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Il Napoli sembra svolgere il compito senza ardore. E perde a Udine

Il Napoli sembra svolgere il compito senza ardore. E perde a Udine

Il Napoli perde 1-0 a Udine. Seconda sconfitta consecutiva in campionato. Abbiamo vinto solo alla prima giornata con gol all’ultimo secondo di De Guzman. Benitez ha presentato una squadra rivoluzionata, lasciando in panchina Hamsik, Mertens, Callejon e Inler. Inedita coppia di centrocampo Gargano-David Lopez (che non hanno demeritato). E dietro Higuain ha schierato Michu, con Zuniga a destra e Insigne a sinistra. 

Il Napoli non ha giocato male. Spieghiamoci. Ha avuto il dominio del campo. Sterile. Ma non ha mai avuto il guizzo, l’accelerazione. È come se svolgessero il compito senza crederci realmente. Manca quella scarica elettrica che ti rende squadra. Siamo prevedibili. Non diamo mai l’idea di poter andare in porta. Ed è grave. Per una squadra che viene da un anno con quest’allenatore. È come se improvvisamente ci fosse un problema di fiducia nei propri mezzi. Come se la squadra non fosse convinta. Ed è strano. Qui non è questione di essere rafaeliti o meno. Noi lo siamo e non cambiamo idea. Siamo anche preoccupati, ovvio. Eravamo convinti che la vittoria di giovedì avesse invertito il trend. Anche il turn over ci ha dato coraggio: segno che Rafa crede nella rosa. Ma la partita è stata quella che è stata.  

Higuain non era in una delle sue serate migliori. Michu impalpabile. Nel primo tempo palo di Gargano. Nella ripresa, dopo una buona doppia occasione Higuain-Callejon, prendiamo il gol su una innocua punizione dalla tre quarti: Rafael non esce, Koulibaly la spizza e Danilo segna. Il Napoli prova a reagire ma oltre una serie di cross e calci d’angolo non va. Manca la cattiveria necessaria, quell’ardore, quella fiducia che noi pensavamo di aver riguadagnato con la vittoria di giovedì sullo Sparta Praga. E che è indispensabile per risalire la china. 

Insomma, la situazione è difficile. Siamo a tre punti dopo tre giornate. Benitez ha provato a curare di più l’assetto difensivo ma ha incassato un gol balordo e ha perso. È la terza sconfitta dall’inizio della stagione. È ovvio che qualcosa non vada. Così com’è ovvio, per noi, avere fiducia nell’allenatore. Dai momenti bui si può uscire. Non è semplice, ma si può. Sembra più un problema psicologico che tattico. Il che non è detto che sia un bene. In tutta onestà, non crediamo che il problema sia la formazione schierata. E, ripetiamo, non è detto che sia un bene, quindi non può essere un alibi il turn over. È un problema di testa. Di convinzione. 
Massimiliano Gallo

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