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Oggi Napoli ce l’ha con De Laurentiis. Che cosa fece nell’estate del 2004?

Oggi Napoli ce l’ha con De Laurentiis. Che cosa fece nell’estate del 2004?

Siete diventati pro-Pappa. Questo è il commento che, meglio di ogni altro, sintetizza il coro che ha accompagnato il Napolista in quest’estate 2014. Estate nel corso della quale abbiamo provato a ricordare non solo i principi di un’economia di mercato ma anche la rarità di un’iniziativa imprenditoriale felice nella nostra città, quale è quella messa in piedi in dieci anni da Aurelio De Laurentiis.

Il calendario ci ha offerto una occasione ghiotta che abbiamo sfruttato grazie alla meticolosità e alla maestria del nostro mitico Ciuccio. Perché abbiamo pubblicato il diario dal passato, vale a dire “i quaranta giorni in cui il Napoli ha rischiato di sparire per sempre?” Perché ci è parsa un’occasione unica per scolpire nelle nostre menti la reazione delle forze imprenditoriali – e non solo – della nostra città di fronte al fallimento della propria e gloriosa società di calcio. 

La lettura del Diario dell’estate del 2004 – qui di seguito lo riproponiamo per intero – rende in maniera inequivocabile l’immagine di una città che, tranne rare e comunque infruttuose eccezioni, tende a voltarsi dall’altra parte. Che assiste impotente al susseguirsi degli eventi, senza muovere un dito. Che sembra persino solidarizzare con l’impresa pulcinellesca di Luciano Gaucci. 

Quaranta giorni di Diario e non viene mai nominata l’Unione industriale di Napoli. Mai. I vertici politici, Bassolino e Iervolino, si rendono protagonisti di comparsate alla Hitchcock. In nessuna occasione rivestono panni da protagonista. L’immagine è quella di una città che può essere solo spettatrice, in attesa dell’arrivo del principe azzurro in sella al cavallo bianco. Quel che ormai endemicamente avviene a Napoli. E che appena l’altro giorno abbiamo ricordato a proposito del progetto dello stadio approvato dal Comune di Roma

Napoli se ne sta lì, mollemente adagiata su un fianco, in attesa degli eventi. E quando gli eventi si compiono, Napoli non ringrazia nemmeno. No. Perché lei merita ben altro. È sempre lei ad aver arricchito gli altri. È sempre lei ad aver fatto un favore. 

Dieci anni dopo, Napoli – sarebbe più corretto dire una Napoli mediaticamente ben rappresentata – è stanca di Aurelio De Laurentiis. Vuole vincere. E basta co ’sta storia dei palloni, della serie C, di dov’eravamo.  ’A nuttata è passata, perché stare sempre a ricordarla? E sì, dalla C siamo arrivati alla Champions. L’abbiamo giocata due volte. E ci mancava pure. Adesso Napoli vuole essere portata in trionfo. Essere passata dai bassifondi alle prime file del San Carlo non basta più. Altrimenti – è stato detto anche questo – meglio la serie C. Meglio il Cittadella che uno scuorno così. 

Il motivo per cui non ci uniamo al coro è nel Diario che abbiamo pubblicato. Un racconto per certi versi kafkiano. Lo sappiamo anche noi che c’è di meglio rispetto a De Laurentiis. Ma abbiamo i nostri motivi per dubitare che Napoli questo meglio riesca a produrlo. Oggi, tanto per fare un esempio, è troppo impegnata a discutere delle ferie di Benitez.
Il Napolista

Il diario dal passato (tutte le puntate) a cura del Ciuccio

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