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Perché non mollo Rafa Benitez e perché è sospetto l’accanimento contro di lui

Perché non mollo Rafa Benitez e perché è sospetto l’accanimento contro di lui

E dunque siamo finiti qui, nel collo dell’imbuto, dove adesso Napoli si divide in due: chi vorrebbe uscirne al più presto, con la forza della ragione e della serenità, senza l’autodafé in piazza Mercato, e chi vorrebbe uscirne ma meglio se un po’ più in là, avendo il tempo di togliersi prima dai piedi Rafa Benitez. I problemi ci sono, gli errori commessi pure e in un gioco di squadra e in una società di calcio vanno distribuiti fra tutti. Ma l’accanimento e i toni usati contro l’allenatore sono sospetti. Per questo scelgo di stare dalla parte di Benitez, di non mollarlo, come tifoso che ne ha viste tante, come Ciuccio che le ha viste tutte. Perché contro Benitez, oggi a 4 punti e fuori dalla Champions, vengono usati gli stessi argomenti, gli stessi, di un anno fa, e questo sì che è integralismo ideologico, pregiudizio, malafede. Perché contro Benitez c’è quel pezzo di Napoli che non mi piace. La città immobile, spaparanzata nelle sue presuntuose convinzioni, il piccolo notabilato che pretende l’omaggio e non l’ha trovato da un caballero spagnolo.

In tutto quello che viene rimproverato a Benitez, perfino nelle sue responsabilità oggettive, in questi giorni c’è qualcosa di eccessivo. Una delle colpa di Benitez, a leggere tanti, a sentire molti, sta nell’aver rinunciato a Udine a Mertens, Callejon e Hamsik. Tre dei migliori. Caspita, colpisce. Poi ci si ferma un attimo a pensare e vengono in mente i commenti di chi critica Callejon (“in calo”) e Hamsik (“non è un leader”). Quanto a Mertens è esemplare quanto successo in settimana su un quotidiano. Il giorno dopo il 3-3 col Palermo c’è scritto che l’involuzione del belga deve preoccupare. Cinque giorni prima, il titolone celebrava il fatto che con Mertens il Napoli vola (aveva segnato 2 gol allo Sparta) e nell’articolo si sottolineava che Dries fa spesso la differenza quando gioca da titolare mentre invece troppo spesso parte dalla panchina (zeppata a Benitez). Stesso giornale, a cinque giorni di distanza.

Ma le cose da noi vanno così. L’Italia esce dal Mondiale e tutti a lamentarsi che i talenti italiani giocano poco. Poi Benitez preferisce Insigne a Mertens ed è un coglione, glielo rinfacciano. Salvo scoprire quando Mertens gioca dal 1’ che siamo lì, dipende dalle partite, una volta va meglio uno, una volta va meglio l’altro, com’è naturale che sia, e che forse la formazione può deciderla a ragion veduta chi vede gli allenamenti per una settimana intera. Perché chiariamolo: gli allenamenti del Napoli non li vede nessuno. Non ricordo una sola vigilia in cui la probabile formazione sia poi stata quella realmente messa in campo. Ricordo che l’esclusione di Inler a Udine, benché influenzato, è diventata una cartuccia in più da sparare sulla sagoma di Benitez. Qualcuno quel giorno si spinse a scrivere che Rafa, escludendo Inler, aveva tolto al Napoli anche quel po’ di fantasia che lo svizzero garantisce. Fantasia? Inler? Non lo trovate pretestuoso? 

