute, frantumato i maroni (per i giornalisti del nord). A me pare che il Pipita più che scontento sia teso di quella tensione di chi vuole vincere e spaccare il mondo e tornerà a spaccare. Mi pare che le azioni più pericolose del Napoli di ieri siano passate dai suoi piedi, assist a Calle compreso, quindi correggo quelli che scrivono (o dicono) che sta giocando male, non sta ancora giocando benissimo, ma c’è. Abbiamo vinto dunque una partita da vincere assolutamente, già lo so che quelli che si lamentavano delle non vittorie si staranno lamentando dell’assenza di spettacolo. Ci avete frantumato pure voi. Secondo me il Napoli si rimetterà presto sui binari giusti che non sono quelli del Frecciabianca, su quelli si retrocede, o si arriva a campionato finito.

Soltanto uno a zero, questo è l’unico aspetto che distingue la partita di ieri dal calcetto, la domenica mattina con le nostre ciabattate facevamo molti più gol, ma non è il caso di andare per il sottile. Certi uno a zero sono adorabili, firmerei subito per quattro o cinque risultati del genere di fila, anche per i commentatori che potranno usare frasi standard come “Un Napoli cinico”. La domenica quando finivamo di giocare tornavamo a casa dove ci aspettava quasi sempre il ragù, con quelle braciole stordite da un sacco di ore, mi domando ieri a partita finita a casa di chi sono andati a mangiare i ragazzi. Ho un caro amico a Reggio Emilia spero che abbia preparato i tortelli verdi o i passatelli per tutti. 

Note a margine:

– alla Gazzetta sognano di metterci dopo il Basket

– Non mi toccate Hamsik

– Un abbraccio a Cannavaro che c’era quando in pochi ci sarebbero stati

– Lasciate stare pure a Zaza, non era diventato Maradona dopo la Nazionale, non è diventato uno scarparo adesso.
Gianni Montieri

ilnapolista © riproduzione riservata