Allora viene il dubbio che, i 4 punti e l’uscita dalla Champions, non siano altro che i pretesti attesi per attaccare un uomo sgradito, colpevole di aver fatto terra bruciata intorno al sottobosco napoletano di agenti, procuratori, ex calciatori, allenatori di secondo piano, quell’opinionismo locale che salda le proprie ragioni di parrocchia con l’analfabe-tifo che tutto si beve. È quella che Vittorio Zambardino definisce “sindrome di Giuseppone a mare”. Tu non vieni a cena con me? Neppure un caffè? Non accetti un consiglio, non scambi due chiacchiere con me, non passeggi sotto braccio miez”a via? Allora via, non sei bbuono. Guardate il clima suadente che circonda Inzaghi in tv. Gli sono tutti qualcosa: ex compagni di squadra, ex allenatori, ex confidenti. Sorrisi, domande complici, serenità. Benitez non ha mai avuto nulla di tutto questo. Non a Milano, dove gliela fanno pagare, non a Napoli, dove non può nemmeno dire di avere contro il fuoco amico. Amico, lui? No, un corpo estraneo all’ambiente e alla città. Un estraneo è sempre colpevole. Benitez è colpevole, e basta. Deve adeguarsi alla realtà del calcio italiano. Questa pure è bella. Cosa significa? Come se il calcio italiano fosse il vertice della piramide del movimento mondiale. Costringe i calciatori a giocare in ruoli che non sono i loro, quasi fosse un capufficio che demansiona e mobbizza. E quali sarebbero i fuori ruolo? Maggio? Strano, anche Prandelli voleva farlo giocare terzino destro in una difesa a 4. E se uno per mestiere gioca a calcio sulla fascia, da difensore, chiedergli di giocare terzino in una difesa a 4 non è proprio una bizzarria. Hamsik? Chi ha voglia di vedere senza pregiudizi, deve ammettere che il ruolo non è molto diverso da quello che gli affidava Mazzarri. Sfumature per un calciatore considerato uno dei 100 migliori al mondo dal Guardian. Insigne? Attaccante di fascia è, attaccante di fascia era con Zeman. Per non aggiungere, anche se fosse, che i cambi di ruolo nel calcio non sono eresia, ci sono calciatori che ne emergono arricchiti: vedi Bagni con Marchesi e Pirlo con Ancelotti.

Ma lui è l’integralista, la capa tosta. Non ha gli uomini adatti al 4-2-3-1. Caspita, e sono due. Ma allora questo Benitez è davvero ‘O Fenomeno se senza gli uomini adatti l’anno scorso ha fatto terzo, ha vinto una Coppa Italia e ha battuto Juve, Roma, Inter, Milan, Fiorentina, Borussia, Arsenal e Marsiglia. Tutto merito suo, se gli uomini adatti non li ha. E poi fa il turnover, voi capite che cosa assurda, fa il turnover. E pretende di farlo scientificamente da Valencia e Liverpool. Scientificamente è da intendersi alla lettera: ne studia gli effetti sui corpi analizzando dati. I dati, ahé, figuriamoci. Voi volete il positivismo nella città in cui si scioglie il sangue dei santi. Voi volete leggere Proudhon nella città di Giuseppe Marotta. Voi volete portare Maria Montessori dove mazza e panelle fanno ‘e figli bbelle. Hai sbagliato tutto, Rafa. Nel duomo dovevi andare, a baciare la teca col cardinale. Ti avrebbero battuto le mani tutte le bizzoche di questa sciagurata città. Benitez cita numeri e dati e quelli stanno di là ad aspettare il momento per chiavarglieli in faccia. Vista passare su Sky nei giorni scorsi una tabella “scientifica” con sui si pretendeva di rispondere: il Napoli ha subito 2 gol di testa, 2 di destro e 2 di sinistro, e dunque prende gol in ogni modo, un fallimento. Ma che roba è? Semmai analizzate i punti del campo in cui subisce il Napoli, non se prende gol da un destro o da un mancino. Se non giocano i nuovi, allora Benitez sta rinnegando gli acquisti. Se li fa giocare, sta smantellando il giocattolo. Allora meglio mettere in panchina Gerardi & Fortura. Ne volete un’altra? Michu. Da bruciare. Mica c’è la pazienza di aspettare che questo ragazzo (insisto: ottimo giocatore) capisca dov’è finito. Platini impiegò sei mesi. Platini. No, a noi Michu fa rimpiangere Pandev. “Cedere Behrami, Dzemaili e Pandev è stato affrettato”. Nessuno che si prenda la briga di verificare che Dzemaili al Galatasaray è stato sostituito due volte in 3 partite e che Pandev ha giocato in tutto 25 minuti, due spezzoni da 11 e da 14.

Per questo sto con Benitez, spalla a spalla. Non perché non veda che i problemi ci sono. Ma perché con i problemi ci sono cresciuto e ho imparato a guardarli negli occhi. Perché i problemi si risolvono prima se si sta insieme. Perché si è popolo quando si smette di essere plebe. Perché vedo in lui uno che non perde la ragione, neppure 0-3 sotto in finale di Champions, neppure con tutto il tifo contro al Chelsea. Perché spero che rinnovi, altro che esonero. Perché le dimissioni sono il totem del partito dell’ammuina, e in genere si dimette solo chi scappa. Perché ascoltando Benitez si impara. Perché quando le critiche perdono credibilità, perdono pure autorevolezza. Smettono di esistere. E’ solo fuoco, Rafa, neppure fuoco amico. Raccontano tutti che il migliore oggi sia Gargano, nessuno che si spinga a riconoscere di chi sia il merito. Sparate allora, sparate pure. Ma al cuore, Ramòn, al cuore.
Il Ciuccio

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